In due giorni la Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso due sentenze che demoliscono due icone della arrogante e snob sinistra mondiale.
Mentre la corte costituzionale italiana presieduta dal quasi novantenne Amato (quello che trent'anni fa si intrufolò nottetempo nei nostri conti correnti per sottrarci il sei per mille dei nostri risparmi) emette sentenze o dichiarazioni a raffica a favore delle istanze più distruttive per la nostra Società, contribuendo a demolire i pilastri di un Civiltà avviata alla dissoluzione (eutanasia mascherata da "suicidio assistito", doppio cognome, costituzionalità dell'invio di armi all'Ucraina, costituzionalità dell'obbligo vaccinale e relative sanzioni ...) negli Stati Uniti, da sempre avanguardia di ogni cambiamento che, fino ad oggi, si era concretizzato in tante picconate ai Valori della Tradizione, si sono uditi due squilli di tromba di rinascita civile.
E' stata infatti dichiarata incostituzionale una legge dello stato di New York (governato dalla sinistra) che voleva imporre limiti alla vendita di armi.
La Corte Suprema ha invece confermato la piena validità del Secondo Emendamento che garantisce ad ogni cittadino la libertà di difendersi e, quindi, di comprare e portare armi.
Portano le armi gli uomini liberi, mentre sono gli schiavi o i sudditi quelli ai quali uno stato invasivo impedisce di girare armati.
Ma ben più rumore ha fatto la sentenza, già anticipata ma resa nota solo ieri, con la quale, dopo cinquanta anni, viene fatto decadere il principio per cui una legislazione sull'aborto veniva imposta in tutti gli stati, a prescindere dalla volontà legislativa locale.
Contrariamente alla canea che è sorta in tutto il mondo (occidentale, si intende) veicolata dai soliti servizietti di stampa, radio e televisione che danno la parola solo ad una parte, la sentenza non vieta e non rende di nuovo l'aborto un reato.
Ma, nel pieno e più profondo spirito federale, demanda la sua determinazione alle specifiche leggi dei singoli stati che quindi, in base alla sensibilità ed alla coscienza dei cittadini di quello stato, ne regoleranno la pratica o la vieteranno.
L'aborto non è un diritto, non è una conquista, non è un momento di festa e di gioia, ma, soprattutto, non è un valore, al massimo può essere considerato una dolorosa necessità in determinati, circoscritti casi a tutela della salute della donna e da valutarsi singolarmente, di volta in volta, con ogni cura e attenzione.
E come diceva il Presidente Reagan: “L'aborto viene sostenuto solo da persone già nate”.
Una prevaricazione contro chi non si può difendere, ancora più crudele di quella che commetterebbe uno già in pensione (facciamo l'ipotesi che la Fornero ...) che legiferasse per aumentare l'età pensionabile.
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