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10 luglio 2024

Trappola per Giorgia

Continuano le indiscrezioni sulle manovre in corso per confermare la Von der Leyen quale presidente della commissione europea.

Pare che la signora non sia neanche partita per Washington al vertice Nato, costretta, come dicono che sia, ad inseguire i voti da tutte le parti.

La situazione è nota, i cattocomunisti in versione europea hanno visto confermata la loro maggioranza, esigua ed a rischio franchi tiratori se consideriamo la triade che ormai da tempo occupa quelle posizioni (popolari, socialisti e liberali), più larga se in formato francese con l'aggiunta dei verdi e dell'estrema sinistra.

Ma una tale formazione rischia di spaccare il partito popolare, maggioranza relativa, dove convivono i democristiani con la testa rivolta a sinistra e i veri popolari (greci, spagnoli, bavaresi) che preferirebbero chiudere a sinistra e aprire all'Ecr della Meloni.

Naturalmente gli altri, come le stelle, non stanno a guardare e, promotore Viktor Orban che si dimostra un politico di razza, hanno costituito quello che, in breve tempo, è diventato il terzo gruppo parlamentare, i Sovranisti d'Europa, nonostante anche loro si siano inchinati davanti alle fole antifasciste nella chiusura all'Afd che, a sua volta, pare sia riuscito comunque a costituire un gruppo autonomo con altri partiti di varie nazioni.

I popolari, per risolvere il loro problema, stanno tentando un'operazione spregiudicata: staccare Fratelli d'Italia da ogni alleanza con il resto della Destra europea, per utilizzarne i voti, senza una apertura formale, riuscendo in tal modo a compattare i propri aderenti e a non rompere con i socialisti.

Sono certo che la Meloni capisca perfettamente che accettare l'impostazione di Weber che, da un lato, si spertica in elogi per lei e, dall'altro, non solo chiude persino al riparto delle cariche istituzionali con i Patrioti, ma pensa di sostituire Orban quale presidente di turno dell'unione, significherebbe cadere in una trappola in cui a rimetterci sarebbero soprattutto lei e Fratelli d'Italia.

E' lo stesso tipo di trappola in cui cadde Salvini nel momento in cui prima entrò al governo con Draghi e i cattocomunisti e poi votò per la rielezione di Mattarella.

La conseguenza fu che la Lega, da partito guida del Centro Destra al 34%, scese rapidamente fino al 9% delle europee 2024 con la contemporanea ascesa di Fratelli d'Italia dal 6% all'attuale 29%.

Se la Meloni cadesse nella trappola di Weber, per una vicepresidenza o anche per un commissario di peso nella commissione, si innesterebbe il processo inverso, perchè noi Elettori di Centro Destra non iscritti e non impegnati in un partito, abbiamo la fortuna di avere due forni equivalenti da cui comprare il pane: Lega e Fratelli d'Italia e se uno dei due sforna pagnotte non gradite, acquistiamo dall'altro, soprattutto se sembra aver capito quale tipo di lievito usare per farci contenti.

Fuor di metafora andreottiana, Salvini e la Lega hanno perfettamente compreso l'errore e tutto sta a dimostrare che non intendono ripeterlo.

La costituzione del gruppo dei Patrioti, le posizioni assunte sulla riconferma della Von der Leyen, gli emendamenti per togliere gli obblighi vaccinali per i minori, la posizione equilibrata sulla guerra in Ucraina, sono tutte indicazioni su una ritrovata affidabilità della Lega che, tra l'altro, può contare sul Generale Vannacci che non è arretrato di un millimetro dalle condivisibilissime posizioni espresse nel suo libro "Il mondo al contrario" che è un prontuario, se non un manifesto, per una Destra moderna, non più succube delle argomentazioni, delle parole d'ordine e del lessico dei cattocomunisti e del politicamente corretto woke, omosessuale, verde, immigrazionista e similari.

Ancora questo sentimento non si è tradotto in un travaso di voti da Fratelli d'Italia alla Lega perchè la Meloni è molto abile nel tenere il punto con una certa coerenza, coniugando la posizioni ideali con il realismo politico dovuto da un presidente del consiglio.

Ma ascoltare le sirene di Weber no, non supererebbe la prova coerenza, soprattutto se un tale cedimento dovesse essere fatto usando come sgabello la discriminazione verso gli altri gruppi della Destra europea.

Sono convinto che la Meloni lo sappia ma chi può è meglio che glielo rammenti, sempre.

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