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31 maggio 2024

I fatti sono la miglior propaganda elettorale


Ad una settimana dal voto dell'8 e 9 giugno, si intensificano le dichiarazioni e le apparizioni televisive.

Non c'è però storia, perchè la Meloni sta surclassando tutti come ha dimostrato, ancora una volta, nella lunga (36 minuti) intervista rilasciata su Rete4 per la conduzione di Paolo Del Debbio.

Riconosco che la Meloni parte avvantaggiata perchè, dopo undici anni di immobilismo cattocomunista e grillino, da Monti a Draghi, di esplosione della spesa e del deito pubblico aumentato di oltre mille miliardi rispetto al momento in cui Berlusconi fu rovesciato da un'azione congiunta di Berlino, Parigi e dei loro valletti italiani, è facile fare meglio, nonostante le scarse risorse rimaste dopo il passaggio degli unni della politica italiana.

E' più facile dire "ho fatto" come può fare la Meloni in ogni circostanza, rispetto a dire "bisogna fare" da parte di chi ha avuto undici anni per fare e non ha fatto o ha fatto male.

E, come è sempre accaduto, vi è una naturale rendita elettorale per la posizione da Presidente del Consiglio, anche nei confronti degli alleati che collaborano validamente al fare di questo Governo, anzi spesso ne sono un traino come è per la Lega sull'autonomia differenziata e le opere pubbliche.

Ma se la Meloni non fosse quella politica esperta, che ha percorso tutto il cursus honorum, a cominciare dalla militanza di base nelle scuole e nelle piazze, non sarebbe in grado di essere il paradigma sul quale si adegua anche la campagna elettorale cattocomunista e grillina.

Vedere Conte che, paonazzo in volto e senza alcun controllo, pazzo di rabbia, con la sua incomprensibile parlata gutturale, cerca di alzare la mano per farsi forografare insieme alla Meloni è la misura di come il suo movimento sia privo di Ideali, Principi, Valori sui quali costruire un progetto di società da presentare in modo autonomo, a prescindere dalla facile polemica spicciola al traino di quello che realizza la Meloni.

Altrettanto dicasi per la Schlein che non so se ammirare per il coraggio di andare a fari spenti nella notte, finendo con lo sbattere immancabilmente in dichiarazioni prive di senso e di fondamento, togliendo così ogni dubbia sulla sua scarsa conoscenza della cosa pubblica, oppure se schifare per la faccia di bronzo con la quale insiste a ripetere formulette il cui contenuto è già stato ripetutamente smentito dai fatti, come i non veritieri tagli alla sanità.

Gli altri sono tutti comprimari che sgomitano per quindici secondi di passaggio al telegiornale.

Salvini e Tajani invece fanno la loro propaganda, seriamente, non vanno al traino della Meloni e cercano anzi di essere complementari in un gioco di squadra che veda vincenti l'Italia e gli Italiani.



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