In genere sono d'accordo con Marcello Veneziani su quasi tutto, tranne, come ho spesso scritto, quando si parla del Sud (ma ultimamente mi ritrovo anche su molti pensieri da lui espressi sul Meridione).
L'articolo pubblicato su Panorama uscito mercoledì 29 dicembre e numerato come nr. 1 del 2022, vede però una identità di vedute mai raggiunte.
Inutile farne il riassunto, meglio leggerselo e rileggerselo integralmente, anche al collegamento al sito di Veneziani.
Qui mi limito a riportare alcune frasi significative.
la vaccinazione di massa è stata un mezzo fallimento. Non è servita a debellare il virus né a garantire incolumità e immunità e nemmeno a evitare ulteriori restrizioni
Ho il dubbio che puntare tutto sui vaccini e i protocolli, anziché sulle cure sia stato un errore. E resta irrisolto il nesso tra vaccini e varianti.
mi vaccinai perché reputai tutto sommato minori i rischi di vaccinarsi rispetto al non vaccinarsi, anche se tutt’altro che immaginari; lo feci pure per essere solidale nella sorte con gli altri. E per un motivo pratico, per evitare la segregazione sociale. Se fossi stato giovane avrei cercato di evitarlo, e se avessi dei bambini avrei cercato di risparmiarli.
rigetto verso ogni passivo conformarsi ai diktat del Comando Centrale ripetuti dalle sue diramazioni. Non c’è stata nessuna immunità di gregge, in compenso è scattato il conformismo di gregge.
non credo che qualcuno sia detentore per autocertificazione o autoproclamazione di una superiore sapienza o di una superiore capacità di comprendere come stanno davvero le cose, fino a conoscere i piani segreti che guidano il mondo
Non faccio in tempo a prendere le distanze da costoro che sento dall’altra parte dichiarazioni perentorie come “Io credo nella scienza” e mi allontano pure da loro: il verbo credere non si addice alla scienza, applicare la fede alla scienza è follia, perché la scienza è ricerca, è dubbio, è verità per gradi e approssimazioni, anche per falsificazioni successive
La scienza, poi, non è compatta, la comunità medica e scientifica è divisa almeno in tre fasce, anche se non palesate allo stesso modo: i Convinti che quella intrapresa sia effettivamente l’unica strada giusta; i Dubbiosi che magari abbozzano in apparenza ma si aprono anche ad altre ipotesi; e gli Scettici che non condividono le certezze vaccinali anche se gran parte di loro tendono a tacere per non subire ritorsioni.
Non mi piace stare nel mezzo, fare l’asino di Buridano, non amo il motto in medio stat virtus: la virtù non sta nel mezzo ma nei pressi del vero, del giusto, del bene e del bello. Però non ho verità precostituite o confermate dalla realtà. E’ una sconfitta per tutti, e va riconosciuta con onestà. So di non sapere, come diceva Socrate. Non riesco a risolvere il dubbio e col passare dei giorni, dei mesi, non faccio progressi. Anzi, a me sembra che progressi non ne faccia la situazione generale, e la profilassi adottata. Non solo in Italia.
Mi preoccupa, infine, che il piano sanitario e restrittivo possa essere trasferito in campo socio-politico fino a diventare il modello per un regime di sorveglianza.
Finisce piuttosto male l’anno del vaccino, che non ci liberò dal virus e ci lascia ancora contagi, varianti, emergenza e green pass per l’avvenire.
Un articolo che è un inno al buon senso ed al rispetto reciproco che significa accettare che ci siano persone, poche o tante, che la pensano diversamente da noi, che potrebbero anche aver ragione e dalle quali possiamo solo pretendere lo stesso rispetto che noi diamo loro.
La posizione illustrata da Veneziani in merito alla vicenda del virus cinese, del vaccino e di tutto ciò che sta intorno, mi ha fatto anche venire in mente le guerre di religione.
"La mia religione è l'unica vera" così come la fede cieca che emerge tanto in chi crede quanto in chi nega con altrettanta sicumera ogni esistenza divina.
E probabilmente non è un caso che io, agnostico sulla religione, anche su un tema come quello del virus cerchi di capire e di agire non in base a dogmi e atteggiamenti fideistici, ma cercando spiegazioni e dubitando di chi propone soluzioni sulla cui efficacia abbiamo risultati sempre troppo tardi.
Buon Anno.
1 commento:
Bell'articolo nel quale mi ritrovo, ma solo in parte. Manca secondo me, un'altra osservazione più acuta e profonda che invece ha fatto il filosofo Giorgio Agamben.
Strano che lui che proviene da studi filosofici non ci abbia pensato. Arrivati a questo punto, non ci interessa più se l'epidemia sia vera o falsa (pesco nella memoria della lettura del suo saggio). Ci interessa, invece - e molto - constatare che senza questo formidabile pretesto "sanitario" non avrebbero mai potuto mettere in atto quello che stanno facendo: buttare per aria lo stato di diritto, calpestare tutti gli articoli delle ns costituzione che avrà dei limiti, ma che comunque c'è, (o meglio, c'era), esautorare il Parlamento, soffocare le piazze, emarginare almeno il 15% della popolazione, creare un clima di paranoia, di divisione e di discordia fra cittadini. Senza contare l'aver barattato il lavoro come merce di scambio per ricattare e costringere alla vaccinazione verso molti scettici. Un tempo si diceva "chi non lavora non mangia". Ora invece sono passati al "chi non si vaccina non lavora". E quindi non mangia. E' troppo!
PS: se dovessi dare un voto al pezzo di Veneziani non gli darei più di 6 e mezzo.
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