Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

Web blacknights1.blogspot.com
penadimorte.blogspot.com svulazen.blogspot.com
Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 marzo 2025

Anche la rassegna stampa rai è faziosa

Ogni mattina, dopo il giornale radio delle sei, radio uno trasmette venti minuti di rassegna stampa.

L'iniziativa sarebbe meritoria se fosse gestita in modo asettico con la semplice proposizione e lettura dei titoli dei quotidiani, dando spazio uguale ai giornali sostenitori dei cattocomunisti ed a quelli del Centro Destra: non esistono più, ormai, quotidiani realmente indipendenti.

Purtroppo i conduttori che si alternano, dei loro venti (poco più) minuti, ne concedono 17-18 ai quotidiani di sinistra (prevalentemente Repubblica, Corriere, Stampa, Fatto Quotidiano conditi a volte con il Messaggero, altre con i giornali di QN, il Foglio, il Domani) e solo 2-3 minuti ai quotidiani di Centro Destra (Il Giornale, Libero, La Verità e non ho mai sentito nominare Il Tempo).

Ad aggravare la situazione è la lettura, sempre molto ampia, degli incipit degli articoli cattocomunisti e mai di quelli del Centro Destra a meno che non siano critici verso il Governo o verso Trump come uno di Sallusti alcuni giorni fa.

Ulteriore aggravamento i commenti non richiesti del conduttore, sempre a senso unico, sempre a fare le punte alle affermazioni dei quotidiani di Centro Destra e mai a quelli cattocomunisti, commenti che, comunque, non dovrebbero essere contemplati per nessuno.

E questa sarebbe "TeleMeloni" ?

30 marzo 2025

Meno voti hanno, più sgomitano


Ieri Giorgia Meloni ha, ancora una volta, accettato l'invito ad un congresso di un partito o sindacato ostile ed è andata al congresso di Calenda che, talmente felice, ha gonfiato il petto come un tacchino a Natale.

Teoricamente Calenda ha fatto un qualcosa che appartiene al rito della democrazia.

Ricordo i "saluti" dei segretari dei vari partiti (tranne l'MSI contro il quale c'era la conventio ad excludendum sotto il cappello dell'infame arco costituzionale) che giravano i congressi altrui e ricordo che, all'epoca, si sospendevano le riunioni parlamentari per rispettare il momento congressuale di questo e di quello.

Poi il dialogo è stato sostituito dal dileggio veicolato dai cosiddetti social, dove chiunque apre bocca e dove i politici, soprattutto quelli senza idee o argomenti, sono costretti ad alzare sempre di più l'asticella dell'insulto per avere seguito o risonanza.

Ed è la strada scelta da Renzi, che ha toccato il fondo (ma scommetto che si è già messo a scavare perchè al peggio non c'è mai fine) facendo dire alla Boschi che sarebbe meglio un Conte ter di un Meloni 1.

Calenda, che a lungo è stato il più imprevedibile (il che può essere anche letto come "infido") si è trovato spiazzato e ha invitato la Meloni, scambiandosi di ruolo con Renzi e indossando i paludamenti dell'inclusivo dialogante.

La copertura mediatica gli è stata fornita non solo dal puntuale intervento della Meloni, ma anche dall'infantilismo dei cattocomunisti che, in presenza della Meloni, si sono rifiutati di presenziare con delegazioni ufficiali (ma sono arrivati, alla spicciolata, alcuni timidi contestatori dei loro leaders).

Non so se Renzi sia stato invitato o si sia rifiutato di andare al congresso del suo alter ego, a riprova che i due dioscuri dell'abortito terzo polo navigano a vista agendo non in base ad un progetto o un Ideale, ma annusando l'aria e comportandosi di conserva, senza alcuna bussola che non sia la loro smisurata autoreferenzialità.

Una supponenza che è inversamente proporzionale ai voti che raccolgono e che non hanno consentito a nessuno dei due di entrare nel parlamento europeo.

Sarebbe molto bello se si riprendesse nella antica abitudine di presenziare (questa volta senza esclusione alcuna) ai congressi altrui, ma dubito che ciò possa accadere finchè il dileggio è  l'unica cifra dello scontro politico, il tutto veicolato da "professionisti dell'informazione" in concorrenza tra loro per trasmissioni che danno la caccia ad un numero ristretto di spettatori e che vivono solo se fanno notizia e fanno notizia solo se latrano più del concorrente.

La Meloni ha fatto bene a mettere in chiaro che non intende cambiare la sua maggioranza, anche perchè oggi Calenda c'è e domani sarà da un'altra parte, esattamente come Renzi che dopo aver a lungo strizzato l'occhio alla Meloni, adesso cerca di rifarsi una verginità a sinistra distinguendosi con colui che maggiormente l'attacca anche sul piano personale.

La maggioranza c'è ed è solida, temprata da decenni di convivenza di vittorie e di sconfitte in comune.

E' anche un bene che ci siano partiti distinti, perchè ognuno porta una sua peculiare caratteristica che ben si innesta nel corpo del Centro Destra.

Calenda e Renzi continueranno nel loro minuetto alla ricerca di visibilità e in talune circostanze i loro pochi voti potrebbero spostare l'esito di alcune competizioni elettorali, ma nè la Meloni, nè la Schlein potranno mai fare affidamento su una loro sincera partecipazione ad una alleanza che voglia realmente governare e non solo gestire il potere.



29 marzo 2025

L''Italia gioca per gli Italiani, non per gli inesistenti "europei"

Siamo in un periodo di turbolenze, dove i lillipuziani dell'unione europea provano a gonfiare il petto per guadagnare qualche centimetro, ma restano sempre lillipuziani.

A maggior ragione se ci sono improbabili personaggi come Macron che, da capo sfiduciato di una nazione che, da Vercingetorige in poi, ha perso tutte le guerre (e non si citi Napoleone che ha vinto tante battaglie, ma ha perso a Waterloo quella finale!) ma risulta vincitrice nelle due guerre mondiali perchè si è aggrappata alla schiena di Inglesi e Americani, pretende di guidare le truppe, concedendo il consolato ad un triste funzionario pubblico inglese che si è trovato senza titoli Primo Ministro, in quello che fu il posto di Pitt, Wellington, Disraeli, Gladstone, Churchill, della Thatcher, unicamente grazie al sistema elettorale britannico che ha favorito il suo partito laburista per la divisione dei voti nella Destra tra Conservatori e Reform Party.

Sullo sfondo il Quarto Reich tedesco che ha rotto gli argini e, nonostante un governo dimissionario e un governo in formazione che, intanto, sta già impiegando più tempo di quello occorso alla Meloni per formare il suo, ha liberato gli impulsi peggiori della Germania che ha iniziato adesso una nuova corsa al riarmo.

L'elezione di Trump alla Presidenza degli Stati Uniti, che arriva dopo le elezioni con tanti dubbi di regolarità del 2020 che lo esclusero dalla riconferma, ci hanno portato un Trump non solo molto più determinato e con il dente avvelenato nei confronti di tutti coloro che si inginocchiarono a Biden, ma anche una squadra dalla quale sono scomparse le figure ambigue come l'ex VicePresidente Pence, per dare spazio a quarantenni che garantiscono la continuazione dell'azione trumpiana come il VicePresidente Vance o il Segretario alla Sicurezza Interna Kristy Noem che sta affrontando il problema dei clandestini esattamente come mi piacerebbe potesse affrontarlo il nostro Piantedosi.

Ma la Presidenza Trump scatena anche un riallineamento nel quadrante internazionale con il necessario e graditissimo riavvicinamento tra Washington e Mosca e l'allarme nei confronti della Cina e dell'Islam.

Ma noi siamo Italiani e quello che ci interesse è l'Italia, non la Germania, la Francia o l'unione europea.

Ed è quindi da apprezzare l'equilibrio del nostro Governo che rifiuta di unirsi ai lillipuziani (tanto senza Gulliver non vanno da nessuna parte) e continua a tessere la tela della diplomazia, consapevole che l'Occidente può salvarsi solo se unito, come lo è stato contro il comunismo, il terrorismo comunista interno e quello esterno islamico.

La posizione dell'Italia non piace ai poteri forti, che vorrebbero un'Italia sottomessa e, come disse Prodi "dietro" alla Germania e alla Francia.

Ecco quindi i latrati dei cattocomunisti che osano persino riempirsi la bocca di "interessi degli Italiani" sulla cui sincerità poi si scoprono immediatamente quando aggiungono "degli europei", come se l'interesse dell'Italia fosse lo stesso di quello della Finlandia o della Francia.

Ed ecco gli articoli di stampa e le trasmissioni televisive che grondano di consigli non richiesti per la Meloni, finalizzati ad abbracciare Macron e Starmer, abbandonando Trump.

Ma la Meloni non credo si lasci infinocchiare da costoro come accadde a Fini che credette di essere il deus ex machina di una nuova Italia e ruppe con Berlusconi per la gioia di tutti i cattocomunisti che ne approfittarono per rifilarci undici anni di governi creati dentro il Palazzo.

L'esito della riunione di Parigi dei "volenterosi" e l'intervista della Meloni al Financial Times confermano che, dopo tanti anni, l'Interesse Nazionale prevale sulla ottusa ideologia europeista.

Le alleanze sono una necessità, da sempre, non solo nel mondo contemporaneo, ma ogni Nazione deve conservare le sue peculiarità e caratteristiche senza sottomettersi o annullarsi pur di far parte di un qualcosa che non la tutela.

Possiamo avere un comune interesse su una singola questione e interessi divergenti o addirittura opposti su tante altre e sarebbe assurdo pensare di ridurre tutto ad unità, perchè una delle parti dovrebbe soccombere e portare acqua a chi ha interessi contrari ai suoi.

L'Italia ha sacrificato alla folle idea dell'unione europea miliardi di contributi che sono finiti a Bruxelles, con tanto di cessione di Sovranità su una infinità di materie che è stata ricambiata dalla prigionia di direttive, corti europee, regolamenti, patti, tutti scritti per favorire il dualismo francotedesco.

Alleati sì, ma non abbiamo interessi comuni su tutto, anzi ci sono tanti temi in cui gli interessi dell'Italia sono contrapposti a quelli della Germania e della Francia e, allora, come possiamo delegare le scelte a persone che rispondono alla Germania e alla Francia ?

L'Europa ha valore come grande mercato economico, per la libera circolazione di merci e persone, ma  siamo e resteremo troppo distanti e diversi per poter avere una unità politica, una sola politica estera e un esercito in comune.

Alleati sì, ma ognuno padrone a casa sua !

28 marzo 2025

Il kit di sopravvivenza


L'unione europea è composta da 27 stati ad ognuno dei quali viene attribuito un posto di commissario.

Purtroppo non in tutti gli stati c'è personale politico adeguato al compito e lo vediamo quotidianamente con le dichiarazioni di una bella signora estone; Kaja Kallas, che spara cavolate dal suo scranno di Alto Commissario per la politica estera, credendo che l'essere stata primo ministro dell'Estonia, le dia la statura politica per ricoprire quel ruolo.

Ma l'Estonia ha un milione e trecentomila abitanti, come l'Abruzzo, tanto per dare un'idea e non mi sembra abbia una Storia tale da rendere i suoi "statisti" luminari della politica.

Al contrario dell'Abruzzo, che diede i natali al Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino che, dovendo cercarsi uno stato per sviluppare le sue capacità essendo l'Italia divisa in tanti piccolifeudi per non disturbare il papa di Roma, andò in Francia e costruì, proseguendo l'opera di Richelieu, la grande nazione francese che consentì a Luigi XIV di passare alla Storia come il Re Sole.

In ogni caso la signora Kallas ha oggi trovato una temibile concorrenza nella sua imbarazzante attività nel commissario alle crisi, la belga Hadja Lahbib che, con un esilarante video, invita tutti gli europei a dotarsi di un kit di sopravvivenza (per 72 ore, però ...) da tenere sempre a portata di uso.

Come la Kallas, la Lahbib appartiene ad un partito aderente all'alleanza dei liberali e riformatori, cioè il partito di Macron (e di Renzi se gli Italiani lo avessero votato e spedito a Strasburgo, ma noi Italiani probabilmente siamo più svegli di estoni e belgi).

Credo che il video, con le risatine inopportune, visto l'argomento e la banalità degli oggetti indicati (che sono poi quelli che leggiamo in ogni romanzo distopico e in tanti manuali di sopravvivenza di chi si prepara alla fine del mondo) forniscano già un adeguato motivo di ilarità, unito però all'agghiacciante consapevolezza che siamo nelle mani delle Kallas e delle Lahbib e, cosa ancora più grave, paghiamo loro migliaia di euro al mese per rendere ridicole loro, le idee che propugnano e l'intera Europa.

Mi piace peraltro annotare che, ad un certo punto, verso la fine, la Lahbib estrae un pacco di banconote per dirci che dobbiamo tenere dei contanti, perchè la monetica, in caso di crisi, è solo un pezzetto di plastica.

Ha ragione, ma è anche la dimostrazione che non si deve prestare alcuna attenzione a quello che arriva dall'unione europea, visto che è in prima fila per creare obblighi che portino ad abbandonare il contante, necessario in caso di crisi secondo la loro stessa commissaria, per pezzetti di plastica.

La Kallas e la Lahbib, dopo la Lagarde e la Von der Lyen, sono altri due ottimi motivi per abbandonare l'unione europea al suo destino e per approfittare dei quattro anni di presidenza Trump per sostituire il Regno Unito nel rapporto privilegiato con Washington.

27 marzo 2025

Una corretta interpretazione del riarmo

Due o tre giorni fa, Guido Crosetto, Ministro della Difesa, ha rilasciato una breve intervista che ho ascoltato in Studio Aperto delle 18,30 ma non ho trovato su You Tube.

Nei pochi minuti di durata di quanto trasmesso ho apprezzato la semplicità e l'onestà con la quale il Ministro della Difesa ha spiegato perchè dobbiamo spendere, con giudizio, senza togliere nulla alle spese sociali e produttive, per incrementare la nostra possibilità di difesa.

Non dobbiamo armarci per offendere, infatti, per andare sul campo di battaglia (e su questo la Meloni ha confermato che non verranno spediti soldati Italiani in Ucraina, tanto più, aggiungo io, dopo che Zelensky, che sta cercando assieme a Starmer e Macron di sabotare le trattative di pace, chiede combattenti e non peace keeping), ma per poter intervenire a difesa degli interessi nazionali in ogni parte del mondo e per difendere l'integrità della Nazione.

Ed ha fatto un esempio che è terrificante nella sua semplicità.

Israele ha subito, ripetutamente, attacchi missilistici da ovest (Gaza), da sud (Houthy), da nord (Hetzbollah) e da nord est (Iran).

Centinaia di ordigni tra missili e droni di cui il 96% è stato intercettato e abbattuto e solo il 4% è passato, con la capacità di far passare gli ordigni indirizzati verso zone desertiche.

Crosetto ha detto che se l'Italia di oggi fosse oggetto di un simile attacco, tutti i missili andrebbero a bersaglio, colpendo Milano, Napoli, Palermo, Roma ...

Ecco perchè dobbiamo spendere per creare un sistema difensivo che possa proteggere innanzitutto le nostre città, poi Forze Armate in grado di difendere i nostri interessi ovunque, ad esempio per garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso, non potendo confidare sempre negli Stati Uniti che, tra l'altro, hanno meno interesse di noi europei a veder libera quella via d'acqua e anche per smentire la nomea di "parassiti" che fa tanto più vergognare, quanto più è vera.

Naturalmente creare quella difesa costa e tanto, ma non si pretende di arrivare già domani ad avere a regime tutto, come la mia personale aspirazione di veder privatizzare sanità, istruzione, sistema pensionistico e impiegati pubblici, non implica che, fatta la legge, sia subito tutto privato, ma occorre gradualità, senza ritardi, ma anche senza frenesie, perchè contrariamente a quello che dicono i guerrafondai, la Russia non è il nostro nemico.


26 marzo 2025

Trappola per Prodi


Ed ecco che, dopo giorni di polemiche e di difese d'ufficio da parte dei cattocomunisti verso il loro santone stagionato, esce il video che toglie ogni dubbio e che mostra come, effettivamente, Prodi abbia preso una ciocca di capelli di una giornalista e li abbia tirati sia pur in modo non violento.

Questo video elimina ogni dubbio e se personalmente considero la "tirata" di capelli un qualcosa che non qualificherei neppure come peccato veniale, la prova inconfutabile di quanto avvenuto è devastante per Prodi e per le sue speranze, se ancora ne avesse avute, di avere un ruolo e, chissà, una presidenza.

E' devastante perchè se avessero studiato a tavolino un trappolone per fregarlo, non sarebbe riuscito meglio di così, a dimostrazione che è la naturalezza del caso ad ottenere i migliori risultati.

Prodi ne esce malissimo, come un vecchio nonno arteriosclerotico che reagisce malamente ad una educata domanda della nipotina e la tratta come un Gianburrasca da rimettere al suo posto.

Ma, soprattutto, Prodi ne esce devastato dalla menzogna che ha detto, quando ha negato di aver preso la ciocca di capelli e averla tirata.

Ora non mi aspetto che i cattocomunisti facciano ammenda, perchè fa ammenda e chiede scusa solo chi una coscienza ce l'ha, non chi ha i paraocchi dell'ideologia.

E neppure questo fatto cambierà l'orientamento al voto di chi sostiene i Prodi, le Schlein o i Lepore, perchè per sostenerli bisogna avere non solo i paraocchi, ma anche le orecchie ed ogni senso ottenebrati.

Resta comunque a futura memoria e come testimonianza della natura intrinseca dei cattocomunisti il video e ogni traccia di una simile vicenda che andrà ricordata negli anni.

Perchè ha ragione il senatore della Lega Claudio Borghi Aquilini che, su X, commenta: "Prodi è quello che ci ha fatto entrare nell'euro, regalandoci decenni di mancata crescita, deflazione salariale, perdita di sovranità, spread, emigrazione dei giovani, fallimenti, migliaia di suicidi di imprenditori e disoccupati...Reputazione rovinata per aver tirato i capelli.".

Ha potuto più una innocua tirata di capelli, di una striscia continua di danni che stiamo pagando tutti noi.


25 marzo 2025

Perchè tanta bulimia verbale da parte di Mattarella ?

Questa mattina ho ascoltato una esilarante titolazione su Mattarella al gr1: "Mattarella dà una scossa all'Europa".

Il tema era il commento sui dazi, il secondo o terzo in una settimana, di Mattarella.

Ho letto le prime pagine di una ventina di quotidiani internazionali pubblicate ne Il Giornalone: in nessuna ho trovato riferimento alle parole di Mattarella.

Non dico sui quotidiani americani, ma neppure su quelli spagnoli, a noi più affini e nulla persino nel Times of Malta !

Le parole di Mattarella all'estero non sono da prima pagina (forse, chissà, neppure da trafiletto interno) e tanto meno, quindi, possono rappresentare una "scossa" all'Europa.

Ho più volte ripetuto che ho nostalgia dei primi presidenti della repubblica, quando di loro si veniva a conoscenza perchè mandavano un telegramma quando qualcuno moriva o aveva vinto un premio e poi tornavano silenziosi a firmare le leggi da promulgare, salvo sobbarcarsi colloqui infiniti ogni quattro-sei mesi, cioè ad ogni crisi di governo.

Adesso che abbiamo il Governo più stabile degli ultimi anni, per di più uscito dal voto e non da una congiura di Palazzo e che continua a riscontrare la fiducia nei sondaggi, mi piacerebbe che Mattarella si palesasse solo quando deve mandare telegrammi di condoglianze o premiare atleti vincenti.

Purtroppo Mattarella non la pensa come me e, ogni giorno, parla o comunica qualcosa ed i "professionisti dell'informazione" lo sbattono in prima pagina, rendendogli un pessimo servizio.

Non si rendono conto che le parole di qualcuno, tanto più valgono, quanto più sono rare.

Più uno parla, più si avvita sui soliti concetti che, ripetuti fino alla noia, per quanto possano essere profondi, divengono banali e scontati.

Cuccia parlava molto poco, ma quando lo faceva raddrizzava la schiena agli ascoltatori (e non solo).

Anche la Meloni parla poco (più di Cuccia, comunque ...) ma quando parla tutti a salire sul suo carro per dire e contraddire (veggasi Ventotene, il manifesto, ormai famoso come la Corazzata Potemkin di Villaggio/Fantozzi).

Quali dibattiti apre Mattarella ?

Del resto non deve aprire dibattiti, ma deve rappresentare l'Unità della Nazione e per farlo adeguatamente non deve prendere posizione, non deve intervenire sulle questioni di stretta competenza del Governo perchè ostacola solo lo sviluppo della politica governativa, soprattutto di quella estera (veggasi la ripetitiva condanna della "invasione" russa).

Ma, soprattutto, quando uno parla troppo, finisce con il non essere più ascoltato, come quello che continuava a gridare "al lupo" e quando il lupo arrivò davvero, nessuno più gli credette.

Poichè Mattarella ha fior di consiglieri, non dubito che se ne rendano conto e, allora, mi domando quale sia il significato di tutti questi interventi, a volte anche due al giorno, che scorrono via senza lasciare traccia alcuna. 

24 marzo 2025

La Politica è scontro

Contrariamente a tanti che si mostrano indignati dai comportamenti e dalle parole di Prodi e Bertinotti (ma sarebbero da aggiungere anche Renzi, Giannini e tanti altri, tutti a senso unico) il fatto che i cattocomunisti si mostrino così arroganti e violenti, mi fa piacere.

Innanzitutto mi fa piacere perchè non ho mai accreditato costoro di una qualsivoglia dignità da interlocutore con cui dialogare.

Poi mi fa piacere perchè le loro ripugnanti espressioni non offendono la Meloni e il Centro Destra, ma solo se stessi, essendo la dimostrazione di una congenita incapacità di elaborazione politica e di argomentazione sui contenuti.

Mi fa piacere anche perchè ci fornisce il destro per ricordarci, sempre, chi sono i cattocomunisti, bulli di periferia che conoscono solo il linguaggio della forza e del potere.

Mi fa piacere perchè il buon governo, il ruolo crescente della Meloni a livello internazionale, il pur lento e contrastato rispetto delle promesse elettorali, hanno spazzato via in poco tempo ogni patina superficiale di credibilità dei cattocomunisti e dei loro caudatari.

Mi fa piacere perchè, contrariamente alle speranze che i cattocomunisti manifestano attraverso i loro "professionisti dell'informazione", la reazione alla loro violenza (per ora solo verbale ...) proviene anche da dirigenti di Forza Italia come la Ronzulli (epica la sua chiosa nei confronti di Renzi che avrebbero voluto pronunciare tutti gli Elettori del Centro Destra) e Gasparri, cioè esponenti di primo piano di un partito che siede nella stessa "famiglia" dei popolari assieme ai cristiano democratici tedeschi che si inquinano alleandosi con i socialisti.

E quanto dicono la Ronzulli e Gasparri sono parole di garanzia contro ogni cedimento ad una politica dell'indecenza che vede gli opposti allearsi.

Perchè la Politica, quella bella, alta, nobile, è scontro.

E' scontro di Idee, di Valori, di Progetti, di Visioni, non è compromesso, spartizione, suk, scambi di favore.

Allora ben vengano le ripugnanti espressioni, facciali, verbali e manuali, di un Prodi sempre più bofonchiante o le confessioni di Bertinotti sugli oggetti (a me sono tornate alla mente le famigerate hazet 36 ...) che vorrebbe tirare in testa alla Meloni, perchè sono tutti appunti che ci facciamo per continuare a contrastarli, combatterli, fare esattamente il contrario di quello che dicono vorrebbero fare.

Perchè l'interesse dell'Italia e degli Italiani è esattamente l'opposto di ogni istanza cattocomunista.

23 marzo 2025

I "volenterosi" Starmer e Macron aprono all'invasione cinese

La Civiltà Occidentale, che è quella nata dalle Radici Greche, Romane e Cristiane e ci ha condotto al progresso dell'Umanità fino a realizzare questo Mondo che è il migliore, sotto ogni aspetto, che mai l'Uomo abbia vissuto, ha avuto tanti nemici e, oggi, i due principali nemici esterni sono l'Islam e la Cina.

L'invasione dei clandestini è lo strumento per l'Islam di entrare in Europa dove, nei secoli passati, ha sempre trovato un muro compatto che lo ha respinto.

Ciò avviene con la complicità delle chiese che hanno tradito la loro natura identitaria e delle quinte colonne che, vagheggiando una società inclusiva senza differenze e senza ambizioni crea solo una società di disadattati che, come sta avvenendo, invece di guardare al futuro dando impulso al progresso dell'Umanità, devitalizzano l'Occidente per renderlo pronto alla sottomissione, manipolando e riscrivendo la Storia gloriosa delle Nazioni europee e aprendo ad ogni tipo di devianza che indebolisce i Valori sui quali le Nazioni europee costruirono la diffusione della Civiltà.

Grandi colpe hanno anche piccoli e tristi epigoni degli statisti che, un tempo, resero grandi le Nazioni europee e così, oggi, assistiamo al frenetico agitarsi di Starmer e Macron per conquistare un posto nel loggione dello spettacolo condotto da Trump e Putin e, per farlo, non si curano di aprire le porte all'invasione da parte del secondo grande nemico esterno dell'Occidente, la Cina.

In un ribaltone storico, le Nazioni europee che avevano aperto la Cina ad un primo sviluppo, facendola entrare nell'era moderna e che un bellissimo film, 55 Giorni a Pechino, ha cantato meglio di qualsivoglia storico, adesso, pur di avere un ruolo da sguatteri nella soluzione della controversia tra Russia e Ucraina rischiano di vedere una massiccia presenza di truppe armate cinesi quali "volonterosi" per garantire la futura pace.

Ma Starmer e Macron pensano che i cinesi mandino, spendendo miliardi, migliaia di uomini in Ucraina solo per amore della pace ?

Se pensassero una cosa del genere, allora sarebbero più coglioni di quanto le ordinarie cronache possono farci pensare.

Una volta che i militari cinesi hanno messo basi e accampamenti in Europa, chi li smuove più ?

E, altrettanto, dicasi dei militari della Turchia, altro stato che si è candidato come forza di interposizione, che sta rialzando la testa dopo la fine del suo impero al termine della prima guerra mondiale.

Ci vorrebbe un Monroe europeo che dica che i problemi tra gli stati europei ce li risolviamo tra nazioni e popoli europei, senza la necessità di interventi dall'esterno.

Passata l'adrenalina dei combattimenti, russi e ucraini possono benissimo convivere nei nuovi confini che saranno determinati dal trattato di pace senza necessità di truppe esterne di interposizione, tanto con i satelliti di oggi è possibile rilevare ogni movimento, ogni violazione, ogni sconfinamento.

Starmer e Macron la smettano di sgomitare perchè fanno solo danni.

Purtroppo temo che neppure se ne rendano conto.

22 marzo 2025

Fermare la legislazione per mano giudiziaria

La corte costituzionale ha deciso che anche celibi e nubili potranno adottare bambini provenienti dall'estero.

A parte ogni considerazione di merito, che non è l'oggetto del mio commento, rilevo che, per l'ennesima volta, dei signori con la toga si sono arrogati il potere, che non appartiene loro, di creare una legge.

Lo hanno fatto con l'eutanasia, pudicamente chiamata "fine vita", lo fanno sistematicamente, solo in base ad una osservanza ideologica, con i clandestini, lo fanno su questioni come l'adozione per le quali la legge è chiarissima e loro dovrebbero solo applicarla.

Non è accettabile che dei signori non eletti dal Popolo ma per concorso pubblico o, nel caso della corte costituzionale, nominati da un unico signore anche lui non eletto dal Popolo o eletti nel ristretto ambito di una casta (quella togata) o per compromesso dal parlamento costretto ad accordi di spartizione per raggiungere la maggioranza qualificata richiesta, invadano il campo del potere legislativo.

In passato avevo letto che i magistrati, ai vari livelli, con il loro intervento sopperivano ai presunti ritardi della politica nell'adeguarsi al cambiamento della società.

E' una interpretazione fuorviante, perchè i magistrati non hanno il compito di adeguare le norme esistenti ad un presunto cambiamento civile e sociale, reinterpretando norme scritte chiare di loro, devono solo applicare le leggi che sono approvate da un parlamento eletto dal Popolo ogni cinque anni e che quindi rappresenta, LUI, non LORO !, lo specchio della società come è.

E se i costumi cambiano, le abitudini cambiano, le sensibilità cambiano, allora è il parlamento che deve cambiare le leggi.

Finchè la Politica sarà sottomessa al potere giudiziario, non riusciremo mai a riprendere il cammino civile, sociale, economico verso un Futuro di Sicurezza e Benessere.

21 marzo 2025

Il re è nudo

Un certo Hans Christian Andersen, poeta danese dell'Ottocento, ha fama imperitura per le sue favole, una delle quali narra di un potentissimo re che amava vestirsi sontuosamente, ma era sempre insoddisfatti dei vestiti che gli confezionavano, finchè un sarto, che non sapeva più che pesci pigliare, lo mandò in giro nudo dicendo che gli aveva cucito sopra un vestito favoloso che solo gli sciocchi non vedevano.

Per non passare da sciocco il re manifestò entusiasmo e altrettanto fecero, per lo stesso motivo, i componenti della sua corte e tutti i sudditi timorosi di contraddirlo, finchè, passando tra la folla, una bambina innocente urlò la verità: il re è nudo e, dopo un primo momento di smarrimento, tutto il popolo si mise a ridere ed a ripetere quella che era l'unica e incontrovertibile verità, il re era nudo.

In tempi moderni, con molta meno poesia ma grande ironia, fu Paolo Villaggio a sbugiardare i corifei del conformismo e della piaggeria da "tengo famiglia", con la memorabile scena di Fantozzi, obbligato durante una partita di calcio della nazionale a partecipare alla proiezione di film "intellettuali", a commentare lapidariamente che la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca, ottenendo 92 minuti di applausi a scena aperta.

Passano i decenni ed arriviamo al 19 marzo, quando il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, citando alcune frasi tratte dal sopravvalutato Manifesto di Ventotene, dice che non le condivide e non condivide l'idea di europa che delineano.

La reazione isterica, al limite del t.s.o., dei cattocomunisti non riesce a nascondere i 92 minuti di applausi da parte di un Popolo che ama la proprietà privata, il risparmio privato, ama discutere e non tollera di essere come una mandria sorda, cieca ed ubbidiente, condotta da un manipolo di cortigiani che non osano dire che il re è nudo.

Un primo tabù è stato infranto, adesso mi aspetto che si riporti sulla Terra anche la stomachevole beatificazione della costituzione del 1948 e la inutile e divisiva propaganda antifascista.

 

20 marzo 2025

La Meloni manda al manicomio i cattocomunisti

Per mesi i cattocomunisti, ad ogni flatulenza, chiedevano che la Meloni riferisse in parlamento.

Quando la Meloni si è presentata, martedì e mercoledì, i cattocomunisti ne sono usciti con le ossa rotte e in pieno delirio (n)eurale.

Ieri ho pubblicato le integrali comunicazioni e repliche della Meloni al Senato, perchè le versioni dei "professionisti dell'informazione" non sono affidabili, spesso un taglia e cuci per finalizzare il tutto alle marchette ideologiche cui sono quotidianamente chiamati, quindi è opportuno, avendone l'opportunità, ascoltare direttamente la fonte.

Oggi mi permetto di pubblicare il collegamento al sito del Senato con il testo integrale del Manifesto di Ventotene perchè ognuno legga se le frasi citate dalla Meloni e che hanno aperto le porte all'isterica reazione dei cattocomunisti, siano vere o false.

E poichè sono tutte vere, ognuno deve rispondere se la "sua" europa possa essere compatibile con le affermazioni quali "La rivoluzione europea ... dovrà essere socialista" (e ricordo che fino al 1989, quando si parlava di socialismo si mascherava il comunismo, cioè il socialismo reale dell'Unione Sovietica) oppure "La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio", che sono riassunte nello specchietto che pubblico e che è scansionato dalla copia odierna de La Verità.

Chiunque abbia l'onesta intellettuale di riconoscersi nella Civiltà Occidentale, nel modello di nazioni libere e democratiche che la Civiltà Occidentale ha implementato, non può che concordare con la Meloni nel respingere quella visione di europa, sovrapponibile al socialismo reale della defunta Unione Sovietica che non deve risorgere a Bruxelles.

La Meloni ha detto quel che tutti sappiamo e pensiamo e lo ha detto nel modo più semplice e concreto possibile: citando le parole stesse del Manifesto di Ventotene.

Ed è proprio questo che ha mandato al manicomio i cattocomunisti: l'impossibilità di replicare, perchè la Meloni ha ragione.

Per me ogni opinione è legittima, quindi ogni opinione, anche quelle cattocomuniste che sono quanto di più lontano dalle mie possa esistere, hanno diritto ad esistere, ad essere diffuse, conosciute, sostenute.

A condizione di reciprocità.

La Meloni non ha fatto altro che applicare questo semplice criterio per cui se viene organizzata una piazza cattocomunista per sbandierare il Manifesto di Ventotene, lei ha titolo e libertà per dare rappresentanza a tutti quelli che non condividono le idee di quel testo.

E infatti le reazioni che leggo su X sono di grande compattezza, anche da parte di coloro che, in tutti questi mesi, hanno criticato "da destra" la Meloni, accusandola di intelligenza con il nemico cattocomunista, ma adesso devono riconoscere che è stata capace di marcare la differenza, dimostrando che sa occupare quel ruolo molto meglio degli ultimi sei che l'hanno preceduta.

Ed anche chi la critica "da destra" perchè troppo morbida nel contrastare l'assolutismo europeista, perchè sostiene Zelensky, devono riconoscere che è di gran lunga meglio questo lento percorso di risanamento della nostra società con la Meloni che tornare a capofitto nell'inferno del politicamente corretto che avremmo con la Schlein o con chiunque dovesse ricoprire il ruolo che oggi è della Schlein e che fu di Draghi, Conte, Gentiloni, Renzi, Letta e Monti.

Ai cattocomunisti sono saltati i nervi perchè, davanti a delle argomentazioni fondate sul testo (che molti di loro non hanno neppure letto) non hanno la possibilità di replicare e, come sempre, quando uno è impossibilitato a rispondere perchè non ne ha le basi, reagisce rovesciando il tavolo della discussioni, si mette a frignare, sbatte i piedini per terra e i pugni sul banco del parlamento.

Anche ieri la Meloni ha dato piena rappresentanza a quella parte d'Italia che pur non venendo considerata dalla cappa intellettuale, politicamente corretta che si parla addosso sui giornali, in radio e televisione, è la spina dorsale produttiva della Nazione e chiede la Libertà di poter continuare ad esserlo, in Sicurezza.

19 marzo 2025

Meno male che Giorgia c'è



Uno dei privilegi (che compensano i tanti handicap dell'età) dell'essere pensionati è che si possono "spendere" tre ore per ascoltare per intero gli interventi che poi faranno le notizie filtrate dai presunti "professionisti dell'informazione".

Così ieri ho ascoltato sia la relazione di Draghi che le comunicazioni e replica della Meloni.

E oggi trovo sui giornali ben poco di quello che credevo di aver ascoltato.

E' la prova provata che spesso basiamo le nostre opinioni su un sentito dire che è solo la sintesi di quello che il commentatore di turno ha recepito o, peggio ancora, di quel che il propagandista con la penna rossa intende diffondere per creare una percezione della realtà funzionale alla propria ideologia.

La lunga e noiosa relazione di Draghi mi è apparsa come il discorso di un vecchio parruccone, quasi una liturgia dovuta e non sentita, ma, soprattutto, il contenuto sarebbe stato valutabile se fosse pervenuto da qualcuno che, dopo essere stato su Marte negli ultimi quaranta anni, fosse sceso sulla Terra per fornire le sue ricette.

Invece il lungo elenco di considerazioni che Draghi ha infilato nel suo intervento, proviene da un tizio che negli ultimi quaranta anni è stato sottosegretario al Tesoro, Governatore della Banca d'Italia, Presidente della BCE e Presidente del Consiglio dell'Italia.

Forse un mea culpa, un atteggiamento contrito con il quale chiedere scusa (ad esempio ai Greci, ad esempio a quanti, sotto il suo governo, sono stati sospesi senza stipendio dal lavoro) lo avrebbe reso più credibile e spendibile.

E oggi leggo sui quotidiani (non tutti per fortuna)  la santificazione di Draghi, con gente come Calenda che lo vorrebbe Dittatore dello stato libero di Bananas che è questa unione europea.

Dopo Draghi ho piacevolmente ascoltato la Meloni, poco più di un'ora tra comunicazioni e risposte (queste ultime molto più nelle sue corde).

Una boccata di aria pura dopo le due ore di Draghi.

Prendendo a prestito una canzoncina del 2008 e parafrasandola: meno male che Giorgia c'è.

A me è sembrato di ascoltare la voce del buon senso.

Ovviamente se avessi la possibilità di decidere in modo assoluto, avrei preferito ascoltare parole di gran lunga più dure contro le sinistre, non avrei rinnovato l'appoggio a Zelensky e non avrei citato Bergoglio e Mattarella che non rappresentano per me due modelli da seguire.

Però io non sono il presidente del consiglio di un governo di coalizione, in un'Italia divisa a metà, condizionata dalla diplomazia e dalla politica che è l'arte del possibile e quindi obbligata anche a smussare e ad andare oltre certe questioni per passare poi all'incasso su altre.

Ma, ugualmente, non ho trovato quel che ha detto la Meloni, ma solo delle costruzioni che prendevano spunto su una frase, in genere su quelle più polemiche, per poter poi costruirci una narrazione funzionale ai propri fini.

La Meloni ha articolato il suo intervento su vari temi, a cominciare da quelli economici, passando all'invasione dei clandestini (che purtroppo chiama anche lei "migranti") per poi finire all'Ucraina e alle spese per la difesa.

Ascoltando la Meloni, il buon senso che, assieme all'Interesse Nazionale, la guida (ad esempio nel ribadire che nessun militare Italiano andrà a morire in Ucraina !) non si può che apprezzarne l'equilibrio che tiene l'Italia lontana da una pericolosa avventura la cui partecipazione porterebbe solo danni e nessun utile.

Ma questo non emerge dai resoconti interessati dei presunti "professionisti dell'informazione".

Resta il fatto che, finalmente, abbiamo un Governo che non si limita a "stare dietro", come vorrebbe Prodi, a Germania e Francia.

E se ci fosse solo questo (ma c'è molto di più) avremmo già fatto un grande passo in avanti rispetto al passato, anche se i "professionisti dell'informazione" raccontano altro.


 

18 marzo 2025

Il prezzo della Libertà

Ho svolto l'obbligatorio, allora, servizio di leva, in Cavalleria, cioè sui carri armati, con il ruolo di capo carro Leopard.

Prima della destinazione definitiva in provincia di Udine, feci tre mesi di addestramento base a Caserta alla Scuola Truppe Corazzate, dove prendemmo conoscenza dei tre carri che allora (1979) erano in dotazione all'Esercito: M47, M60 (che già hanno nel nome l'anno di produzione) e il Leopard prodotto a fine anni Sessanta.

Rispetto ai primi due il Leopard aveva una serie di dotazioni che rendevano gli altri carri non solo superati, ma autentiche bare in un eventuale conflitto.

Altrettanto si poteva dire del Leopard rispetto ai modelli successivi, ma il nostro Esercito si è dotato solo di carri armati Ariete, di produzione nazionale di fine anni Ottanta: un carro di 40 anni fa !

Suppongo che quasi altrettanto sia per gli altri mezzi a nostra disposizione, aerei, navi, missili, batterie antiaeree.

Con un simile arsenale saremmo giusto in grado di contrastare una aggressione da parte di nazioni ancor meno armate, non certo di poter competere alla pari con una nazione che abbia fatto della propria difesa una priorità.

In aggiunta, nel 2005, fu sostanzialmente abolita la leva obbligatoria per passare a Forze Armate di professionisti.

Ben addestrati, certo, forse anche con dotazioni individuali di eccellenza, ma pochi.

Non a caso le missioni militari che hanno visto protagonisti i nostri militari sono essenzialmente quelle cosiddette di peace keeping, cioè di presidio di un territorio sul quale altri erano intervenuti in combattimento (a parte i bombardamenti aerei sulla Serbia del 1999, con D'Alema presidente del consiglio e Mattarella ministro della difesa)

Lo abbiamo potuto fare, perchè abbiamo delegato alla Nato ed agli Stati Uniti la nostra difesa, in cambio di una sorta di vassallaggio culturale (ma non solo) che ha portato, mutuando le varie devianze provenienti da oltre oceano, all'attuale stato di degrado della nostra Civiltà.

Il vento sta cambiando, lentamente, ma con una certa costanza, al punto che possiamo sperare che la nostra Civiltà, quella Occidentale, abbia gli anticorpi per risanarsi da sola.

Un aiutino (come stimolo) lo possono dare le minacce che arrivano dall'estero e, in primis, dalla Cina con la sua economia drogata dal dumping salariale e di controlli sulla qualità e salubrità dei prodotti e dall'Islam che, con la complicità delle ong, ci sta spedendo milioni di clandestini che provano (spesso riuscendoci) a scardinare le nostre fondamenta valoriali.

Contemporaneamente gli Stati Uniti, corrosi dalla stessa nostra crisi valoriale, cercano di ritrovarsi, facendo leva sulle loro tradizioni e chiedendo che le Nazioni della vecchia e decadente Europa ritrovino lo spirito dei secoli passati, che le avevano viste portare la nostra Civiltà in ogni parte del Mondo, per difendere se stesse, come possono e devono fare.

La questione del riarmo è tutta qui.

Senza seguire le sciocchezze della baronessa tedesca, noi dobbiamo investire in Sicurezza, ammodernando i nostri arsenali (e mantenendoli aggiornati nel tempo) e creando i presupposti per avere la possibilità di mobilitare, previo un addestramento obbligatorio di base, tutti i cittadini abili alle armi.

Per fare questo ci vogliono soldi da utilizzare e indirizzare verso le industrie nazionali (l'Ariete era un ottimo carro, quindi possiamo produrne altri, moderni) e per il ripristino del sistema di leva obbligatorio che avrebbe anche benefici effetti sui più giovani che imparerebbero così regole di convivenza, il rispetto della Gerarchia e dell'Autorità che, oggi, mi sembrano particolarmente deficitari.

Lo dobbiamo fare nel tempo, non dobbiamo fare tutto e subito, ma costantemente, senza fermate o marce indietro. 

Lo dobbiamo fare in Italia, per l'Italia, non delegare, ancora una volta, come vorrebbero i cattocomunisti che sono per l'esercito comune europeo, ad una entità straniera la nostra Sicurezza che è anche la nostra Libertà.


17 marzo 2025

Riarmo Nazionale

Questa mattina, ascoltando la radio, non ricordo se nella rassegna stampa o in un giornale radio, ho sentito l'espressione di cui al titolo: riarmo nazionale.

Mi è piaciuta, perchè riassume quel che penso della questione all'ordine del giorno sulla necessità di sviluppare una politica di difesa quanto più autonoma possibile.

Capita anche, una sorta di ciliegina sulla torta, che l'annotazione "nazionale", arrivi il giorno del 164° anniversario della proclamazione del Regno d'Italia, quando, nel 1861, la nostra Patria tornò ad essere in gran parte unificata.

"Riarmo Nazionale" è l'essenza di una politica doverosa che impone di essere armati ed addestrati per difendersi da aggressioni esterne e per difendere anche i nostri interesse all'estero senza delegare altri (dovremmo erigere un monumento agli Stati Uniti e al Regno Unito che, bombardando i terroristi islamici yemeniti Houthy, cercano di ripristinare, nell'interesse di tutti, la libertà di circolazione e di commercio nel Mar Rosso !).

"Riarmo Nazionale" unisce i punti della questione Sicurezza e Difesa, dando una risposta giusta perchè è esattamente l'opposto di quella propugnata dai cattocomunisti con la Schlein che dice no al riarmo e si alla difesa comune europea.

"Riarmo Nazionale" significa anche non utilizzare i nostri soldi per sostenere le aziende produttrici di armi straniere (tedesche e francesi), ma finanziare la produzione di armi con le fabbriche che abbiamo in Italia e che sanno produrre armi di qualità.

"Riarmo Nazionale", vuol dire costruire delle Forze Armate che siano qualitativamente e quantitativamente in grado di affrontare le emergenze di Sicurezza, di Difesa, di tutela dei Confini della Patria, all'interno di un quadro di alleanze necessario, anche se non sempre gli interessi nazionali coincidono.

"Riarmo Nazionale" significa anche che è il Governo Nazionale a decidere se e come utilizzare la forza militare, impiegando i nostri effettivi sul campo o solo fornendo gli strumenti a nazioni alleate ed amiche.

"Riarmo Nazionale", infine, richiede un solo intervento da parte dell'unione europea: azzerare ogni patto di stabilità e lasciare che il debito, la forma, gli importi, le modalità degli investimenti siano esclusivamente decisi dai governi nazionali che sanno benissimo quale sia l'interessa dei rispetti popoli e che, sicuramente, non è quello di salvare dalla bancarotta le banche e le industrie tedesche e francesi, commissionando armi che possiamo costruire molto meglio in casa con le nostre industrie e avendo come bonus un incremento della occupazione interna.

16 marzo 2025

Più petulanti che volenterosi

La grande confusione che aleggia nei "cervelli" (?) dei cattocomunisti, si è palesata ieri nel modo più evidente con la manifestazione a favore dell'europa a Roma e la riunione degli autoreferenziali "volenterosi" via internet.

La confusione è tale che nelle due riunioni, entrambe a sostegno dell'azione europea, ci sono quelli favorevoli al riarmo e quelli contrari, quelli favorevoli all'esercito europeo e quelli contrari, quelli favorevoli ad entrare in guerra contro la Russia e quelli contrari, quelli che credono a Zelensky e quelli che, se non credono a Putin, neppure ne ignorano la rilevanza mondiale.

E per fortuna che la Meloni c'è, a dare una rappresentanza a chi, come me, è favorevole al riarmo, perchè noi Occidentali non dobbiamo rinunciare al nostro ruolo di guida della Civiltà, ma per un riarmo che sia esclusivamente imbastito su base nazionale, con Forze Armate che rispondano solo ed esclusivamente al proprio governo e che possano, questo sì, operare congiuntamente in coordinamento con quelle alleate. 

Il tutto per la necessità, attuale, di difesa dei Confini Nazionali ripetutamente violati dai clandestini o di intervento (futuribile) all'estero a tutela degli Interessi Nazionali, economici, di circolazione, di commercio, che possono essere comuni anche ad altri stati, ma talvolta non lo sono (come il vantaggio che traggono Francia e Germania, Spagna e Grecia, se i clandestini fanno rotta verso l'Italia violandone i confini) non certo per mandare i nostri militari a farsi sparare addosso per difendere gli ucraini o i russi.

Da quel che riportano i giornali, la Meloni ha espresso la posizione più sensata, dichiarando che si deve agire di concerto con gli Stati Uniti (quindi non ronzare inutilmente creando solo disturbo all'azione diplomatica in atto) e gli alleati occidentali, ma essendo molto chiara sul fatto che non verranno inviati militari Italiani in Ucraina (aggiungerei: a meno che non sia concordemente richiesto da entrambe le parti in conflitto e che il costo del loro dispiegamento ricada sulle organizzazioni internazionali che ne darebbero la copertura politica e doverosamente anche quella economica).

Del resto, per ora, la Russia ha già detto che non vuole militari della Nato o europei e la riunione pervicacemente voluta da Starmer, che ha così fregato Macron come capofila dei petulanti, sembra solo utile a intralciare i colloqui di pace tra Washington e Mosca, istigando Zelensky a non essere disponibile se non a parole, con la falsa sicurezza della protezione europea che, però, equivale al fastidioso ronzio di una mosca che gira intorno a Putin e Trump.

I cattocomunisti che si sono ritrovati a Roma (sempre gli stessi che leggono Repubblica, la Stampa e il Corsera e che si guardano tutte le trasmissioni di propaganda manipolatrice che le varie emittenti trasmettono, affidate a "professioni dell'informazione" legati a doppio filo alla sinistra o alla "maggioranza Ursula") hanno ormai sostituito la costituzione italiana con il manifesto di Ventotene e l'antifascismo in caduta libera nell'interesse degli Italiani, con un europeismo d'accatto dal quale non emerge alcuna risposta chiara: sì o no al riarmo ? Sì o no all'invio di militari in Ucraina ? 

L'unico aspetto che emerge è il rifiuto di essere Italiani, perchè l'unico punto sul quale i cattocomunisti sono d'accordo è che dobbiamo rinunciare ad altra Sovranità Nazionale a favore di un'europa in cui comandano gli stranieri.

Ed è l'aspetto più ripugnante di tutta la confusione che hanno messo in campo i petulanti manifestanti di Roma e i congressisti convocati online da Londra.

15 marzo 2025

Dazi e Libero Mercato

Io sono per l'economia di Mercato, dove lo stato sia quel terzo garante, estraneo a qualsivoglia attività produttiva e di servizi, per poter equanimemente regolare contratti, condizioni e contenziosi.

Ed ho anche ripetutamente scritto che non credo nell'unione europea che vorrei tornasse semplicemente ad essere un mercato unico di libero scambio di merci e persone.

In linea teorica, quindi, sono contro i dazi.

Ma i dazi, così come concepiti dagli Stati Uniti (e anche dagli stati europei nei confronti della Cina, ad esempio) non sono una alterazione del Mercato, bensì un correttivo necessario per garantire condizioni paritarie alle merci.

Noi, in Occidente, abbiamo una legislazione di tutela dei lavoratori, di contratti sul salario, di controlli sulla salubrità degli ambienti di lavoro e sulla pericolosità dei prodotti.

Abbiamo inoltre inserito clausole e tasse particolarmente penalizzanti con la scusa della tutela dell'ambiente.

Tutto questo costa e se, da un lato, rende i nostri prodotti di qualità superiore (anche e soprattutto perchè le tecniche, la fantasia, la genialità, particolarmente di noi Italiani, porta ad un livello superiore i nostri prodotti) dall'altro li rende molto onerosi rispetto a quelli che apparentemente forniscono lo stesso utilizzo, ma vengono prodotti in fabbriche senza leggi di sicurezza, senza salari contrattuali, sfruttando i lavoratori, non avendo cura di usare materiale che non sia dannoso.

Ecco che il dazio diventa un riequilibratore per consentire che prodotti, spesso scadenti, ma a basso costo, vengano venduti con costi in linea a quelli che produciamo noi.

L'alternativa è la chiusura delle nostre aziende e la disoccupazione per i nostri lavoratori, a meno che non ci si adegui, invertendo la rotta del progresso e della civiltà, verso uno sfruttamento intensivo di chi lavora, eliminando ogni regola o controllo di sicurezza.

Lo stesso concetto di ripristino di un equilibrio è da applicarsi alle tasse applicate da alcuni stati, come ad esempio nell'ambito dell'unione europea, l'Iva, o le limitazioni alla produzione di specifiche tipologie di prodotti, come le automobili a combustione fossile.

Sono tutte alterazioni del Libero Mercato che, chi le subisce, risulta autorizzato ad assumere provvedimenti per riequilibrare la possibilità competitiva dei propri beni: i dazi.

Il problema, quindi, non è il dazio, ma l'avidità collettivistica dei governi che oltre a continue interferenze nella produzione di beni e servizi, alterano la concorrenza con imposizioni, regole e direttive indirizzate unicamente ad incrementare i propri bilanci da poter utilizzare in modo clientelare per soddisfare le proprie pulsioni ideologiche.

 

14 marzo 2025

In dubio pro reo

Sono un appassionato di gialli e polizieschi, ma di quelli partoriti dalla fantasia degli Autori, non "tratti da un fatto realmente accaduto" ed ancor meno mi appassionano i gialli in cronaca.

Il motivo principale è che non avendo alcuna fiducia nella magistratura, non credo alle conclusioni cui arriva.

Io sono rimasto al principio per cui un soggetto deve essere condannato "al di là di ogni ragionevole dubbio" (art. 533 codice di procedura penale).

E superare ogni "ragionevole dubbio", vuol dire trovare prove concrete o ricevere confessioni, non ipotizzare teoremi, arzigogolare su indizi per arrivare ad una condanna purchessia che, comprensibilmente, i parenti delle vittime pretendono a prescindere perchè è l'unica possibilità per alleviare (solo parzialmente) il dolore per la perdita e le sue modalità.

Non può esistere il "libero convincimento" del giudice.

Siamo purtroppo in una società in cui si cerca il colpevole anche quando è il Destino a provocare un incidente, un decesso, figuriamoci davanti ad un delitto che offre una copertura mediatica straordinaria e quindi grande visibilità agli inquirenti.

Così abbiamo casi per i quali non si giunge mai ad una fine.

Ultimo il caso del cosiddetto "giallo di Garlasco".

Da alcuni anni è in carcere una persona, che continua a proclamarsi innocente, condannata in terzo grado dopo due assoluzioni.

Già questo dovrebbe dimostrare che la condanna è arrivata con tanti ragionevoli dubbi, perchè diversamente si dovrebbe pensare che chi lo ha giudicato innocente nei primi due gradi sia un incompetente e, quindi, sarebbe opportuno rimuoverlo dal ruolo perchè sarebbe troppo pericoloso continuare a dargli il potere di interferire con la vita del prossimo.

Purtroppo la vicenda di Garlasco che oggi trova nuovo spazio sulle prime pagine, non è l'unica.

Sempre di questi giorni è una ripresa, con un nuovo processo deciso dalla cassazione, per l'omicidio di una ragazza, Serena Mollicone, avvenuto oltre venti anni fa, mentre è sempre aperto un "filone" per stragi del passato, sempre dai contorni oscuri tranne per quelli che hanno dato una risposta ideologica.

La "tragedia di Ustica" in questi giorni è ugualmente tornata in auge perchè la procura ha chiesto l'archiviazione dichiarandosi incapace di determinare cosa sia accaduto, ma, comprensibilmente, come si diceva, i parenti delle vittime non accettano che non vi sia nessun colpevole.

In compenso, quando un cittadino spara e neutralizza un colpevole certo, un rapinatore in opera o in fuga non dovrebbe fare differenza, l'inflessibilità della legge si scatena contro il cittadino che da vittima viene dipinto come un carnefice, pur avendo colpito qualcuno che è sicuramente colpevole di aver commesso o tentato di commettere un crimine.

E se c'è un dubbio, la nostra Civiltà, sin dai tempi dei Romani che delle norme di processo avevano fatto un sistema di garanzie perchè le pene colpivano duramente e si doveva avere la massima certezza di colpevolezza, prevede che si giudichi a favore dell'imputato: in dubio, pro reo.

Forse siamo arrivati all'epoca in cui andrebbe sottratto ai magistrati il potere di decidere sulla libertà e la vita delle persone, per ricorrere ad un computer, alimentato dalle leggi da applicare e dalle prove sul caso da giudicare, affidandosi alla asettica decisione di una intelligenza artificiale e non di un intelligenza umana che subisce si troppe influenze dal proprio carattere, dalle proprie convinzioni, dalla propria ideologia.



13 marzo 2025

Sì al riarmo, ma nessuna cessione di Sovranità militare

C'è da perdersi dietro alle riunioni, ai conciliaboli, alla retorica che improbabili feldmarescialli macinano quotidianamente.

Personalmente credo che uno stato non sia tale se non ha Forze Armate tali da contribuire alla difesa degli Interessi Nazionali, a proteggere i Confini ed a operare eventuali azioni di ritorsione nei confronti di aggressioni altrui.

Per avere quella capacità di risposta che rende uno stato tale, occorre avere armi sempre aggiornate, tecnologicamente al passo con i tempi e un personale con le stellette addestrato e competente, sotto il profilo qualitativo, ma anche in numero tale da poter opporre una resistenza adeguata in caso di un conflitto che si protragga a lungo nel tempo e che richieda un diffuso volume di fuoco.

Il personale è, da venti anni, volontario, quindi si tratta di professionisti ai quali deve essere affidata la gestione degli strumenti bellici più complessi e, in virtù del loro addestramento, le azioni che richiedono maggiore competenza e preparazione.

La quantità dovrebbe essere data da un ripristino del servizio di leva obbligatorio, in ossequio al principio per cui "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge.", come leggiamo nell'art. 52 della costituzione.

Per avere armi tecnologicamente moderne ed efficaci e una forza numerica adatta al loro utilizzo combinando assieme professionisti e personale di leva, è necessario finanziare l'acquisto di armi sempre aggiornate e mantenere Forze Armate numericamente sufficienti.

Il tutto, costa, molto di più del misero 1,5% sul PIL che, a mala pena, fornisce di che pagare dignitosamente i nostri professionisti della difesa.

E' quindi giusta la rivendicazione del Presidente Trump che non vuole più che la difesa degli stati europei ricada sul bilancio americano e chiede che ogni stato porti al 5% del Pil la spesa militare.

Ne discende che per portare (ovviamente nel tempo, visto che, contrariamente alla propaganda europeista, non appare alcun pericolo russo all'orizzonte) al 5% il contributo di ogni nazione alle spese militari, senza intaccare le altre necessarie spese di natura civile, occorre liberare i bilanci nazionali dalla cappa imposta da Bruxelles.

In questo senso è stato giusto votare a favore del principio di un "riarmo" corposo, fondato su 650 miliardi di spese degli stati nazionali e 150 di prestiti da restituire.

Benissimo spendere per armi potenti e avanzate, ma ogni nazione deve mantenere il controllo sulle proprie Forze Armate, decidendo dove e come spendere quei soldi che, liberati dalla cappa di Bruxelles, devono diventare liquidi e disponibili per le libere scelte di ogni singolo governo.

L'Italia ha fabbriche di armi e una tecnologia (che spesso esportiamo) tale da poter utilizzare quei fondi per incentivare l'industria pesante, creando quindi non solo un esercito adeguato ai tempi, ma anche un volano per l'economia nazionale.

Ma la forza militare non può essere delegata ad una entità che non risponda, direttamente ed esclusivamente, al governo dello stato cui fa riferimento, quindi ai cittadini che lo hanno votato.

Poi possono essere organizzate alleanze, consorzi per la realizzazione di armi o acquisti cumulativi, ma le Forze Armate di uno stato devono essere poste sotto il comando esclusivo di quello stato.

Quindi è giusto dotarsi, senza limiti di bilancio, degli armamenti più moderni e tecnologicamente avanzati, ma non per porre il tutto sotto il comando di un qualche generale o politico straniero.

  

12 marzo 2025

La planetaria figura di palta dell'unione europea

Non so se la tregua ipotizzata a Doha troverà la sua realizzazione, mi sembra che tre anni di guerra, di morti, di bombardamenti, difficilmente possono essere archiviati a tarallucci e vino, con un partenopeo: chi ha dato, ha dato, chi ha avuto, ha avuto, dimentichiamoci del passato.

Resta il fatto che Trump, entrato in carica da meno di due mesi, il 20 gennaio 2025, ha prima imposto una tregua ad Israele ed ai terroristi palestinesi, mentre adesso potrebbe raggiungere analogo risultato tra russi ed ucraini.

Appare evidente che la pace bisogna perseguirla, ma, soprattutto, bisogna volerla, mentre Biden, che dalle informazioni che vengono centellinate in uscita dalla Casa Bianca sembra sia stato tenuto sotto tutela e fosse solo una sorta di avatar per decisioni assunte chissà dove e da chi, quella pace non ha ricercato, pur avendone i mezzi.

Sì, perchè i risultati ottenuti da Trump dimostrano che gli Stati Uniti hanno ancora gli strumenti per imporre la pace, in una riedizione di quella che fu la "Pax Romana" che per duecento anni, a cominciare da Augusto, garantì all'Impero Romano pace e prosperità.

Oggi come allora, la pace viene imposta dal contraente più forte che, finchè resterà tale, potrà agire nel bene (imponendo tregue e pace) o nel male (istigando alla guerra).

Gli altri sono comprimari necessari, importanti, ma devono sottostare alla volontà degli Stati Uniti, come è stato dimostrato dal tracollo dell'esercito ucraino dopo una sola settimana dalla sospensione degli aiuti militari e di informazioni da parte degli Stati Uniti, seguiti alla presunzione di Zelensky di trattare con Trump come, evidentemente, aveva fatto con Biden.

Una planetaria figura di palta (espressione edulcorata rispetto a quella che, suppongo, tutti quelli che leggono questa nota comprendono quale dovrebbe essere) è stata fatta da una unione europea che, mentre Trump, con decisione, marcia per imporre la Pax Americana, con la tregua in Medio Oriente e adesso, forse, quella in Ucraina, arzigogola in riunioni di capi di stato e di governo, ministri degli esteri, poi quelli della difesa, poi i capi delle Forze Armate, poi di nuovo una riunione virtuale dei capi di stato e di governo e via discorrendo tra chiacchiere vuote e proclami che rendono manifesta l'unione come il più classico gigante dai piedi d'argilla.

Con risultato più probabile di finire a fare i kapò di una tregua concordata e realizzata da altri, con il costoso e pericoloso dispiegamento di militari con la funzione di cuscinetto.

E mi sia consentito rimpiangere quell'Europa, formata da tanti stati, talvolta in guerra tra loro, ma lanciata alla conquista di tutto il mondo, senza tante chiacchiere, senza tante riunioni, perchè ogni nazione era in grado di mettere in campo un suo esercito per intervenire là dove vedeva il proprio Interesse Nazionale.

Quell'Europa, purtroppo, non c'è più e la somma di ventisette debolezze non fa una forza, come ha perfettamente denunciato il tedesco Manfred Weber, capo dei popolari europei (guarda un po' se devo elogiare un popolare, per giunta tedesco !) che ha sbugiardato la prosopopea dei Macron, degli Starmer, delle Von der Leyen, con poche parole: "Immaginate se Trump finalmente invitasse l’Europa a sedersi al tavolo dei negoziati, in Arabia Saudita. Chi la rappresenterebbe? La presidente della Commissione europea? Il presidente del Consiglio? L’Alta rappresentante? Merz? Macron? Chi parlerebbe a nome dell’Europa e su quale base, l’unanimità sarebbe una condizione necessaria per avere una voce? Questo dimostra chiaramente che siamo ridicoli".            

Prima di lui, ad onor del vero, il dito sulla piaga l'aveva messo Henry Kissinger, indimenticato consigliere per la sicurezza nazionale e poi segretario di stato con Nixon e Ford: "chi devo chiamare se voglio parlare con l’Europa?".

A dimostrazione che, passati più di cinquanta anni, siamo sempre allo stesso punto.            

Meglio soli, allora, che così male accompagnati.

Faremmo una figura migliore e otterremmo più risultati.