Non tocchiamo mai il fondo con il politicamente corretto e le paturnie da genere.
Questa mattina, a Radio Anch'io, il conduttore ha annunciato la presenza della nuova CAPOGRUPPA del pci/pds/ds/pd alla camera.
Ha nuovamente ripetuto CAPOGRUPPA, salvo poi chiedere scusa, forse richiamato in studio.
Ma alcuni giorni fa in un giornale radio una giornalista aveva detto "capogruppa".
Non vi avevo fatto caso, credendo di aver sentito male, ma l'episodio di oggi mi induce a ritenere di aver invece, purtroppo, sentito bene.
Il servilismo verso il principe non conosce limiti di decenza e ridicolo.
La mania isterica di rispettare il "genere" porta a simili corbellerie che una volta erano il pane delle scene comiche dei vari Pappagone (De Filippo con la "carta d'indindirindà") , Franchi e Ingrassia, Ric e Gian o Villaggio con il suo splendido "vadi".
Allora facevano ridere, oggi mettono solo tanta tristezza, pensando a come, una persona adulta, sia disposta a belare nel coro.
E ci dice anche il livello della nostra informazione pubblica, pagata da tutti noi, anche quelli che, correttamente, non dicono CAPOGRUPPA.
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