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09 febbraio 2022

Giustizia: non servono riforme gattopardesche

Non è passata neppure una settimana dal pistolotto di Mattarella a camere riunite, con la sua intemerata sui problemi della giustizia, che vediamo quanto sia tenuta in considerazione.

Un tribunale, sia pur su ricorso di tre iscritti, ha emesso una ordinanza (se ho capito bene: inaudita altera parte, cioè senza aver ascoltato le ragioni della parte convenuta) con la quale si dichiara decaduto Conte da presidente del movimento cinque stelle.

Un altro magistrato, su ricorso di un ospedale bolognese, ha sottratto, limitatamente alla operazione in programma, la potestà parentale ai genitori che si opponevano non ad un intervento necessario al figlio, ma ad una trasfusione di sangue senza aver prima contezza della provenienza di tale sangue, richiedendo sangue da donatori non vaccinati (e si erano resi disponibili ben in 44).

Non so se sia più grave l'intromissione della magistratura nella gestione di un partito, influenzando quindi la politica in modo surrettizio e senza sottoporsi al giudizio degli elettori, l'unico che conti realmente, perchè l'unica volontà che conti è quella popolare, oppure l'intromissione nella Famiglia, imponendo la trasfusione di sangue proveniente da chiunque, contribuendo ad accreditare la aberrante teoria per cui i figli appartengano allo stato.

Forse è più grave che cittadini singoli o per conto di un ospedale ritengano di poter ricorrere alla magistratura (che, peraltro, interviene invece di archiviare) per far alterare le scelte legittime che sono state assunte all'interno di un partito (quando non si condividono idee di partiti, sindacati e associazioni, ci si dimette e si cambia o se ne costituisce uno proprio) e per limitare la possibilità dei genitori di educare e curare i figli in base ai propri insindacabili criteri.

E' la decadenza di una società quando ci si deve rivolgere ad un magistrato per ogni minima questione che non si ha il coraggio, la coerenza, la forza di risolvere in proprio.

I magistrati dovrebbero rifiutarsi di procedere su simili ricorsi, così come dovrebbero archiviare (e forse lo fanno, perchè dopo gli annunci non se ne sente più parlare se non in casi residuali) le miriadi di querele che vengono annunciate ad ogni piè sospinto, se appena qualcuno guarda storto qualcun altro o lo sbertuccia in un pubblico cinguettio.

Una vera riforma della giustizia si avrà quando sarà stato imposto ai magistrati un ben chiaro il perimetro di intervento e quella non sarebbe una riforma, ma una autentica, salutare Rivoluzione.

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