In sostanza Sgarbi, critico d'arte, non potrebbe svolgere la sua professione attraverso conferenze retribuite perchè sarebbero in conflitto di interessi con il suo ruolo alla Cultura.
A me pare una scemenza inaudita.
E' come se si fosse chiesto ai medici che sono stati ministri della Sanità (da Veronesi a Sirchia, dalla Grillo all'attuale Schillaci) di rinunciare a svolgere la loro professione, o agli avvocati di rinunciare ad esercitare se ministri o sottosegretari.
E che dire di tutti i prefetti dei governi tecnici finiti al ministero dell'Interno ?
E il discorso potrebbe continuare con professori di economia, dipendenti della Banca d'Italia, ufficiali delle Forze Armate, imprenditori, insegnanti, tanti inseriti, come ministri o sottosegretari, nei governi per occuparsi di questioni legate alla loro professione.
Ben venga un esperto della materia a gestire un ministero, anche se siamo tutti consapevoli che ogni esperto ha le sue idee, preferenze, esperienze, per cui ci sarà sempre un altro esperto che lo criticherà pensando di poter fare meglio.
E del resto è pessimo esempio chiedere ad un professionista di rinunciare ad esercitare la sua professione, cioè a guadagnarsi in modo libero e autonomo la propria remunerazione, perchè allora le scelte sarebbero solo due.
O il professionista si adegua e diventa un mantenuto dallo stipendificio statale, oppure non si adegua e quelle posizioni ministeriali verrebbero spartite solo tra i parrucconi della burocrazia, cioè da chi già è mantenuto dal lavoro di tutti noi.
Magari è proprio questo cui aspirano quelli dell'antitrust che vogliono le dimissioni di Sgarbi.
1 commento:
Purtroppo esiste la legge Frattini del 2004 sul conflitto di interessi che vieta a un uomo di governo l'accumulo delle cariche. Una pessima legge, contestata anche da Cacciari.
https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_20_luglio_2004,_n._215#:~:text=La%20legge%2020%20luglio%202004,tema%20di%20conflitto%20di%20interessi.
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