I due interventi sono complementari, la Meloni che contesta la follia del green deal, i suoi costi, la sua inefficienza, le ripercussioni sul lavoro e sulle imprese, Belpietro che sintetizza i 70 miliardi di motivi che ci dovrebbero indurre a votare alle prossime elezioni europee per Fratelli d'Italia o Lega.
Entrambi hanno 70 miliardi e molti più di ragione, ma tacciono, per non essere crocefissi sulla via di Bruxelles come accade a chiunque osi mettere in dubbio la santificazione dell'europa, sulla questione che resta alla base di tutto e la cui soluzione, da sola, spazzerebbe via ogni preoccupazione ed ogni freno: l'appartenenza alla unione europea.
Tutte le nostre principali difficoltà derivano dall'essere stati imbrigliati, dall'aver tollerato che ci mettessero un cappio al collo, nel nome dell'Europa unita.
Che poi, unita non è visto che tutti cercano di farsi i propri interessi sulla pelle altrui.
Montanelli scriveva che un francese andava in Europa da francese, un tedesco da tedesco e un Italiano da europeo.
Ecco il grande vulnus dell'Europa per noi Italiani: Gentiloni non fa gli interessi dell'Italia, come prima di lui non li hanno fatti la Mogherini o Draghi.
In un tweet su X il senatore Borghi, ad uno che criticava la sua legittima proposta di togliere l'obbligo di esposizione della bandiera europea accanto a quella Italiana, domandandosi come avremmo pagato, senza l'Europa, sanità istruzione, cantieri, rispondeva: con i 132 miliardi che avremmo risparmiato in contributi all'unione.
Precisando quindi che se noi versiamo 100 al bilancio dell'Europa e ne abbiamo indietro 70, vuol dire che ogni anno sottraiamo risorse Italiane alle spese in Italia a beneficio di stati stranieri o, peggio ancora, della burocrazia di Bruxelles, palazzi, commissari, parlamentari, spese di rappresentanza, remunerazione, galoppini vari.
Quello che ha detto la Meloni ieri e che oggi ha scritto Belpietro è verissimo e, almeno, dobbiamo cercare di limitare i danni, ma la vera rinascita arriverà solo se avremo la forza di uscire dall'euro e da questa unione europea dirigista, sovietica e perdente.
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