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21 giugno 2022

Draghi affonda l'Italia ogni giorno di più

Come se non fossero sufficienti le restrizioni illegittime (ancorchè legali) alla libertà individuale durante la dittatura sanitaria e il massiccio ingresso di clandestini che quotidianamente le ong ci scaricano senza che Draghi e la Lamorgese sentano il bisogno di qualche respingimento, arrivano le conseguenze nefaste della scelta di Draghi e Mattarella di posizionare l'Italia sulla linea del fronte di guerra per compiacere il comico di Kiev con i tacchi a spillo.

I giornali e i servizi radio televisivi stanno preparando il terreno ai prossimi sacrifici cui saremo chiamati da Draghi e Mattarella: il razionamento.

Un certo Tabanelli, che sembra essere l'unico espero in circolazione, sta girando le sette chiese per propagandare il verbo del razionamento.

Si parla già di togliere l'energia elettrica a tutti un paio di ore nella notte, di prossime interruzioni per industrie e anche privati, sino all'ipotesi di chiudere, sempre per qualche ora, il gas domestico.

Come se non bastasse la carenza di acqua, che segue i naturali, periodici cambiamenti climatici, porta ad ascoltare intemerate persino sul razionamento dell'acqua non solo per uso agricolo, ma persino per uso domestico.

Certamente non è tutta colpa di Draghi, ma tutto è precipitato da quando quel fenomeno è entrato a palazzo Chigi, ingannando gli Italiani e, quel che è più grave, i capi di partito, sulle sue qualità.

Persino Salvini non riesce a liberarsi dalla soggezione verso costui, nonostante l'emorragia di voti che gli costa e questo aumenta ancora di più la stima verso Giorgia Meloni che, pur insultata e considerata dalla sinistra una borgatara ignorante, ha avuto il buon senso, il fiuto e l'intelligenza politica di non farsi incantare da Draghi.

Draghi, di tutto ciò, non se ne cura e straparla di massimi sistemi, di anni futuri, di principi ai quali (come è dimostrato dalla soppressione di diritti e libertà fondamentali  durante la dittatura sanitaria) non crede e non applica.

Almeno assumesse le decisioni anche per evitare i razionamenti: immediato ripristino delle trivellazioni su terraferma e in mare, riapertura di tutte le centrali di ogni ordine e grado, immediato avvio di costruzione di una centrale nucleare in ogni regione, lasciando che i gretini strepitino e, quando manifestano, ad esempio bloccando il GRA, usando nei loro confronti le stesse misure (e questa volta con motivato fondamento) adottate contro Puzzer e gli altri che manifestavano contro il lasciapassare, l'obbligo vaccinale e l'esclusione degli ultra cinquantenni dal lavoro e dallo stipendio.

Invece no, Draghi parla, parla, parla e ci indebita con i suoi amichetti dell'Unione del Male in modo che, dopo le prossime elezioni, qualora si formasse un governo nazionalista, sarebbe ricattato e ricattabile per il debito accumulato.

Preferisce far preparare il terreno dai suoi valletti per i razionamenti ormai prossimi.

Mentre ci sarebbe una strada maestra per evitare il crollo del nostro Benessere e l'abbandono progressivo del nostro tenore di vita: revocare le sanzioni alla Russia, ricordandosi che possiamo tornare ad essere una Nazione Sovrana e Indipendente.

Ci vorrebbe solo un minimo sindacale di Dignità in chi ci rappresenta ricoprendo cariche istituzionale.


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