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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

28 maggio 2022

Il 12 giugno è meglio votare

Il 12 giugno avremo una tornata elettorale.

Ancora non è quella che aspettiamo da tre anni e che speriamo possa cacciare Draghi da palazzo Chigi e spedire finalmente i cattocomunisti in una lunga opposizione, ma che può avere una sua importanza.

Non certo per i sindaci che saranno eletti o trombati, quanto per i cinque referendum promossi dalla Lega (e purtroppo anche dai radicali) sul tema giustizia.

Non firmai la richiesta di quei referendum perchè non intendo mischiarmi ai radicali da cui mi divide tutto.

Ma appare opportuno parteciparvi, per non lasciare nulla di intentato per migliorare la nostra condizione, visto che cinque quesiti sono stati ammessi, anche se la corte costituzionale, in base ad arzigogolati sofismi da Azzeccagarbugli che possono però sintetizzarsi nel proverbio "cane non mangia cane", ha bocciato quello più rilevante, per la responsabilità personale dei giudici che, così, quando sbagliano, continueranno a far pagare i loro errori a tutti noi attraverso i risarcimenti dello stato e non di tasca loro come capita a tutti gli altri lavoratori.

Restano comunque cinque quesiti che, pur essendo strettamente tecnici, hanno anche una valenza politica, un paio dei quali (custodia cautelare e legge Severino) anche di forte impatto.

1) Sistema di elezione del consiglio superiore della magistratura

Il referendum intende abrogare le norme che agevolano la politicizzazione e l'organizzazione in correnti della magistratura, che provoca il cosiddetto "sistema Palamara". E' tema tecnico che riguarda la vita interna della magistratura, ma assume una valenza politica considerando che non è indifferente che un magistrato sia di una parte politica, piuttosto che di un'altra quando uno viene imputato per presunti reati in base ai nuovi orientamenti del politicamente corretto.

2) Valutazione dei magistrati

Molto tecnica è la valutazione dei magistrati, anche se il referendum tende ad ottenere la possibilità di far partecipare al giudizio anche degli avvocati, evitando che, unici al mondo, i magistrati siano valutati solo da altri magistrati, applicando quindi il principio già citato del "cane non mangia cane".

3) Separazione delle carriere

L'importanza di questo referendum sta nel fatto che, ove vincessero i "sì", un pubblico ministero non potrebbe diventare giudice e non si correrebbe il rischio di vedersi giudicare in appello da chi avesse sostenuto l'accusa contro di noi in primo grado. Potrebbe anche essere il primo passo per un diverso reclutamento dei magistrati, da me ampiamente sostenuto, mutuato dagli Stati Uniti, per cui il procuratore viene eletto, per un determinato periodo di tempo, dai cittadini in modo che persegua gli interessi dei cittadini combattendo la criminalità che maggiormente turba una comunità e sottoponendosi al nostro giudizio ogni quattro o cinque anni, potendo peraltro nominare i suoi sostituti, superando il sistema dei concorsi e dei burocrati eternamente incollati alla poltrona. Mentre i giudici potrebbero essere nominati tra giuristi di chiara fama ed esperienza dal sindaco, presidente di regione, presidente del consiglio e sottoposti a conferma con una maggioranza qualificata dei rispettivi organismo elettivi.

4) Limiti agli abusi della custodia cautelare

E' uno degli strumenti più odiosi e medievali che viene tuttora usato per fiaccare un oppositore (ad esempio i dirigenti di Forza Nuova tenuti in carcere per mesi, senza processo, dopo la manifestazione contro la dittatura sanitaria del 9 ottobre 2021 ed ora, se non erro, agli arresti domiciliari, sempre senza un processo concluso con sentenza passata in giudicato). Nei tempi passati la privazione della libertà personale, senza mandare gli imputati davanti ad un giudice, era applicata per estorcere confessioni prendendo il prigioniero per stanchezza. Appena un gradino più civile rispetto all'uso della tortura. Limitare gli abusi significa porre paletti precisi alla custodia cautelare e, in prospettiva, non tenere nessuno, se non in presenza di flagranza di reato, in carcere senza processo.

5) Abrogazione della legge Severino

La legge Severino (dal nome dell'allora ministro per la giustizia) è una delle tante nefandezze del governo Monti. Per mero giustizialismo, per soddisfare la parte peggiore degli istinti bestiali che albergano in ognuno di noi, moderna versione del popolino che assisteva alla ghigliottina ed esultava per ogni testa nobiliare che rotolava tra la folla. La legge Severino mi risulta applicata poche volte a qualche amministratore locale, ma se si chiede in giro a chi sia stata applicata, tutti risponderebbero con un nome solo: Silvio Berlusconi. Tale legge è quindi percepita come una legge ad personam, da respingere moralmente prima ancora che giuridicamente.

Sono pertanto cinque SI' non tanto pensando di trasformare la giustizia italiana in vera Giustizia, quanto per limitare i danni che il sistema attuale produce a tutti noi, dando ad una casta, quella dei magistrati, una condizione di privilegio che nessuno di noi, neppure chi era medico durante la dittatura sanitaria, ha mai avuto.

E poichè la vittoria dei cinque SI' darebbe un colpo al sistema, non solo della giustizia, ma anche del regime che è puntellato anche da questa giustizia, i nemici di ogni Giustizia vera puntano all'affossamento dei referendum facendo saltare il quorum che dovrà essere obbligatoriamente del 50% più uno degli aventi diritto che vadano a votare.

E questa è una colpa gravissima da imputare ai radicali, con l'abuso dello strumento referendario che hanno posto in atto negli ultimi cinquanta anni.

1 commento:

Nessie ha detto...

Farò anch'io un richiamo ad andare a votarli prima del 12. Intanto ti giro questo bell'articolo di Cultura e Identità (giornale mensile che ho comprato qualche volta), dove entra esaustivamente nel merito:


https://culturaidentita.it/referendum-giustizia-2022-perche-votare-si/