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25 maggio 2024

Non c'è Italia senza Dante

La notizia più ripugnante di questi ultimi giorni proviene da una scuola media di Treviso dove due studenti di religione musulmana sarebbero stati esonerati dallo studio di Dante perchè i contenuti della Divina Commedia sarebbero islamofobi.

Marcello Veneziani nel suo editoriale odierno ne La Verità, commenta il caso, tra l'altro fornendo l'informazione che sarebbe stato il professore a chiedere se i due volessero essere esonerati, con un atto di zelante, totale e non richiesta sottomissione.

Sembra che, in alternativa a Dante, per i due piccoli islamici, sia stato proposto un corso su Boccaccio.

Veneziani ironizza su questo scambio tra il Dante che manda all'Infermo Maometto e Boccaccio che descrive scene licenziose ed erotiche, ma il punto è che la lingua italiana si è formata sia con Dante che con Boccaccio (e Petrarca e Guinizelli e Cecco Angiolieri e Cavalcanti e via via fino ad Ariosto e Tasso - come la metteranno con La Gerusalemme Liberata ? - e Manzoni e Foscolo e tanti altri fino al nostro secolo).

Escludere dall'insegnamento anche uno solo di quei poeti e scrittori che hanno costruito la nostra lingua, significa non voler insegnare e non voler imparare non solo il nostro linguaggio comune, ma anche la nostra essenza di Italiani.

Escludendo uno o più dei Grandi (ma anche dei meno Grandi) della nostra Storia Letteraria, non si insegna e non si impara ad essere Italiani.

E questo non possiamo permetterlo, non possiamo tollerarlo.

Non è ancora troppo tardi per una drastica inversione di rotta.

Chi arriva (autorizzato !) in Italia deve accettare l'Italianità, deve accantonare le sue tradizioni tribali, per assumere i nostri usi e costumi, per studiare la nostra Lingua, la nostra Storia, per imparare a memoria brani della Divina Commedia, di Marzo 1821, dei Sepolcri, perchè deve assorbire la nostra Cultura, deve metabolizzarla e quindi comportarsi automaticamente in base alla nostra Tradizione.

Diversamente non sarà mai Italiano, per quante firme e timbri possano mettere sui suoi documenti.

E se chi arriva (regolarmente) a casa nostra non accetta le nostre regole fondate sulla nostra Tradizione, allora dobbiamo imbarcarlo, anche a forza, su un mezzo che lo riporti da dove è venuto.

Magari assegnandogli come valletti i professori sottomessi che dimostrano che non possono insegnare ciò che non capiscono e soprattutto non sanno insegnare la Dignità e l'Orgoglio dell'essere Italiano.


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