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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

19 luglio 2024

L'ottima scelta di Giorgia

Confesso che, nonostante la mia totale sfiducia nella stampa, radio e televisioni italiane, un po' lo temevo che la Meloni si prestasse a sostenere il bis della Von der Leyen anche con la presenza di verdi e socialisti.

Il martellamento di editoriali, servizi, interviste era tale ed a senso unico che non sembrava esserci altra possibilità che assistere impotenti al tradimento del nostro voto.

Invece, alla faccia dei Monti e dei Renzi, la Meloni ha tenuto la barra e soprattutto la schiena dritta, trattando, come doveroso, fino all'ultimo, ma poi, davanti all'arroganza di una conferma del piano verde, scegliendo di votare con coerenza contro la Von der Leyen.

E' la dimostrazione che per quante pressioni si possano esercitare, un partito strutturato, con profonde radici nel sentimento popolare e legami indissolubili con una comunità che era, è e sarà di Destra, ha le capacità di non piegarsi ai pizzini, ai ricatti, alle minacce, onorando il voto ottenuto da noi Elettori.

Subito si alzano le voci urlanti di quelli che, al posto della Meloni, avrebbero calato le braghe senza alcun ritegno e che pretendono di dichiarare l'isolamento del nostro Presidente e dell'Italia.

Un isolamento che, come ricordava Almirante con la metfora del congelatore, mantiene intatta e pulita la nostra "merce" che, in politica, sono Idee, Valori, Principi.

Il voto di ieri, con il ppe e Forza Italia che si sono messi in una ammucchiata contro natura con socialisti e verdi, dimostra anche che non ci si può fidare dei moderati, dei centristi, sempre pronti a saltare da una parte o dall'altra a seconda delle convenienze, ma la cui parola non vale nulla, come è dimostrato dalle roboanti affermazioni di Tajani dei giorni scorsi secondo il quale "MAI" avrebbe unito i suoi voti a quelli dei verdi e poi, ieri, con la scusa delle "garanzie" della Von der Leyen, ha votato non solo assieme ai verdi ma persino assieme ai socialisti.

Ricordiamoci sempre che il centro politico è fatto di inaffidabili personaggi che stanno con chi conviene loro, a prescindere da quelli che dovrebbero essere le basi di un impegno politico: Valori, Ideali, Principi.

La Meloni ha così confermato il ruolo trainante della coalizione di Centro Destra, evitando di ripetere al contrario gli errori di Salvini nel 2021 (governo Draghi con i cattocomunisti) e 2022 (rielezione di Mattarella, sempre più capo dell'opposizione anche nel valutare l'elezione della Von der Leyen).

Credo che questo voto rafforzi il governo sul fronte interno, consentendo a Fratelli d'Italia e Lega di cominciare una attenta e accurata operazione di recupero degli elettori che si sono astenuti o che si sono dispersi inutilmente in movimenti, liste, iniziative monotematiche e prive di altro risultato se non quello di sottrarre voti necessari ad affrancarsi dal ricatto centrista.

Diversa la situazione in campo europeo dove suppongo che la Meloni continuerà, come peraltro ci si aspetta dal Presidente del Consiglio, a trattare per ottenere il massimo risultato nell'Interesse Nazionale.

Il Governo Italiano, nonostante le gufate di Renzi e Conte di nuovo uniti a corteggiare la Schlein, non è isolato in Europa, non essendo l'unico ad essere orientato a destra,

Il paradosso è che i principali sostenitori dell'ammucchiata con verdi e socialisti sono i partiti aderenti al ppe di Spagna e Germania che, in casa, sono all'opposizione di governi di estrema sinistra.

Una incoerenza palese governare assieme a quelli in Europa e fare loro opposizione in patria, ma quello sarà un problema di scelta dei cittadini spagnoli e tedeschi che pure, con Vox e Afd, hanno la possibilità di scelte alternative e migliori.

I cattocomunisti italiani adesso sperano che la Von der Leyen provi ad umiliare la Meloni, assegnando all'Italia un commissario di scarso rilievo.

In più c'è la menata del ministro degli esteri tedesco che vorrebbe che gli stati membri, invece di segnalare un solo nominativo, ne segnalino due, una par condicio uomo donna in modo che poi la Von der Leyen possa scegliere, quindi sottraendo ancora una volta agli stati nazionali un altro spicchio di sovranità.

Non so se sia mai capitato, ma non mi dispiacerebbe se, davanti a simili ipotesi, la Meloni non segnalasse alcun nominativo, evitando quindi di lasciare un nostro rappresentante in mezzo alla banda cattocomunista, di cui diventerebbe inevitabilmente complice.

In alternativa potrebbe limitarsi a sgnalare un funzionario minore dello stato, dando così una impostazione meramente tecnica alla nostra presenza che si manifesterebbe con una pedissequa trasmissione delle decisioni del Governo di Roma nel votare a favore o contro i provvedimenti proposti in commissione.

Lasciando quindi al consiglio il compito di decidere, esercitando senza remore il diritto di veto e bloccando le peggiori derive che la Von der Leyen volesse imporre per accontentare la sua variegata coalizione composta da verdi, socialisti, liberali (?) e popolari.

Nel frattempo incassiamo l'ottima scelta della Meloni che restituisce Dignità alla Politica o, quanto meno, al Governo Nazionale ed ai partiti che lo sostengono e che difendono i nostri interessi anche a Bruxelles, senza ascoltare le interessate sirene dei megafoni delle consorterie di potere.

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