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29 settembre 2022

La linea Maginot delle penne di regime

I cattocomunisti stanno con fatica cercando di metabolizzare la secca sconfitta giunta dal voto popolare e i loro guru cercano di trovare argomenti per lenire le ferite e fornire una speranza per il loro futuro.

Ci sono gli studenti che occupano la scuola per protesta contro il risultato del voto, dimostrando che mancano loro proprio le basi, i rudimenti dei rapporti politici e democratici (a smentire chi vorrebbe concedere il voto ai sedicenni).

Ci sono le femministe che, invece di essere soddisfatte che una donna diverrà, per la prima volta, presidentessa del consiglio e Primo Ministro, scendono in piazza contro di lei, per non dire delle nuove lacrime della Fornero che, almeno, questa volta non sono propedeutiche ad una fregatura per gli Italiani che hanno votato in modo tale che la Fornero (e quelli come lei) smettano di fare danni, almeno per cinque anni.

Ci sono nani, ballerini, cantanti e attori che, dopo aver proclamato di andarsene dall'Italia in caso di vittoria del Centro Destra, adesso invece se ne stanno a casa loro, in Italia, lanciando strali contro un governo che ancora non c'è.

Infine ci sono gli stipendiati dal regime per il tramite delle varie consorterie finanziarie e affaristiche che sono i padroni di stampa, radio e televisioni (a parte la Rai dove è già cominciato il riposizionamento per acquisire in extremis benemerenze con la nuova maggioranza), che, dopo un primo momento di sbandamento, hanno evidentemente avuto la velina dal padrone e scrivono su ipotetici contrasti all'interno del Centro Destra, nomi sgradevoli per i ministeri e addirittura inciucio tra la Meloni e Draghi, in spregio a diciotto mesi di coerente opposizione.

Il gioco è talmente chiaro che forse sono inutili le smentite della Meloni di ieri e di Salvini di oggi, purtroppo c'è chi, soprattutto tra quelli che NON hanno votato Centro Destra, preferendo lo snobismo dell'Aventino con l'astensione o l'illusione delle liste monotematiche, che a quelle voci crede e strilla come un assatanato (tramite Twitter e altri social).

Così le penne di regime cercano da un lato di curare le ferite del loro gregge sbandato perchè aveva creduto ai loro stessi articoli e informazioni, bevendosi tutte le frottole raccontate fino al 25 settembre e, dall'altro, provano ad alimentare sospetti e diffidenza tra i vincitori dimenticandosi che esiste quello strumento che si chiama telefono.

La linea Maginot delle penne di regime è destinata a fare la stessa fine della linea Maginot costruita dai francesi, aggirata e caduta quasi senza sparare un solo colpo.

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