A me gli ucraini erano simpatici.
Intanto perchè, al momento del crollo del comunismo, optarono per l'autonomia dalla Russia che a me, anticomunista sin dalle mie vite precedenti, è sempre stata sinonimo di comunismo, Unione Sovietica, Stalin, Lenin.
Poi perchè al tempo uscì una simpaticissima pubblicità di un pilota che cadeva all'est e incontrava una contadina che, al suo "russa?", rispondeva con accento tipico e involontariamente comico, "ucraina", accentuando la "i".
Infine perchè negli ultimi anni di vita i miei vicini furono assistiti da una badante ucraina che ho sempre definito "la sentinella del condominio" perchè, non alta, ma molto larga, invece di rispondere al citofono, quando sentiva suonare si affacciava alla finestra e, con il suo accento duro, chiedeva "cosa volete !", smontando ogni velleità di disturbatori vari.
Sono quindi dispiaciuto nel dover prendere atto che l'incapacità di Draghi e compagni è arrivata al punto da provocare in me (e non credo di essere il solo) un rigetto verso l'Ucraina e, soprattutto il suo comico con i tacchi a spillo.
Sono bastati appena cinque mesi di narrazione faziosa e monocorde, per non vedere più, nei Russi, Stalin e Lenin, ma raffigurare gli Ucraini con le facce di Macron, Draghi, Biden, Von der Leyen e compagni, avvolte nella bandiera dell'Unione del Male.
E intanto a pagarne il prezzo siamo solo noi che adesso registriamo anche il taglio nelle forniture di gas, con la stampa servile che si affretta a riportare le parole falsamente rassicuranti di Cingolani, sottopancia di Draghi sulla transizione ecologica, che dice che non ci sono problemi ... per il momento !
Per il momento, appunto.
E lo spettro del razionamento invernale si avvicina, grazie a Draghi e alla sua politica guerrafondaia.
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