In principio fu Ciampi.
Sperpero di riserve monetarie per tentare (senza riuscirvi) di mantenere la lira nel serpente monetario europeo (l'antesignano dell'euro) e quindi la libertà concessa ad Amato di razziare nottetempo i nostri conti, con la sottrazione del sei per mille.
Premiato con la presidenza della repubblica.
Nel 1995 toccò a Dini, premiato per aver tradito Berlusconi, con la presidenza del consiglio dei ministri, poi talmente presuntuoso da bruciarsi con le proprie mani fondando un partito che ebbe vita breve, ma non senza consentirgli di passare un'altra stagione come ministro degli esteri di Prodi e d'Alema.
Speravamo fosse finita, invece nel 2011 un complotto internazionale che ebbe in Napolitano il suo perno italiano, portò ad eliminare Berlusconi (votato dal Popolo) per mettere al suo posto Monti, beniamino di Germania e Francia (come nei secoli passati quando erano le potenze straniere a decidere chi diventava signore di questo o quello staterello italiano) a trovare sistemazione a Palazzo Chigi, non prima, però, di avere incassato la ricompensa con la nomina a senatore a vita.
Anche Monti si giocò il futuro in preda al proprio delirio di grandezza, fondando un partito che, come quello di Dini, non superò la fine della legislatura.
Adesso c'è Draghi e da quando c'è lui abbiamo avuto una inflazione che è arrivata al 7 per cento e sta bruciando redditi e risparmi, un aumento della pressione fiscale (è di questo giorni la notizia che siamo arrivati al record di 158 giorni di lavoro per lo stato), il raddoppio del costo del gas, dell'energia elettrica e generalizzati aumenti dei beni di prima necessità a cominciare dagli alimentari, l'aumento stratosferico del debito pubblico avviato a passo di marcia (poco trionfale) verso i 2800 miliardi, con l'aggravante dei prestiti chiesti all'Unione del Male, condizionati e da restituire, fino alla ciliegina sulla torta, l'entrata in guerra, al servizio di Biden (no, dico, di Biden, quello che stringe mani di persone inesistenti e poi deambula stordito intorno al palco !) contro la Russia che ci provocherà un inverno al freddo, miseria e lutti.
I tecnici, come gli esperti, devono essere lasciati nelle università ed a scrivere articoli ponderosi e sballati, tanto ci sarà sempre un altro esperto che dirà esattamente il contrario e, alla fine, i "giornalisti" potranno sempre affermare che le cose si sono svolte "come avevano previsto gli esperti".
Ma governare no, governare richiede una competenza, una capacità, una autorevolezza che nessun tecnico, nessun esperto, da Ciampi a Draghi, possiede, perchè tutti sono al servizio di qualche potentato (spesso economico, quasi sempre straniero) che non è interessato a fare il bene dell'Italia e degli Italiani, ma solo a depredare l'Italia e gli Italiani di quel poco che abbiamo.
E allora meglio, molto meglio, un politico, anche scadente, che abbia un occhio alle aspettative degli elettori da cui deriva il suo potere.
Non abbiamo bisogno di tecnici che si autoincensano come ha fatto Draghi ieri in una intervista (in ginocchio) affermando apoditticamente (senza portare alcun esempio e senza parlare di inflazione, guerra, energia, debito pubblico e di tutto il resto del disastro innescato) che il suo governo ha fatto un grande lavoro.
Abbiamo bisogno di politici che trasformino in legge i desiderata del Popolo che, sicuramente, è più interessato ad accendere condizionatore e riscaldamento che alla poltrona di segretario generale della Nato.
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