Il magistrato, infatti, pur dichiarando l'illegalità del loro comportamento, ha applicato tutte le attenuanti possibili perchè il loro gesto (violento verso il prossimo al quale è stato impedito di circolare liberamente) sarebbe stato dettato da "uno scopo superiore", cioè urlare che il clima sta cambiando.
E' un caso in cui l'ideologia del magistrato influenza quella che sarebbe dovuta essere una condanna pura e semplice.
E' sulla stessa linea della assoluzione della Rackete o del processo a Salvini, tutte scelte basate più sulla personale convinzione del magistrato che sulla legge scritta (o, addirittura, sul sentimento evidente del Popolo).
Purtroppo simili sentenze che sdoganano comportamenti violenti verso il prossimo e sono basate sull'ideologia personale di chi le emette pur nel formale rispetto delle leggi e delle procedure, inducono chi commette quegli atti a considerarsi coperto da una sorta di immunità e, per le menti più deboli, a credere persino che la loro azione sia veramente nobile.
Da lì il tollerare la violazione dei confini nazionali, l'autorizzare lo sbarco di clandestini, ma anche il deturpare fontane, opere d'arte, devastare scuole occupate come è accaduto di recente sempre di Bologna e sono curioso di vedere se, ancora una volta, i devastatori troveranno un magistrato che applicherà ogni attenuante individuabile e applicabile.
Senza considerare che la consapevolezza che chi agisce facendo violenza sul prossimo, impedendogli di circolare, insozzando la sua città, scaricando clandestini, non verrà adeguatamente punito, non può che instillare una pericolosa tendenza a non aver fiducia nella giustizia ed a farsi giustizia in proprio.
Eppure sarebbe così facile applicare una norma: commetti quel reato che prevede una sanzione di tot mesi di carcere e quot di multa o ammenda ? Ti fai tot mesi di carcere e paghi quot di multa o ammenda.
Basterebbe mettere i dati in un computer e la sentenza non sarebbe asettica, basata solo sulla legge scritta e non sugli orientamenti politici dei singoli magistrati.
Non siamo forse nell'epoca della intelligenza artificiale ?
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