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09 luglio 2024

La Destra a due punte in Europa

Terminata l'ordalia elettorale con le votazioni europee e quindi le elezioni britanniche e francesi, si torna alla realtà.

Un esercizio molto difficile per i cattocomunisti che sono obbligati a rincuorare le truppe a prescindere dalla verità e dai numeri, ma in ciò sono coadiuvati da una stampa serva che, ormai da anni, non svolge, in maggioranza, il suo compito informativo, per supplire con una incessante propaganda all'assenza di Ideali, Valori e Progetti della sinistra.

Su X uno dei pochi giornalisti che commentano in modo appropriato (Fabio Dragoni) ha scritto (sintetizzo) che la differenza tra la Destra in Italia dove governa con una solida maggioranza e in Francia dove è arrivata ad essere maggioranza relativa ma ancora tutti gli altri si coalizzano a prescindere da un programma di governo comune, si chiama Berlusconi che nel 1994 "sdoganò" la Destra.

Ho commentato dicendomi d'accordo, ma ricordando che la crescita del Rassemblement National, in proprio, senza aiuti esterni, senza bisogno di garanti, è più costante e solida di quella della Destra Italiana chiamata sempre a dimostrare di essere "cambiata" e che, purtroppo, a volte (come per la reprimenda ai ragazzi di Gioventù Nazionale) casca nella trappola del volersi dimostrare ligia ai canoni del conformismo politicamente corretto.

Ma il risultato che emerge dalle varie elezioni è una crescita omogenea, ovunque, della Destra Nazionalista.

Una volta l'area era occupata in gran parte dai popolari, erano loro la unica, vera alternativa, la famosa "diga" contro il socialcomunismo.

Da molti anni la diga dei popolari ha mostrato tutte le sue crepe e sono talmente tante che non basterebbero neppure tutte le dita di un volonteroso segretario per tapparle.

Allo smarrimento di una larga parte dell'elettorato che non ne vuol sapere dei socialcomunisti e, ancor meno, dei verdi, ha quindi fatto seguito la ricerca di una casa che rappresentasse il sentimento profondo per chi ormai non aveva più rappresentanza e l'ha trovata nella Destra, il cui cantiere è sempre stato in evoluzione, in Italia come nelle altre Nazioni.

Nella scorsa legislatura la Destra era divisa, con alcuni partiti ancora presso i popolari (come l'ungherese Fidesz), persino tra i liberali (i cechi di Ano), i non iscritti (Alba Dorata e chi l'ha sostituita e quindi, in ultimo, l'Afd tedesca) e in due grandi raggruppamenti, i Conservatori con gli Italiani di Fratelli d'Italia, i polacchi del Pis e gli spagnoli di Vox e Identità e Democrazia con gli Italiani della Lega, i francesi del Rassemblement National, gli austriaci del Fpoe e gli olandesi del Partito della Libertà.

Passate le elezioni francesi la situazione di è evoluta e semplificata e, adesso, la Destra gioca essenzialmente con due punte: i Conservatori che hanno perso Vox passata al nuovo gruppo dei Patrioti d'Europa fondato dall'ungherese Orban uscito dal ppe e che quindi ha aggregato, via via, i cechi che hanno abbandonato i liberali, Vox che ha abbandonato i Conservatori e, negli ultimi giorni il partito della Libertà olandese, l'Fpo austriaco, il Rassemblement National francese e la Lega che hanno sostanzialmente fatto confluire ID nel nuovo gruppo che, così, è diventato il terzo nel parlamento europeo con 84 seggi, ai quali si possono aggiungere nei lavori parlamentari i 78 dei Conservatori.

La sommatoria dei due gruppi raggiungerebbe quota 162, più dei socialisti e se la smettessero di creare barriere, genuflettendosi, davanti alle ingiunzioni della sinistra, con l'Afd e gli eredi di Alba Dorata insidierebbero il primato dei popolari.

Una tale prospettiva sarebbe la mia preferita, senza tanti calcoli sul fatto che due gruppi, apparentemente uno più moderato e l'altro più identitario, potrebbero essere maggiormente attrattivi per partiti ed elettori di confine.

Mi sembra, infatti, che la costruzione di una alternativa alle consorterie dominanti, quelle politiche succube di quelle affaristiche e finanziarie, possa raggiungere i propri scopi in modo stabile, sia pur in tempi più lunghi, costruendo la propria forza dal basso, senza scorciatoie, come ha fatto il Rassemblement National in Francia.

Ho però l'impressione che, forse anche a causa delle responsabilità di governo della Meloni e quindi di FdI, non sarà quella la strada che verrà seguita.

La Destra, quindi, giocherà questa legislatura a due punte, apparentemente come quella passata, ma con una forza numerica non solo maggiore in termine di seggi, ma anche di adesioni per partiti che in precedenza avevano aderito ad altri gruppi.

Aspettando la terza punta, come in Italia, dove a Fratelli d'Italia e alla Lega si aggiungono i popolari di Forza Italia.

E tra i popolari sono tanti a non condividere l'alleanza con la sinistra, ben consci dei danni già prodotti nell'aultima legislatura, soprattutto a causa degli invasati eco ambientalisti.

Una, due o tre punte, con o senza battitori liberi, l'importante, però, è che azzannino la Von der Leyen o chi per essa, trasformando il parlamento europeo in un campo di battaglia per, almeno, fermare la deriva verde, woke, lgbt, antioccidentale, che vuole cancellare la nostra Cultura e millenni di Civiltà e che sta rovinando l'Europa e il mondo intero.

Mi auguro di vedere dei bei fuochi artificiali (e speriamo che siano solo artificiali ...).

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