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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

27 luglio 2024

Gli aruspici del terzo millennio

L'Uomo ha sempre aspirato a conoscere il futuro.

Nell'Antichità c'erano appositi sacerdoti cresciuti e istruiti per "leggere" il volo degli uccelli e le viscere degli animali.

Gli Oracoli erano venerati come divinità e coperti di doni.

Venne poi l'epoca dei maghi e della lettura attraverso improbabili palle di vetro e altri fantasiosi e innominabili sistemi.

Una caratteristica comune era l'indecifrabilità ricercata dei loro responsi.

Celebre la frase della Sibilla Cumana che, a chi partiva per la guerra e chiedeva se sarebbe sopravvissuto, rispondeva scrivendo su foglie di palma la risposta, una parola per foglia.

Di scuola quindi il suo responso: ibis redibis non morieris in bello, cioè andrai tornerai non morirai in guerra che, però, inserendo la punteggiatura, assumeva significati opposti (andrai, tornerai, non morirai in guerra oppure andrai, tornerai non, morirai in guerra), così che la Sibilla poteva dire sempre di aver predetto il futuro.

Analogamente uno Stregone quale fu Nostradamus, probabilmente più che predire il futuro, si dilettava di esercizi linguistici per scrivere le sue centurie, divise in quartine, in modo tale che un interprete del futuro, a conoscenza di quel che è già accaduto, potesse adattarle, ex post, agli eventi.

E la letteratura è prodiga di figure ascetiche e drammatiche di chi "conosce" il futuro, dal cieco Tiresia incontrato sia da Ulisse che da Dante alla sfortunatissima Cassandra condannata dagli Dei a prevedere esattamente il futuro ma senza essere mai creduta.

Anche la moderna letteratura aspira a trovare il modo per la conoscenza del futuro, uno fra tutti il romanzo Minority Report, di Philip K. Dick, poi ridotto per il cinema con Tom Cruise.

E oggi, nel terzo millennio abbiamo svariati veggenti, in molti settori.

Ascoltati e venerati sono soprattutto i profeti dei sondaggi, di ogni genere, da quello della cioccolata preferita a quello sul gradimento dei partiti e dei politici.

Deve essere veramente un settore lucroso se, ogni giorno, veniamo "informati" da sondaggi che fanno entrare in fibrillazione per uno 0,1% di differenza, in forza del quale si chiedono dimissioni ed elezioni.

Ci sono programmi che campano sui sondaggi e invece di fornire una informazione reale, porgendo agli ascoltatori solo notizie, senza inutili commenti e opinioni personali tendenti solo a fare propaganda di parte, chiamano un gruppo di "esperti" ad accapigliarsi su un risultato ipotetico, il più delle volte smentito dalla realtà.

Come accadde nel 2016 quando tutti i sondaggi davano per vincente la moglie di Clinton e alla Casa Bianca finì invece (con mia grande soddisfazione) Donald Trump.

Le elezioni americane sono una miniera per gli esperti del nulla che costruiscono dibattiti virtuali su qualcosa di inesistente.

Ma la cosa più sconcertante è che anche in Italia si dibatte sui sondaggi per le elezioni americane, contrapponendo quelli favorevoli o contrari ai candidati, come se fosse necessario convincere anche gli Italiani che uno sia meglio dell'altro.

Anche se noi non votiamo.

E poi le "analisi" dei sondaggi, lo spiegone che alcuni sondaggisti, che forse credono veramente di ricoprire una funzione utile alla società, forniscono dei loro stessi sondaggi e che non hanno nulla da invidiare quanto a comprensibilità e chiarezza, alle foglie di palma della Sibilla Cumana o alle centurie di Nostradamus.

Ma nel terzo millennio è tutto fondato, come è stato bene impresso nelle nostre menti all'epoca del covid, sulla scienzahhh.

Quindi tutti coloro che vi si oppongono, andranno messi all'indice, magari dopo un sondaggio per sapere quale pena meritano di subire.

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