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No alla deriva

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10 maggio 2023

Vecchi riti, nuove prospettive

Ieri, a Palazzo Chigi, si è consumato uno dei riti più vecchi, stantii e inutili della politica: le consultazioni del Governo con le opposizioni.

Mi viene in mente quando, anni fa, dialogando con un avvocato di controparte gli proposi di arrivare a discutere di "quantum" e non di continuare a cavillare, facendo accademia sui torti e i diritti, perchè, come per il tifo calcistico, non ne saremmo mai venuti fuori.

Lui concordò aggiungendo "e come per la politica".

Nell'epoca, poi, dei "social", tutti sanno benissimo come uno la pensa e ognuno si è talmente spinto all'estremo, dovendo sempre più alzare l'asticella per avere ascolto e citazioni, che anche un minimo spostamento verso un approccio più dialogante verrebbe interpretato come un "tradimento" e subirebbe il fuoco amico.

Come sta accadendo per alcuni aspetti alla Meloni contro la quale gli attacchi più feroci e più ingenerosi arrivano proprio dalla sua destra.

Era quindi ovvio che che dalle "consultazioni" non ne sarebbe uscito proprio nulla, perchè cattocomunisti e grillini direbbero di no a tutto, come se andasse tutto bene, con tentativi dilatori come la proposta di commissione di Conte o buttando la palla in tribuna come per la stravecchia e ammuffita proposta della Schlein di adottare il sistema tedesco con unito strillo "no a donna o uomo forte al comando".

L'unica cosa positiva è che la Meloni è riuscita a dividere le opposizioni persino su una generica ipotesi di elezione diretta del presidente della repubblica o del primo ministro (e chissà che, come nella vignetta di Osho, non abbia fatto un pensierino pure per la Monarchia ...) dimostrando che l'unica coalizione in grado di governare in modo coerente è quella di Centro Destra.

Esaurito quindi lo stantio rito delle consultazioni, adesso la Meloni potrà dare il via alla prospettiva di un cambiamento utile, anzi essenziale per il futuro dell'Italia.

Assistiamo infatti, anche con un governo di Centro Destra che vorrebbe dar corso alle promesse elettorali, a sofismi e burcraticismi che rallentano ogni riforma.

Il respingimento dei clandestini come la sostituzione dei dirigenti delle aziende pubbliche compromessi con il passato regime, la riduzione delle tasse come l'impulso a produrre energia nucleare e riprendere le estrazioni di gas metano dal nostro sottosualo e dal nostro mare.

Un presidente (della repubblica o del governo) eletto direttamente dal Popolo, avrebbe una forza decisiva per tagliare i tempi e dar corso, da subito dopo l'elezione, alla realizzazione di quel programma da lui proposto e da noi votato. 

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