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12 maggio 2023

Reddito studentesco ? Meglio il prestito studentesco

All'improvviso è scoppiato l'affaire tende.

Spuntano tende ovunque in Italia davanti alle università, con la protesta (pilotata? Non credo alla casualità) dei cosiddetti "fuori sede" che si lamentano dei costi degli affitti.

Da secoli (non è una battuta!) ci sono studenti fuori sede con problemi relativi all'alloggio, tanto che la mia città, Bologna, è famosa per i suoi portici, costruiti proprio anche per dare la possibilità agli studenti "fuori sede" dei secoli passati di trovare un riparo.

In tempi più recenti, affittare un appartamento o una stanza del proprio appartamento, era un modo per integrare il proprio reddito, soprattutto per anziani soli che, disponendo di un locale ampio e progressivamente vessato dalle tasse, univano alla possibilità di un supporto economico anche il beneficio di avere in casa una persona che, all'occorrenza, in caso di malore o incidente, potesse intervenire subito chiamando i soccorsi.

La volontà di punire chi possiede immobili, le tasse, sempre maggiori e sempre più feroci contro la proprietà privata, la mentalità, anche di recente espressa dalla Schlein e da Landini, di spillare soldi a chi possiede una casa, hanno fatto sì che quel sistema che, in città universitarie come Bologna, consentiva a migliaia di "fuori sede" di trovare un alloggio decoroso dove studiare e a costi contenuti, venisse archiviato.

Obbligi di legge, registrazioni, comunicazioni formali, tutta una pastoia burocratica finalizzata a peseguitare chi avesse un immobile e cercase di trarne un piccolo utile, hanno portato a cambi di prospettiva.

A mettere a disposizione quegli appartamenti come foresterie pagate da aziende, a vendere la nuda proprietà tenendosi l'uso fino alla propria morte, con la possibilità quindi di pagarsi una badante, a trasformarli in B&B, riducendo le possibilità di affitti per la stagione universitaria o imponendo costi che potessero dare un piccolo utile al proprietario, anche dopo il taglieggiamento operato dalle tasse.

Per non parlare poi del fatto che certe università, come quella di Bologna, sono obiettivo di studenti che vengono da lontano e che potrebbero invece trovare adeguata accoglienza in università più vicine a casa, riducendo il problema degli affitti.

Adesso, tralasciamo se spontanea o meno, viene innescata la protesta delle tende.

Chiedono che sia garantito il diritto alla studio, senza sapere che lo stato, cioè noi Italiani, paghiamo oltre novemila euro a testa per l'istruzione universitaria, perchè chi protesta ignora (dolosamente o colpevolmente) che le tasse universitarie non coprono che una parte marginale dei costi di una università che sono composti dagli stipendi dei professori di ogni ordine e grado, del personale amministrativo, della manutenzione degli immobili, il resto lo paghiamo noi Italiani.

E adesso alcuni studenti chiedono che venga loro pagata anche una casa, che venga riconosciuto loro un "reddito studentesco".

Bene, allora la mia proposta è: resettiamo tutto.

Ognuno si paga, per intero, inclusi gli stipendi dei professori, la manutenzione degli immobili etc., il costo degli studi universitari.

Se non ha il denaro necessario, questo gli viene anticipato dallo stato con un prestito d'onore che, come nelle università americane, lo studente si impegna a restituire appena comincerà a guadagnare.

Con qualche paletto, tipo un numero minimo di esami da sostenere per ogni anno di corso e la possibilità di andare fuori corso solo per un tempo massimo proporzionato alla durata legale del corsi di laurea.

Nel prestito è ovviamente compresa anche una quota per i "fuori sede" che dovessero o volessero affittare un locale in qualche studentato che potrebbe essere recuperato sgombrando le case comunali, regionali e statali dalle occupazioni illegali di estremisti di sinistra, zingari e immigrati e riattivando le caserme dismesse.

La loro manutenzione, ovviamente, avrebbe un costo e per tale ragione il prestito studentesco deve comprendere anche quegli importi.

Sempre da restituire appena lo studente, laureato, trovasse un lavoro.

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