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19 giugno 2022

I fatti separati dalle opinioni

Negli anni settanta il settimanale Panorama era schierato con la sinistra socialcomunista e, nel solco della abituale ipocrisia menzognera della sinistra, aveva, come sottotitolo nella testata, "i fatti separati dalle opinioni".

Non era vero.

I fatti venivano presentati in base all'ottica delle opinioni di chi li raccontava, quindi li manipolava per farne uscire la tesi che, pregiudizialmente, voleva affermare.

E' esattamente quello che accade oggi con la quasi totalità della carta stampata e dei programmi radio e televisivi, orientati a far propaganda ad una tesi di parte, fino al punto di arrogarsi il diritto di enunciare le tesi contrarie senza peraltro chiamare a testimoniare chi quelle tesi sostiene, ma appaltandole a chi quelle stesse tesi contrasta, rendendo comprensibilmente faziosa anche la loro enunciazione.

Ma ciò che più è grave è che questo malvezzo di enunciare fatti in base alla propria ottica, viene da oltre due anni applicato da signori (che non chiamerei giornalisti) proni davanti al potere.

Politico e, soprattutto, finanziario.

Se la stampa, il giornalismo, era nato per informare e, successivamente, per rappresentare una difesa dei comuni cittadini dalla propaganda di chi ha il potere, adesso è in gran parte funzionale al potere stesso, rilanciandone le parole d'ordine, preparando il terreno alle leggi peggiori di repressione del dissenso e delle opposizioni, raccontando il mondo come il potere vuole che ci si immagini sia e non come realmente è.

Poichè tutto ciò non basta per eliminare il dissenso, ecco che escogitano altri strumenti e si inventano, con la classica terminologia inglese, le "fake news" e vorrebbero sanzionare chi le diffonde, ma con l'ovvio presupposto che siano loro stessi, i servitori del potere, a decidere quale sia una fake news.

In sostanza vogliono essere giudici e carnefici.

Nascono così commissioni contro "l'odio" (salvo poi vomitare impunemente il loro odio per chi non la pensa come loro, come nel caso delle aggressioni a Giorgia Meloni) e leggi ad hoc per sanzionare, addirittura penalmente quello che loro chiamano "istigazione all'odio".

Non si rendono conto che il loro comportamento mira solo a impedire la libera espressione di opinioni.

Le leggi e le commissioni contro le fake news, puntano ad atrofizzare il pensiero, incanalandolo verso una massificazione di cui il gregge ne è la rappresentazione grafica.

I cattocomunisti, pronipoti dell'Inquisizione e di Stalin, oggi felicemente uniti, non vogliono "separare i fatti dalle opinioni", perchè significherebbe incentivare le persone a riflettere e quando uno riflette non può certo aderire alle posizioni espresse dai grigi burocrati del pci/pds/ds/pd.

E invece è proprio necessario conoscere i fatti, nudi e crudi e dare ugualmente spazio alle opinioni, di qualunque genere, natura o indirizzo.

Perchè le opinioni sono espressione di un ragionamento che possiamo respingere o condividere, ma comunque obbligano ad argomentare, quindi a ragionare, riflettere e crescere.

Qualsiasi legge, commissione, sentenza, condanni l'espressione di una opinione, qualsiasi, è da rifiutare.

Lo aveva scoperto Voltaire quasi tre secoli fa.

Non depone a favore dell'Uomo pensare che nel terzo millennio ci sia ancora qualcuno che vorrebbe espellere dalle trasmissioni televisive e magari sanzionare penalmente chi esprime idee differenti da quelle gradite al potere.

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