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29 luglio 2024

L'Italia in marcia verso Destra

In autunno avremo tre elezioni regionali in cui i cattocomunisti partono favoriti e non c'è dubbio che come, e più, di quel che è accaduto in Sardegna, ove dovessero, malauguratamente per gli abitanti di quelle regioni, vincere, tutto il sinedrio cattocomunista urlerebbe a squarciagola che è la fine della Destra.

A parte ogni considerazione sulle complicità di cui godono i cattocomunisti per essersi genuflessi ai poteri stranieri, mi piace ricordare come si sono evolute le scelte degli Italiani.

In tutta la prima repubblica, abbiamo avuto una situazione stabile e ben perimetrata, con la dc primo partito e il pci ad inseguire.

I due partiti assieme sono arrivati sistematicamente ad ottenere ta il 65 e il 70% del voto, percentuale che sale al 94% se consideriamo l'infame arco costituzionale, inventato dal pci per rientrare nel gioco della spartizione del potere e accettato dalla dc e dagli altri partiti di governo per mera pusillanimità.

L'arco costituzionale era composto da tutti quei partiti i cui dirigenti, al crollo della prima repubblica, si sono affrettati ad accucciarsi all'ombra del pci che sembrava destinato ad una facile vittoria con la sua "gioiosa macchina da guerra". 

Pochi furono i dirigenti di terza e quarta fila, come Casini, che ebbero il coraggio di associarsi al Centro Destra, salvo poi compiere una spericolata marcia di avvicinamento e di adesione al pci, ottenendo una duplice elezione (2019 e 2022) al senato in un collegio blindato o di diventare sindaco della propria città (veggasi alla voce Zanone, Torino, che da liberale quale si dichiarava ha poi prestato il suo volto come foglia di fico dei cattocomunisti).

Ancora alle elezioni del 1992, le ultime della prima repubblica, la dc, adesso confluita nel pci, ottenne qusi il 30% dei voti con i comunisti che, divisi in due partiti, nonostante il crollo del muro di Berlino e dell'Urss, ottenero il 17% e il 6%.

Poi repubblicani, liberali, socialdemocratici, per circa il 10%.

La somma, riportata agli schieramenti odierni, vedrebbe il pd nel 1992 al 57%, la sinistra oggi di Fratoianni e Bonelli all'8,5% Più Europa (allora lista Pannella) a meno del 2%, mentre i partiti oggi al governo potevano contare sul quasi 9% della Lega e sul 5% dell'Msi.

Nel 1994 arrivò Berlusconi a sparigliare i rapporti e annotiamo che quello che da allora è il Centro Destra, ottenne quasi il 43% dei voti, la sinistra ancora separata dai democristiani il 34% , i democristiani il 16 e i radicali oltre il 3.

Anche in quelle elezioni la sommatoria degli odierni cattocomunisti raggiungeva il 50%.

Le ultime elezioni (politiche nel 2022, il cui trend è stato rafforzato con le europee del 2024) sono cronaca, con il Centro Destra al 44%, i cattocomunisti al 26, i grillini al 15 il finto centro di Renzi e Calenda all'8%.

Di più è da rilevare come le scelte nel tempo effettuate dai vari esponenti, hanno provocato significativi travasi all'interno degli schieramenti, come la crescita di Fratelli d'Italia al 26% (28% alle europee) e la sostanziale equipollenza tra Lega e Forza Italia (entrambi tra l'8 e il 9%).

Analogamente a sinistra il pd si attesta al 24% (europee) mangiandosi un terzo dei grillini (10% sfiorato alle europee) mentre resiste uno zoccolo duro di estrema sinistra al 6%.

Il finto centro continua ad annaspare e, infatti, ormai è imploso con Renzi tornato a Canossa e che attende fuori dalla porta della Schlein con il cappello in mano, mentre Calenda sfoglia la margherita e intanto continua a criticare tutto e tutti.

Alla fine da segnalare è che il pd, che in teoria, per l'adesione dei vari dirigenti dei partiti dell'infame arco costituzionale, partiva dal 94%, oggi, con l'aggiunta dell'estrema sinistra e dei grillini, si attesta al 40% circa, mentre, da soli, Fratelli d'Italia e Lega, che partivano dal 6%, si attestano stabilmente intorno al 37%.

E possiamo essere certi che, come gli esponenti della dc, del pli, del pri, del psdi, del psi nonriuscirono a trascinare nel pci/pds/ds/pd neppura la maggior parte dei loro elettori, così Forza Italia, Renzi e Calenda non sarebbero in grado di spostare l'asse a sinistra, senza perdere consensi che andrebbero ad incrementare i due partiti di Destra.

Naturalmente sul presupposto che Forza Italia segua le direttive dei figli di Berlusconi, proni agli aguzzini del padre.

La marcia per cambiare i governi, in modo reale, concreto, è lunga, come dimostra la analoga storia del Fronte ora Rassemblement Nazionale in Francia, ma la crescita è costante.

Devono mettersi assieme tutti per bloccare temporaneamente l'ascesa della Destra, ma alle elezioni, i cittadini, uomini liberi che per lo più non votano in base alle indicazioni dei capi partito, crescono i consensi per la Destra.

In Italia, come in Francia, come ovunque.

E, alla fine, avremo finalmente un governo libero dalle ipoteche cattocomuniste, ma anche da quelle dei don Abbondio del centro moderato e calabraghe.

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