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06 settembre 2022

Uno sguardo oltre i confini italiani

In attesa di conoscere gli ultimi sondaggi prima del silenzio imposto dalla legge elettorale, la tendenza sembra molto positiva e vede un Centro Destra in salute con una offerta politica che le tre sinistre non hanno neanche la capacità di immaginare, ci sono due eventi di politica estera che giustificano uno sguardo al di fuori dell'Italia.

Quei due eventi non riguardano l'operazione militare speciale russa in Ucraina (di cui si straparla) e neppure della patetica parodia di stato dell'Unione del Male, con i propri dirigenti che sempre più dimostrano di essere il ciarpame nazionale inviato in Europa come cimitero degli elefanti, totalmente inadeguati ad affrontare dignitosamente un compito ben al di sopra delle loro capacità.

Lo sguardo è infatti rivolto innanzitutto al Regno Unito dove, dopo aver stoltamente costretto alle dimissioni un Primo Ministro vincente (dai tempi della Thatcher i Conservatori non ottenevamo così tanti seggi come nelle elezioni del dicembre 2019), che ha guidato con successo la Brexit ed ha interpretato con vigore una posizione autonoma del Regno Unito, ricollocandolo tra le grandi nazioni del mondo, da oggi c'è un nuovo Primo Ministro.

Gli Inglesi, fortunatamente, non si sono ancora persi nel politicamente corretto e hanno eletto Mary Elisabeth (Liz) Truss, invece di uno di origine indiana che, ai miei occhi, non avrebbe potuto certo rappresentare lo Spirito e la Storia britannici, perchè non basta avere la cittadinanza, per essere parte di un Popolo e di una Nazione.

Inoltre la Truss, a differenza del suo competitore, è rimasta fedele a Johnson, non dimettendosi e ha potuto ottenere quindi l'appoggio del Primo Ministro uscente.

Al di là delle differenze sulla politica verso la Russia per cui la Truss è come Johnson e non ne condivido la posizione, mentre condivido in toto il recupero del liberismo thatcheriano, mi piace la normalità e la fluidità del cambio di Primo Ministro.

Non c'è dubbio alcuno che spetti al partito più votato e non c'è dubbia alcuno che debba essere il leader di quel partito.

Un leader eletto non da cani e porci con "primarie" aperte a chiunque, ma eletto dai militanti di quel partito che per quel partito mettono la faccia.

Un insegnamento per l'Italia e, soprattutto, per presidenti della repubblica troppo invadenti e poco notarili.

Il secondo sguardo arriva fino al Cile, dove in un'orgia autoreferenziale, una maggioranza di sinistra ha provato a cambiare la costituzione che nel 1980 fu redatta dal Presidente Pinochet e che ha garantito al Cile di essere la democrazia più stabile e florida di tutto il Sud America.

Un testo biblico di 388 articoli, imbottiti di scelte ideologiche di parte, di devianze morali fatte passare per diritti e di obblighi da regime marxista, sottoposta al voto popolare, è stata bocciata con il 63% dei voti.

E dal Cile arriva un monito a chi vuole stravolgere, a colpi di leggi, con obblighi, divieti e sanzioni, il sentimento popolare sedimentato in secoli di Cultura e di Civiltà.

Le lezioni del Regno Unito e del Cile potranno tornare utili anche all'Italia se, dopo il 25 settembre, potremo festeggiare un nuovo governo che sappia porre al centro della sua azione l'Interesse Nazionale, anche se dovesse scontentare i valletti del globalismo.


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