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28 settembre 2022

Lasciar lavorare la Meloni

Giorgia Meloni ha iniziato bene, con un breve ringraziamento la sera dei risultati e poi il silenzio.

Chi non tace, invece, sono i giornali, le televisioni, le trasmissioni radiofoniche, i commentatori più o meno estemporanei di Twitter e degli altri social, ognuno con la sua ricetta, ognuno con la sua priorità, ognuno con la sua richiesta/pretesa ultimativa e spesso anche con retroscena di fantasia.

C'è addirittura chi scrive che sono già passati tre giorni e non si è visto nulla ...

La Meloni non è ancora stata incaricata e c'è tutta una liturgia da seguire, a cominciare dalla prima riunione delle camere con l'elezione dei presidenti.

Accelerando, visto che la maggioranza parlamentare è netta, il governo potrà insediarsi a fine ottobre e sarebbe già un miracolo se potesse iniziare a novembre il suo lavoro dopo la fiducia delle camere.

Il bello è che molti di quelli che accampano pretese su cosa dovrebbe fare la Meloni, sono tra coloro che non hanno votato o hanno preferito le liste monotematiche, togliendo al Centro Destra la opportunità di superare i due terzi dei seggi che avrebbero consentito di cambiare di slancio la costituzione.

Ben venga, comunque, l'espressione dei desiderata di ciascuno, purchè non siano ultimativi, non siano finalizzati a tirare la Meloni da una parte o dall'altra, non servano solo di facciata per giustificare un disfattismo fine a se stesso sull'onda del "niente cambia".

E' già cambiata l'aria, intanto, con la radio che ha cominciato a intervistare i giornalisti de La Verità dopo aver ammesso tale quotidiano (il più venduto nell'area di Centro Destra) alla rassegna stampa da cui era stranamente assente fino ad un mese fa.

Le priorità sono tante: il caro bollette, l'immigrazione, la sicurezza nelle città, l'inflazione, le pensioni e tutti quelli che hanno un interesse personale antepongono le proprie priorità ritenendo debbano essere poste al centro.

Per questo esiste la Politica che deve mettere ordine nelle richieste corporative e scegliere quale problema affrontare per primo e quante risorse mettere in questo o quel settore.

La Meloni fa bene a tacere e approfondire i fascicoli e spero sia vera la voce per cui vi sono contatti con Draghi e il suo governo in una sorta di transizione, come vediamo ad esempio negli Stati Uniti dove, dopo il voto, intercorrono due mesi prima dell'insediamento del nuovo presidente e nel frattempo viene istituito un apposito gruppo di lavoro per portare a conoscenza il successore di questioni e particolari che  non possono essere divulgati.

Anche la scelta dei ministri deve essere il frutto di una sintesi politica tra le varie istanze, sia di partito che di gestione e che, ancora una volta, non potrà che essere politica.

Finora la Meloni non ha sbagliato nulla e mi sembra che molti continuino a sottovalutarla, così come fu sottovalutata la Thatcher "figlia di un droghiere" che, poi, vinse quattro elezioni consecutive, una guerra in armi contro l'Argentina conservando al Regno Unito la sovranità sulle Falklands, una guerra politica con l'unione del male ottenendo cospicui rimborsi sui trasferimenti del Regno Unito a Bruxelles, restando Primo Ministro per 12 anni e riuscendo persino a far vincere una elezione al suo rimpiazzo John Major.

La Meloni farà le sue scelte, subiremo tutti una delusione su qualche tema e priorità, ma dovremo guardare sempre all'insieme di tutte le vicende che caratterizzano la convulsa attività amministrativa di uno stato complesso come l'Italia.

E dobbiamo anche tener sempre presente che i cambiamenti, non potranno mai essere immediatamente sensibili, nè comprendere tutti i temi all'ordine del giorno.

Lasciamo lavorare la Meloni.

Solo fra un anno potremo tirare i primi bilanci.

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