La conferenza stampa di ieri di Draghi è la conferma della saggezza popolare: un bel tacer non fu mai scritto.
Almeno due esternazioni del presidente del consiglio appaiono decisamente fuori luogo e indice di una incapacità di fondo a calarsi nel ruolo cui è stato nominato.
La prima è la definizione di "dittatore" affibbiata incautamente ad Erdogan, facendo il primo della classe, quando nessun governante dell'unione sovietica europea, più accreditato di Draghi perchè eletto e non nominato come lui, ha espresso.
Ha gioco facile la Turchia a ricordare a Draghi di essere stato calato dall'alto, mentre Erdogan non solo è presidente della Turchia per volontà popolare, ma si è sottoposto negli anni a ripetuti esami elettorali, tutti vinti, scontando anche la persecuzione giudiziaria di chi aveva cercato di metterlo fuori gioco rendendolo ineleggibile.
Draghi non vanta nulla di tutto ciò, avendo sempre ricoperto ruoli nei quali è stato chiamato per cooptazione o nomina da parte dei governi.
La seconda topica di Draghi, che lo riporta al livello di qualsiasi travet della politica, è la sua affermazione di stima verso Speranza, nonostante la catastrofe sanitaria malamente gestita da questo esponente comunista che non si sa quale professione abbia mai svolto.
E' evidente che chi stima uno come Speranza dimostra di non essere persona da stimare.
Draghi non avrebbe certo potuto dire che non ha fiducia in Speranza, ma avrebbe potuto risparmiarsi un simile avallo che Andreotti, cui Draghi si ispira nell'eloquio, non avrebbe mai concesso.
Mi sembra che ci siano abbastanza argomenti perchè la Lega esca dal governo e torni a fare una durissima opposizione assieme a Fratelli d'Italia: il 2023, con la sua ordalia elettorale, si avvicina !
Nessun commento:
Posta un commento