A dimostrazione che le disgrazie non vengono mai sole, dopo virus cinese, guerra, sanzioni, ddl Zan, carestia, Draghi, Mattarella, Biden, penuria di gas, inflazione, ecco che rispuntano dal passato le femministe.
In una Italia che vive problemi drammatici con aziende che chiudono e una povertà in crescita, costoro cercano facile visibilità (e purtroppo per commentare mi presto anch'io) sfruttando una delle più belle, onorevoli e condivise occasioni: la Festa degli Alpini.
Posso dirlo senza timore di apparire di parte, perchè io NON sono un Alpino, avendo svolto il servizio militare in Cavalleria, nel 7° Gruppo Esplorante Lancieri di Milano (la fotografia che apre questo blog risale al marzo 1979, nella piazza della Scuola Truppe Corazzata di Caserta, in occasione del giuramento della mia classe e io sono tra coloro che portano la lancia).
Gli Alpini, però, pur non avendo nulla da rimpiangere nella mia esperienza tra i Lancieri, sono unanimemente il Corpo più in sintonia con gli Italiani che ricordano benissimo gli aiuti forniti in occasioni delle ripetute disgrazie naturali, nonchè l'impegno profuso in tempo di guerra (anche se l'immagine risulta un po' offuscata dal fatto che il famoso generale Figliuolo, quello dei vaccini, appartiene a tale glorioso Corpo).
Non credo neppure un attimo alla casualità della propaganda femminista che, prima ancora che la manifestazione di Rimini fosse conclusa, ha cominciato a berciare su presunte "molestie" che, poi, a sentire persino le interviste, si sono concretizzate in battute, ammiccamenti, inviti e, forse, qualche pacca sul sedere.
Il tutto in una cornice di festa e di allegria, quindi senza quella sordida mentalità che caratterizza le violenze (altro che molestie !) di tanti immigrati clandestini e non verso le donne ma che passano sotto il silenzio delle femministe e, a volte, vengono persino giustificati "per la loro estrazione culturale" anche da alcuni magistrati.
Per gli Alpini, invece, non vi è alcun riferimento alle tradizioni del Corpo e, anzi, persino il ministro della difesa Guerini (che in questo modo si allinea al suo capo Draghi e non è un complimento !) si è subito precipitato ad esprimere una condanna.
Ed a fare più schifo sono proprio quegli uomini al guinzaglio che si affrettano a condannare senza conoscere, senza valutare, senza aspettare, pur di sgomitare per avere udienza dalle femministe.
Perchè se le femministe, in fondo, non fanno altro che cercare un modo per riemergere dall'oblio, per finalità proprie, costoro svendono una Identità ed una Storia per una momentanea apparizione sotto il riflettore, senza pensare al danno che fanno agli Alpini.
Analogamente vorrei citare il caso di Elisabetta Franchi, stimata imprenditrice di successo, che ha dichiarato come nella scelta del personale lei opti per assumere donne ultra quarantenni, perchè l'Azienda deve funzionare e non può attendere due anni di maternità o sostenere costi troppo alti per le sostituzioni.
Sono insorte le solite voci, maschili e femminili, che hanno messo in croce proprio un esempio di successo del mondo femminile (femminile, NON femminista !!!) per aver detto una ovvietà.
Non so quanto personale impieghi l'azienda della Franchi, ma la mia esperienza lavorativa mi dice che anche in una società strutturata, l'assenza prolungata di una risorsa crea problemi, sia per la sostituzione che all'atto del rientro del titolare del posto.
In molti ruoli, infatti, non è facile sostituire il personale, perchè sono richieste competenze e conoscenze che vanno ben oltre le semplici nozioni di base del lavoro di quella azienda e, inoltre, quando uno viene inviato in sostituzione, l'azienda (e i colleghi) investono su di lui e sarebbe contrario ad ogni logica rimandarlo al mittente quando il lungo assente rientra, con il pieno diritto alla conservazione del posto.
Solo nel privilegiato posto pubblico si possono imporre sostituzioni, spese di formazione e rientri, tanto paga Pantalone !
Ed a nulla valgono gli incentivi economici a tutela della maternità, perchè per quanto lo stato possa accollarsi assistenza, cure, asilo e quant'altro, resta sembra il problema dell'assenza, della sostituzione, del rientro e quindi del soprannumero degli addetti.
Quelli che credono di risolvere tutto con una erogazione in denaro, sono quelli che probabilmente non sanno cosa voglia dire lavorare.
Alpini e "caso Franchi", due facce di una stessa medaglia che dimostra, ancora una volta, come le disgrazie non vengano mai sole e adesso ci tocca pure il rigurgito femminista, veicolato da tanti maschietti ansiosi di far dimenticare di esserlo.
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