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04 febbraio 2024

Il Principe che non fu mai Re

Ieri, alla "bella" età di 87 anni che avrebbe compiuto il 12 febbraio, è deceduto Sua Altezza Reale, Vittorio Emanuele di Savoia.

Destinato alla nascita a diventare Re d'Italia, a causa di una norma infame, abrogata solo nel 2002 in piena Era Berlusconi, fu costretto a vivere all'estero, in esilio, senza avere alcuna colpa se non l'appartenenza ad un Casato al quale l'Italia e tutti noi Italiani dobbiamo molto, anche se ci si ricorda solo della parte finale.

Sottolineo che fu esiliato all'età di 9 anni e ne aveva 11 quando entro in vigore la XIII disposizione transitoria e finale della costituzione del 1948, abrogata solo nel 2002, quando Vittorio Emanuele aveva già 65 anni.

La sua vita fu sotto i riflettori per le vicende mondane, per il matrimonio con una "borghese" che fu motivo di dissidio con il padre, Umberto II e che è un pretesto per legittimare la pretesa al Trono che non c'è da parte del Ramo dei Duchi d'Aosta.

Non ho alcun interesse a prender parte alla diatriba tra chi è più legittimo di chi, ma mi piace svolgere una considerazione.

Considerata la serie di presidenti che abbiamo avuto e continuiamo ad avere, da Pertini in poi, con l'esclusione di Cossiga, unica luce, preferirei essere in una monarchia, anche con sovrani che possono essere discussi nelle loro scelte, assunte peraltro in assenza del ruolo istituzionale, anche solo di effettivo principe ereditario, piuttosto che essere rappresentato dai presidenti della repubblica che abbiamo avuto e abbiamo.

Un re, per quanto dubbioso, incerto, travicello, non ha bisogno di voti, di consensi parlamentari, di organizzarsi una maggioranza e, soprattutto, non ha trascorsi politici di parte.

Un re è, in assoluto, quanto di più super partes possa esserci.

Certamente ha le sue opinioni, le sue simpatie, in privato effettua le sue scelte, ma non interferisce, non complotta in base alla sua appartenenza, perchè non ha appartenenza se non alla Nazione.


Si guardi ai sovrani del nord Europa che prendono atto della maggioranza parlamentare che esce dalle urne, quindi del voto popolare e incaricano il leader del partito vincente, che sia liberale, nazionalista o socialista.

Un re non avrebbe mai complottato attivamente per rovesciare Berlusconi nel 2011, ma avrebbe sciolto le camere come richiedeva Berlusconi, per far scegliere al Popolo e, quindi, essere notaio di quelle scelte.

Un re non lo eleggo io, perchè il trono è ereditario, ma neanche il presidente della repubblica lo scelgo io, perchè è il frutto di uno scambio di voti e concessioni tra partiti, come dimostra l'elezione di Mattarella votato persino dalla Lega che poi, meritatamente, ha pagato dazio vedendo molti suoi elettori, incluso il sottoscritto, spostare la propria preferenza sull'unico partito, Fratelli d'Italia, che non votò Mattarella (e non era entrato nel governo Draghi con i cattocomunisti).

L'alternativa migliore al re, paradossalmente, è un presidente eletto direttamente dal Popolo, cioè un re elettivo, con scadenza predeterminata e magari (non sono sicura della bontà di un simile vincolo) con limiti di reiterare più di un tot di volte il mandato.

Sarebbe un re elettivo di parte, ma risponderebbe anche al Popolo delle sue scelte, si metterebbe in gioco ad ogni elezione e i suoi atti, anche i suoi complotti, sarebbero assoggettati al giudizio popolare.

Rappresenterebbe la Nazione, anche se eletto solo da una prte dei cittadini, ma, almeno, sarebbe esplicitamente e onestamente di parte e non si nasconderebbe dietro la cortina fumogena del rappresentante di tutti, quando non è assolutamente vero.

Inoltre verrebbe eletto perchè già di suo avrebbe dato dimostrazione delle sue capacità, dei suoi orientamenti e l'autorevolezza sarebbe sua personale e non derivata, come sta accadendo ai presidenti della repubblica italiana, dal ricoprire quel ruolo.

Ieri ho ascoltato il segretario dell'Unione Monarchica affermare che la Monarchia tornerà.

Io non lo so ma, allo stato delle cose, posso sperarlo.

Chiunque potrà essere designato re.

Un pensiero per il Principe che non fu mai Re.

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