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No alla deriva

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28 dicembre 2023

Giorgetti sul debito ha solo ragione

Ieri, in commissione bilancio, abbiamo assistito, forse per la prima volta, alla più concreta esposizione della realtà da parte di un ministro dell'Economia.

Invece di fumose parole, tendenti a coprire le magagne e far intravvedere prospettive che non ci sono, Giancarlo Giorgetti ha sbattuto in faccia a tutti, non solo ai cattocomunisti, ma anche agli stessi esponenti della Maggioranza che continuano a spingere per nuove spese, la realtà del nostro bilancio.

Il problema non è il nuovo patto di stabilità, di poco migliore del precedente, non è il Mes, che, come ha detto Giorgetti, non era la causa del Male, ma neppure la sua soluzione.

Il problema dell'Italia è il debito pubblico che Giorgetti, prudentemente, dice "dobbiamo tenere sotto controllo" e che io direi: dobbiamo ridurre, senza tasse, ma con il taglio delle spese improduttive.

Un debito pubblico che rammento agli smemorati dell'Opposizione cattocomunista e grillina, era a 1800 miliardi quando fu rovesciato da un complotto internazionale francotedesco l'ultimo Governo Berlusconi e che, dopo undici anni di governi a trazione cattocomunista, da Monti a Draghi compresi, adesso supera i 2800 miliardi.

Mille miliardi di aumento del debito pubblico in soli undici anni.

Con soldi buttati via per monopattini e banchi a rotelle e reddito di cittadinanza, per arrivare al superbonus di cui si chiede a gran voce una proroga perchè i lavori non sono finiti.

Ma l'opportunità del superbonus, un salasso per le casse dello stato che si protrarrà ancora per almeno cinque anni, non poteva garantire la cessione dei crediti, ma solo la possibilità di cederli, ovviamente in base ad un contratto privatistico con un acquirente che se non c'è, non può essere lo stato o una partecipatta dello stato perchè raddoppierebbe il costo per le casse pubbliche.

Così come non dava la possibilità di allungare i lavori in eterno, perchè le ditte, avide, accumulavano commesse ma non erano in grado di eseguire i lavori nei tempi previsti che avrebbero dovuto essere compresi nel contratto con un termine, con relativa penale, se non fosse stato rispettato.

La cosa più difficile del governare è togliere qualcosa che si è già dato anche se non lo si sarebbe dovuto elargire.

Tutti noi, quando riceviamo qualcosa, la riteniamo praticamente "dovuta", soprattutto se proviene da quella vaga entità che è lo stato, senza capire che se talvolta riceviamo, sono più le volte che dobbiamo pagare, tramite le tasse, questa o quella elargizione a questa o quella lobby.

Giorgetti ci ha indicato il problema, il debito pubblico mostruoso, che deve, come minimo, essere tenuto sotto controllo.

Ma se si cominciasse a far dimagrire lo stato, cancellando spese improduttive, allora si potrebbe anche pensare a ridurre il debito, iniziando un ciclo virtuoso che farebbe coppia con una rinascita dell'attività privata e della spinta propulsiva che solo il privato può conferire, nel rispetto delle esigenze di bilancio. 

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