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05 febbraio 2022

Berlusconi senza bussola nel labirinto centrista

Se Atene piange, Sparta non ride.

Vecchio proverbio che evidenziava come due acerrimi nemici si fossero inferti ferite tali che ogni vittoria era provvisoria, ma i danni erano permanenti.

Lo stesso si potrebbe dire per la politica italiana dove, ormai in via di estinzione il movimento grillino, si dovrebbe tornare alla contrapposizione fra destra e sinistra.

Ma l'Italia è bizantina e curiale, patria degli Azzeccagarbugli e dei dottor Sottile e così riemerge sempre l'anomalia centrista, sistematicamente sconfessata dalle urne dopo la fine della democrazia cristiana.

Non mi interessa la sinistra, chiunque stia da quella parte per me è il nemico.

A me interessa il Centro Destra scosso dalla sconfitta sul Quirinale e dalla pessima prova che ha dato come stratega e leader di coalizione Matteo Salvini, peraltro il miglior ministro degli Interni che l'Italia abbia avuto da decenni a questa parte.

Penosa la difesa di Salvini che definisce "ingenerosa" la Meloni, vantando di aver sacrificato il suo partito "per l'Italia", perchè c'è una pandemia, ma non convince nessuno.

Ha gioco facile la Meloni a riproporre i brani delle sue risposte all'aggressione televisiva subita da un Porro "santorato", quando chiede se è influire accodarsi a votare un presidente pd, votato sette anni fa dal pd o se lo è accettare limitazioni della libertà individuale tramite il lasciapassare.

O restare in un governo che verso i clandestini adotta una politica che è l'opposto di quella del Ministro Salvini.

Ancora peggiori, però, le esibizioni di un Berlusconi che, a quasi 86 anni, continua ad ascoltare consiglieri fraudolenti e adesso riapre a Casini, eletto senatore prima da Monti (e furono i voti che mancarono al Centro Destra per governare nel 2013) e poi dal pci/pds/ds/pd nella rossa Bologna.

Berlusconi sembra impegnato a ricostruire quel centro che lui aveva contribuito a dissolvere nel 1994.

Grandi manovre fra Toti e Renzi (?!?!?), Lupi e Quagliarello che dopo averci provato affossando Fini, adesso continuano a proporre l'abbraccio della morte a Berlusconi.

Sicuramente il centro muoverà voti, magari quel 10% circa che fu nel 1994 di Segni e Martinazzoli e quindi di Monti alleato con Fini e Casini.

Un pacchetto di voti che potrebbe decidere da che parte potrebbe pendere l'ago della bilancia.

Un 10% che potrebbe aumentare (ma non credo di molto) con Berlusconi che ha una Forza Italia ridotta al 7%, ma dubito riuscirebbe a portarsi dietro tutti gli elettori, parte dei quali opterebbero per la Meloni o Salvini.

Sicuramente c'è una parte dell'elettorato, soprattutto meridionale, molto ondivago perchè sensibile al potere, a chi lo rappresenta o, almeno, a chi venisse considerato un possibile vincitore.

Ma anche adesso, nel periodo più buio, Fratelli d'Italia e Lega sono accreditati dal sondaggi di oltre il 38% dei voti, un pacchetto di mischia che costringerebbe tutti gli altri ad imbarcarsi in una ammucchiata, dove gli appetiti di tutti costringerebbero qualsiasi governo a limitarsi alla distribuzione delle prebende alle rispettive clientele.

A ben vedere che Berlusconi si attovagli con Casini, Toti, Lupi e Renzi non sarebbe altro che un contributo alla chiarezza.

Chiarezza che dovrebbe vedere Lega e Fratelli d'Italia ritrovare una unità di intenti e di azione, per aggregare anche tutte quelle iniziative sorte in opposizione alla dittatura sanitaria ma che non avranno mai alcun significativo peso elettorale e parlamentare.

Una chiarezza che, come ha perfettamente esposto ieri Marcello Veneziani ne La Verità, non può che iniziare con l'uscita della Lega dal governo.

Fino ad allora vorrei che Fratelli d'Italia proseguisse in solitaria, evitando gli errori come quello di applaudire Mattarella, agendo come se dovesse andare al voto senza alleati.

E in questo quadro non so se una eventuale riforma in senso proporzionale sarebbe così nociva per la Destra Italiana.

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