Centonove anni dopo il 24 maggio è la vigilia di una scadenza elettorale, comune con i secolari nemici e gli infidi alleati di allora, dalla quale uscirà un parlamento che non è tanto importante per i suoi poteri, quanto per la sua composizione.
Per noi Italiani è l'occasione di un nuovo riscatto nei confronti di un'europa nemica, fondata sull'asse franco tedesco, persa nelle follie verbi, woke, immigrazioniste, di genere e nella quale undici anni di governi cattocomunisti, ancora una volta a remare contro gli Interessi Nazionali, ci hanno collocato in una posizione di valletti, sia degli uni che degli altri, da cui, faticosamente, il Governo Meloni cerca di uscire, coltivando alleanze con gli stati minori che sono alla ricerca di un punto di riferimento che non sia nè Berlino, nè Parigi.
La Grande Guerra, per noi iniziata solo il 24 maggio del 1915, significò la riunificazione con una parte d'Italia che era rimasta assoggettata al dominio austriaco dopo la infame azione di Napoleone contro la Serenissima Repubblica di Venezia.
Trento e poi Trieste, quindi, grazie a D'Annunzio, Fiume, Pola, l'Istria.
Erano e sono, come la Dalmazia, terre italiane, per Storia e Cultura.
Il 24 maggio del 2024 non è attuale la rivendicazione di quelle terre, l'occasione l'avemmo quando la Jugoslavia implose alla caduta del comunismo, ma il governo di allora, ancora in prima repubblica, non seppe approfittarne.
Aspetteremo pazientemente
una nuova occasione.
Nel frattempo possiamo e dobbiamo riscattarci dallo stato di sudditanza in cui Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi ci hanno messi nei confronti di Germania e Francia e l'occasione del voto a favore dei partiti nazionalisti e/o sovranisti giunge al momento giusto.
Questa volta non tocca al Governo cogliere tale occasione, ma spetta a tutti noi, Elettori, votando, dando forza e voce alle istanze della Nazione che sono rappresentate da Fratelli d'Italia e dalla Lega.
Non sprecare questa opportunità è un dovere anche verso chi, quel 24 maggio del 1915, entrò in guerra per riscattare l'onore dell'Italia.
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