E' piacevolissimo leggere le rabbiose parole dei politici cattocomunisti e di tutto il sinistrume di complemento di nani e ballerine, che sdegnosamente condannano quello che loro hanno fatto per undici anni, in realtà timorosi di perdere "agganci" che fruttano retribuite comparsate in cambio di una narrazione propagandistica a sensi unico, tanto ingannevole, quanto destinata unicamente a chi è già predisposto a credere a tutto quel che gli viene raccontato.
Quella che sta andando in atto e che proseguirà con quella ottica da maratoneta da subito indicata dalla Meloni come prospettiva di un Governo di legislatura, per cui i conti si faranno nel 2027, è una autentica Liberazione da una feroce occupazione cattocomunista di enti pubblici e parastatali.
Certo, il difetto fondamentale è nella presenza dello stato in tante, troppe, attività sociali ed economiche, ma poichè così è, è anche giusto che sia il governo eletto a preporre a quegli enti uomini che non ne contrastino l'indirizzo ma, anzi, favoriscano la buona riuscita dei programmi.
Accade così ovunque, ma solo in Italia assistiamo al ballo di San Vito dei tarantolati cattocomunisti.
E il naufragar m'è dolce in tanta rabbia impotente.
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