Sono tutti provvedimenti approvati o in corso di approvazione del parlamento (e saranno approvati perchè la maggioranza è solida e ampia) ma molti sconteranno la necessità di un referendum confermativo perchè le liste monotematiche hanno sottratto ai partiti di Centro Destra quel pugno di voti sufficiente a conquistare i pochi parlamentari in più, necessari a superare il quorum che avrebbe reso inutile il referendum.
E questa è una valutazione che gli Elettori dovranno fare l'8 e il 9 giugno quando dovranno scegliere il partito, uno solo !, da votare.
Ma tornando all'azione di Governo, tralasciando tutte le questioni minori, dalla sicurezza con particolare riguardo alle zone disagiate come Caivano alla circoscritta responsabilità del collegio sindacale, dal fisco amico con la riduzione delle sanzioni, all'utero in affito come reato universale, o le questioni che non sono minori ma una tantum come lo stop a reddito di cittadinanza e superbonus per fermare il dissanguamento della finanza pubblica, il Governo Meloni ha approvato/in corso di approvazione, provvedimenti epocali su tre direttrici.
La riforma fiscale che ha già portato alla unificazione di una aliquota con accorpamento delle due aliguote centrali e che a tendere (fine legislatura) arriverà ad una o due aliquote in base alle esigenze di bilancio.
La riforma istituzionale, che si muove a sua volta su due direttrici, una che consentirà, se approvata nel referendum, a noi cittadini di eleggere direttamente il Presidente del Consiglio, sottraendolo ai compromessi, alle macchinazioni, alle maggioranza costruite dopo il voto e, quindi, facendolo rispondere non alle consorterie di vario genere, ma solo e soltanto ai cittadini elettori.
La seconda che conferirà al livello regionale una autonomia operativa e finanziaria che renderà direttamente responsabile il presidente della regione e la relativa assemblea, eletti dai cittadini, delle scelte effettuate, così che i cittadini possano avere una diretta influenza, con il loro voto, su tali scelte che ricadranno sulle loro vite e le loro tasche.
Infine, di ieri, la riforma della giustizia che, soprattutto con la separazione delle carriere tra giudici e procuratori, rimuove un grosso ostacolo ad una giustizia che possa di nuovo fregiarsi della "G" maiuscola e nella quale chi sbaglia, anche se magistrato, dovrà pagare.
Non è un caso che queste riforme, che cambieranno l'Italia, risanandola e proiettandola verso un futuro di efficienza e di maggiore libertà, trovano una strenua opposizione da parte di tutti i privilegiati dall'attuale status quo.
Stampa, radio, televisioni, scribacchini funzionali alla sinistra, vaticano, sindacati, magistrati, percettori di mance e mancette, sono tutti mobilitati per far fallire quelle riforme, perchè loro e solo loro avranno da perderci.
Quando si tratterà di votare per il referendum confirmativo, noi cittadini non dovremo scegliere tra la Meloni e la Schlein (o Conte o Renzi ... 😨) ma dovremo dire se vogliamo consegnare ai nostri figli e nipoti l'italietta di serie B che ci è stata lasciata dopo undici anni di governi cattocomunisti e grillini da Monti a Draghi, o una nuova Italia che possa giocare in serie A con vista sullo scudetto.
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