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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

22 luglio 2024

Biden o Harris o chiunque altro, sono tutti sinistri invotabili

Avrei voluto commentare chi provoca e poi finisce a piagnucolare da Mamma Toga, ma direi che la rinuncia di Biden a cercare il bis presidenziale sia ben più rilevante.

A mia memoria c'è un precedente, quello del 1968 quando Lyndon Barney Johnson, che rimpiazzo il defunto Kennedy a novembre 1963 e poi stravinse il voto del 1064 conto Barry Goldwater, travolto dalle manifestazioni contro la guerra in Vietnam ("ehi, ehi, LBJ, how many kids did you killed today?") passò la mano al suo vice Hubert Humprey, poi sconfitto da Richiard Nixon a novembre.

Oggi sono ancora i democratici che, a primarie concluse e stravinte da Biden, si sono spaventati dai sondaggi e gli hanno imposto la umiliante rinuncia.

Non so quanto la Harris sia in grado di risollevare le sorti dei vari candidati democratici e, stando ai giornali, non lo sanno neppure i democratici che si interrogano su eventuali alternative.

So, invece, che chiunque sarà il candidato dem negli Stati Uniti, diventerà un idolo per i cattocomunisti nostrani i cui giornali, radio e televisioni lo dipingeranno come un novello Messia mandato dal cielo per impedire il ritorno del Babau Trump.

Personalmente non mi interessa chi sarà il candidato di sinistra, perchè proprio perchè di sinistra, chiunque sia rappresenterà l'intera parte che io combatto da sempre.

Analogamente, pur avendo le mie preferenze che esprimerei se fossi chiamato a scegliere, non mi interessa chi sia il candidato presidenziale della Destra in America, come in Italia, in Francia o altrove, perchè per me conta l'Idea che cammina con il partito o i partiti di Area, a prescindere dalla persona che, al momento, ne è immagine e portabandiera.

Mi andavano bene infatti Nixon, Ford, Reagan, i Bush, Trump come Almirante, Berlusconi, Salvini o la Meloni ( con una menzione a parte per due che, pur non essendo di destra, mi hanno dato nel tempo tante soddisfazioni contro i comunisti: Andreotti e Cossiga).

I presidenti passano, come passano i segretari di partito, quel che conta è l'Idea che pervade un partito indipendentemente da chi lo guida.

Una Idea che è un Progetto di Società, un insieme di Valori e Principi che si coniugano nell'applicazione pratica dell'arte del governare.

Un'Idea che è sempre un traguardo al quale ci si può avvicinare, ma mai raggiungere.

E' quella Idea che divide i Repubblicani dai Democratici americani e che divide, in Italia, ieri, oggi e per sempre, la Destra e il Centro Destra dal confuso agglomerato di sinistra oggi rappresentato da una pletora di nomi (dalla Schlein a Fratoianni, da Bonelli a Renzi, da Calenda a Conte alla Bonino) ognuno dei quali rappresenta il contrario di quel che vorrei per la mia Patria.

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