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No alla deriva

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17 febbraio 2024

Chi ha paura di camminare con le proprie gambe ?

Da Nazionalista credo che l'Unità d'Italia sia un bene prezioso e intendo l'Italia tutta, comprensiva di Istria, Fiume e Dalmazia.

Inutile rivangare la nostra Storia che, dopo la caduta di Roma, ci ha visto divisi per secoli, in buona parte per colpa della chiesa che non voleva uno stato unitario che le avrebbe sottratto il potere temporale, ma anche delle scelte dell'unico stato che ebbe un ruolo di primo piano a livello internazionale, la Repubblica di Venezia, che, però, preferì l'espansione di carattere commerciale via mare alla estensione in terra ferma.

Solo dopo secoli di dominazione straniera e con grandi sacrifici siamo riusciti a stabilizzare uno stato unitario, monco nella parte orientale che però ha pagato le precedenti divisioni e culture.

Adesso viene proposta una autonomia definita "differenziata" che, senza ridurre i trasferimenti ad oggi effettuati dalle regioni più produttive a quelle che ancora necessitano di assistenza, imporrebbe un miglior utilizzo e finalizzazione dei fondi a disposizione.

Il tutto senza sottrarsi al dovere della solidarietà nazionale (solidarietà, concetto e pratica ben differente dall'assistenzialismo !) a fronte di eventi catastrofici straordinari.

In sostanza si chiede a chi amministra le regioni rimaste ancora indietro, di migliorare la propria capacità di utilizzo delle risorse, tagliando le spese inutili, quelle improduttive e l'assistenzialismo eterno.

Il tutto senza intaccare l'unitarietà delle stato che viene anzi rinforzata dalla previsione di un primo ministro eletto direttamente dal Popolo (preferirei il presidente della repubblica ma, come primo passo, è accettabile anche il primo ministro).

Sorprende che a protestare animosamente e istrionicamente siano alcuni politici del sud, quando a beneficiarne sarebbe prevalentemente il meridione come dimostra la intelligente destinazione dei ricavi derivanti dai pozzi di petrolio e gas in Basilicata a favore di una riduzione corposa dei costi dell'energia per i cittadini della Basilicata.

Viene quindi il sospetto legittimo che con la autonomia differenziata si vada ad intaccare un sistema di potere e di affari che si è consolidato in 79 anni di assistenzialismo con la cassa per il mezzogiorno e tutte le altre iniziative che l'hanno sostituita.

Un cambiamento doveroso perchè se, dopo quasi 80 anni, il problema non è risolto nonostante le ingentissime risorse ivi immolate, è giusto e obbligato cambiare strategia.

Io mi sarei invece aspettato che i politici del meridione fossero i principali sostenitori di tale autonomia, sia per una questione di dignità (scriverebbe la parola fine all'assistenzialismo improduttivo) sia per la convinzione di saper gestire le ampie risorse del sud (a cominciare dal turismo, agevolato dai paesaggi naturali e dal clima) a beneficio di tutti i cittadini che hanno affidato loro le chiavi del loro destino.

Perchè invece hanno paura a camminare sulle loro gambe ?

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