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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

30 dicembre 2023

Si cominciano finalmente a tagliare le spese

Ieri la manovra di bilancio è stata approvata in via definitiva, senza modifiche e senza voto di fiducia.

Sono noti i provvedimenti davanti ai quali il capo dell'opposizione, Elly Schlein, non ha saputo fare altro che riproporre stereotipi femministi, quando si parlava di riduzione di tasse con l'accorpamento delle prime due aliquote irpef e il taglio del cuneo fiscale fino ai 35mila euro di reddito, virando poi su vaghe affermazioni apodittiche sugli effetti disastrosi che la manovra avrà per la vita degli Italiani.

Ma è il gioco delle parti, sarebbe abdicare al proprio ruolo se l'Opposizione dichiarasse che quella del Centro Destra è la miglior manovra dal 2012, cioè dal governo Monti (quello che, con la complicità straniera, ribaltò la volontà popolare che aveva voluto nel 2008 Berlusconi Primo Ministro).

Certo sarebbe meglio se invece di remare contro la Patria comune, prestandosi ad un umiliante vassallagio verso i governi stranieri, anche i cattocomunisti sostenessero gli Interessi Nazionali, ma non possiamo chiedere ai seguaci di Bergoglio e Zuppi ed ai nipotini di Stalin, oggi uniti nel medesimo partito, di sostenere l'Italia e non una patetica visione internazionalista, tratta da qualche film di fantascienza sui "cittadini del mondo".

Rimarco invece una piccola questione, relativa alla revoca del finanziamento pubblico verso una associazione che, fondata da Rita Levi Montalcini, studiava il cervello.

Si tratta dell'Ebra, European Brain Research Institute, che già dal nome indicherebbe una proiezione sovranazionale e che, quindi, dovrebbe trovare i suoi finanziamenti non solo in Italia, ma ovunque in Europa.

Il presidente dell'Ebra, però, ha dichiarato che senza i finanziamenti dello stato italiano, l'istituto dovrà chiudere: forse eravamo gli unici a finanziarlo ?

Io, comunque, di tale istituto non ho mai avuto conoscenza, nè ricordo di aver letto di scoperte, di studi, di un qualche cosa che, con il suo ritorno, giustificasse il permanere di un finanziamento con soldi pubblici, cioè con le tasse degli Italiani, anche le mie.

Credo quindi che abbia fatto bene Giorgetti a cancellare quel finanziamento e se l'Ebra fosse un istituto così rilevante per la ricerca europea non dubito che la solerte commissione presieduta dalla Von der Leyen, così pronta a trovare miliardi come noccioline da spedire a Kiev, troverà anche quel pugno di milioni necessari a proseguirne l'attività.

Senza considerare che, come tutti gli istituti di ricerca, la prima fonte di finanziamento non dovrebbe essere il pubblico, bensì il privato, tramite fondazioni, aziende, singoli benefattori che, valutendone l'operato e l'importanza, destinino fondi per la sua attività.

Mi darebbe da pensare se questa fondamentale gamba di finanziamento non fosse già attiva e quindi mi chiedo: nelle pieghe del nostro bilancio, quante Ebra ci sono ?


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