Macron ha nuovamente vinto il ballottaggio contro la Le Pen e festeggiano i cattocomunisti, l'Unione del Male e tutte le sordide consorterie finanziarie e affaristiche che manovrano i burattini alla Casa Bianca come all'Eliseo e nei palazzi romani.
Hanno ragione a festeggiare perchè sono riusciti, ancora una volta, a mantenere il controllo su un gregge ormai domato e addomesticato, pronto come il cane di Pavlov a reagire a comando agli impulsi che vengono forniti da una stampa servile e complice.
Lo abbiamo visto con il virus cinese, lo vediamo con l'Ucraina, lo vediamo in Italia nelle "celebrazioni" di un 25 aprile che è sempre di più una ricorrenza divisiva, che andrebbe abolita e che si fonda su una manipolazione della Verità, al punto che stamattina, nel giornale radio delle sette, ho ascoltato uno proclamare che le truppe di occupazione angloamericane avrebbero "combattuto a fianco dei partigiani", come se la loro presenza fosse stata marginale e superflua (peccato manchi la riprova, con la stessa guerra civile, ma senza angloamericani ...).
Se, dunque, anche questa volta i centri di potere reale, quelli che manipolano le menti tramite i media sul loro libro paga, possono gioire, noi dobbiamo avere fiducia nel futuro, in una lunga marcia di avvicinamento al ripristino dei valori della Nazione, della Tradizione, dell'Identità che sono calpestati dall'unione tra i cattocomunisti (il braccio) e i capitalisti (mente e finanziamenti).
Ed è un auspicio che traiamo anche dall'esito delle elezioni francesi.
La prima volta in cui un candidato di Destra, Jean Marie Le Pen, arrivò al ballottaggio contro il presidente uscente il gollista Jacques Chirac, ottenne solo il 17,79% dei voti, 5.525.032 teste, contro l'82,21% pari a 25.537.956 teste di Chirac.
Una differenza di venti milioni di voti e un divario del 65% determinato dall'alleanza contro natura in chiave anti Le Pen e che comprendeva comunisti, gollisti, liberali, centristi, socialisti, verdi, un autentico arcobaleno del male che vediamo riproporsi sistematicamente e che adesso viene chiamato "maggioranza Ursula" e, in Italia, "governo Draghi".
Nel 2017 la sfida fu tra Marine Le Pen e Emmanuel Macron, vinse quest'ultimo con il 66,10% e 20.743.128 teste, contro il 33,90% e 10.638.475 teste della Le Pen.
Il divario si era ridotto, in soli quindici anni, a dieci milioni di voti e del 33%: dimezzato.
Al ballottaggio di ieri tra gli stessi candidati del 2017, Macron ha ottenuto 18.779.809 voti pari al 58,6% contro 13.297.728 voti della Le Pen pari al 41,4%.
La differenza in voti e percentuali si è ulteriormente dimezzata, riducendosi a cinque milioni di voti ed a 17 punti percentuali.
La Destra è passata dai cinque milioni di voti del 2002 ai 13 milioni del 2022, la coalizione arcobaleno dai 25 milioni del 2002 ai 18 milioni del 2022.
Un solo partito, contro tutto il sinedrio del potere, l'arcobaleno del male, sta sgretolando, poco alla volta, il consenso trainato dai soldi, dalla stampa, da interessi più o meno leciti.
Certamente la Destra in Francia dovrà domandarsi se può fare di più, magari anche cambiando cavallo, ma anche il socialista Mitterand andò alla presidenza dopo una serie di sconfitte.
Ma quel che più conta è che, nonostante la cappa, il dispiegamento di mezzi, il lavaggio del cervello, la paura profusa a piene mani, la Destra cresce e l'arcobaleno del male cala.
Ecco perchè stanno provando a cercare nuovi nemici (i no vax, i russi) per distrarre da come viene gestito il potere.
Certo occorrerebbe anche un po' più di coraggio da parte dei singoli cittadini, che si lamentano e poi votano confermando l'esistente, abboccando alla narrazione falsa e bugiarda che dipinge il nuovo con i colori dell'Inferno.
Ma giorno dopo giorno, constatando quanto stiamo perdendo per scelte finalizzate solo ad arricchire pochi, danneggiando molti, sempre più persone pensano che, tutto sommato, cambiare diventa una opzione possibile.
E' necessario favorire il cambiamento, dando una alternativa unitaria, credibile e organizzata.
Vale per la Francia (che comunque è già molto avanti) e vale anche per l'Italia dove registro una pericolosa regressione con il progetto di lista unica tra Lega e Forza Italia che puzza tanto di mano tesa ai cattocomunisti, mentre assistiamo ad una proliferazione di piccole entità che non sembra abbiano molta voglia di aggregarsi tra loro e neppure di ruotare, come sarebbe logico, attorno al pianeta più grosso che è Fratelli d'Italia.
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