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25 febbraio 2024

La buccia di banana dell'Ucraina

Mi ha molto disturbato che la prima uscita di Giorgia Meloni quale presidente del G7 sia stata così smaccatamente a sostegno delle pretese di Kiev.

Solitamente le riunioni del G7 sono una mera passarella, perchè tutto viene preventivamente delineato dai "negri", che oggi si devono chiamare "sherpa", cioè dai funzionari esperti di diplomazia e degli argomenti all'ordine del giorno, con una bozza che, previa approvazione politica dei governi interessati, viene poi solennemente approvata in sede di riunione.

Quindi la riunione ha soprattutto un valore di conoscenza interpersonale tra i presidenti, dove gioca molto la capacità empatica e, per la nazione che a turno presiede, dare visibilità alle bellezze di alcune località nazionali.

La Meloni ha invece preferito un segnale politico, riunendo il G7 a Kiev, con la presenza fisica di personaggi che sarebbe meglio evitare (Zelenski, la Von der Leyen, Trudeau e il premier belga che sta spingendo, da presidente di turno della ue, per una accelerazione sulla follia verde) e con gli altri, tranne Macron che ha preferito farsi fischiare alla fiera agricola, in videoconferenza.

Ma oltre alla infelice scelta del luogo, c'è da stigmatizzare la rinnovata presa di posizione, senza se e senza ma, a favore dell'Ucraina, quando, quanto meno per ragioni di opportunità, sarebbe stato meglio sfumare il sostegno manifestato per cercare di riacquisire una parvenza di equidistanza sia per favorire gli interessi nazionali, che per proporsi quale mediatori tra i contendenti.

Sicuramente la Meloni è sincera nelle sue affermazioni sulla importanza dell'Ucraina a difesa di tutta l'Europa, ma anche chi, come me, non crede che la Russia voglia papparsi l'Europa (dopo la caduta del comunismo, anzi, è esattamente il contrario come dimostrano gli ingressi delle nazioni ex Patto di Varsavia nella Nato e nella ue), è sincero nel dire che per la Meloni e per Fratelli d'Italia l'Ucraina rischia di diventare quella buccia di banana che per la Lega fu l'ingresso nel governo Draghi con i cattocomunisti e il voto per Mattarella al Quirinale.

Alle europee c'è la possibilità di scelta tra Fratelli d'Italia e Lega e se i primi continueranno ad inciampare in politica estera e i secondi, al contrario, manifesteranno più prudenza magari aggiungendo candidati di valore come potrebbe essere il Generale Vannacci, allora si riapre il discorso di chi votare.

Salvini ha sicuramente compreso la lezione che noi elettori gli abbiamo impartito dopo le sue infelici operazioni Draghi e Mattarella, forse è giunto il momento che noi elettori si impartisca analoga lezione anche alla Meloni.

1 commento:

Nessie ha detto...

Aver presieduto a un G7 così screditato (era presente il bloccatore di conto correnti ai camionisti canadesi Trudeau e quella von der Leyen che ci deve spiegazioni sui contratti coperti da segreto militare tra lei e Pfizer), vincolare l'Italia e gli Italiani a questo famigerato "patto per la sicurezza", senza nemmeno un passaggio parlamentare, lo trovo un fatto gravissimo.
Come gravissimo, da parte della Meloni, è l'aver palesato silenzio e condiscendenza all'infame proposta di Zelensky di stilare una lista di proscrizione di personalità intellettuali italiane "filo-putiniane". A casa nostra, Zelensky non ci deve dare proprio nessuna lezione di democrazia. Non bastano i denari per le armi sottranedoli al nostro bilancio, ora il comico di Kiev vuole anche "zittire" voci scomode.

https://comedonchisciotte.org/zelensky-liste-di-proscrizione-e-cancellazione-dei-visti-per-gli-italiani-pro-putin/