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15 febbraio 2024

Non mi piacciono le telefonate dialoganti con i cattocomunisti

La stampa cattocomunista ha dato ampio spazio e pubblicità alle due (pare) telefonate intercorse tra il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario del pci/pds/ds/pd Elly Schlein quale capo del più rappresentativo partito di opposizione.

Tali colloqui sembrano avvenuti con la finalità di raggiungere un accordo sulle mozioni da approvare in parlamento in ordine alla guerra in medio oriente.

Non mi piacciono questi dialoghi che non portano a nulla, ma solo a far percepire una sorta di sovrapponibilità tra il Centro Destra e la sinistra, tra la Meloni e la Schlein, dando spazio ai Conte e alle liste monotematiche.

Mi stupisco inoltre dell'astensione del Centro Destra sulla mozione cattocomunista, molto, troppo sbilanciata verso i palestinesi.

Nonostante infatti io abbia 67 anni, non ricordo periodi, da quando cominciai a seguire i fatti del mondo, in cui non vi fossero notizia circa dirottamenti, attentati, azioni terroriste dei palestinesi.

E ricordo molto bene i massacri di Monaco e di Fiumicino, l'assassinio di un ebreo americano disabile sull'Achille Lauro, i telegiornali che aprivano quotiianamente con notizie di dirottamenti aerei, di Arafat che trattava con il mitra in mano con Re Hussein e poi andava a parlare alla, sin da allora, compiacente tribuna dell'onu.

Ricordo anche il favore che abbiamo fatto ai terroristi libanesi degli Hetzbollah prestando anche truppe Italiane come interposizione tra loro e gli Israeliani.

Negli anni i terroristi si sono rafforzati, riarmati e dominano nell'intero Libano.

Mi auguro che non si faccia altrettanto salvando i terroristi di Hamas.

Quindi non possiamo avere nulla a che spartire con i cattocomunisti.

E se (forse) anche loro sono sinceri nell'auspicare la pace tramite un primo cessate il fuoco, non possiamo certo avere le medesime finalità.

Comprendo il desiderio della Meloni di essere "riconociuta" dalla stampa cattocomunista che è tuttora egemonica, ma il suo rischio è di perdere il consenso popolare, esattamente come accadde a Salvini quando entrò nel governo Draghi con i cattocomunisti.


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