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14 maggio 2023

Spero che l'Ucraina non sia l'inciampo della Meloni

La giornata di ieri è stata monopolizzata da tediosi, ruffiani, melensi servizi sugli incontri di Zelensky con Mattarella, Meloni e Bergoglio.

Una copertura mediatica che non ricordo neppure per le visite dei presidenti degli Stati Uniti.

Una campana suonata, monotonamente, a senzo unico, senza dare alcuno spazio ad opinioni difformi e che, probabilmente, ha sortito l'effetto opposto a quello sperato, soprattutto in chi sarebbe equidistante tra i due belligeranti.

Quello che mi preoccupa, piuttosto, sono le possibili conseguenze per la tenuta del Governo.

Temo che per la Meloni, il sostegno troppo strombazzato verso Zelensky possa trasformarsi nella stessa Caporetto di consensi che colpì Salvini dopo essere entrato al governo con Draghi e i cattocomunisti e dopo aver votato per la riconferma di Mattarella al Quirinale.

Credo che molti, forse la maggior parte, degli elettori del Centro Destra siano, diciamo, tiepidi verso l'Ucraina e non gradiscano affatto lo schierarsi deciso della Meloni, preferendo una posizione più andreottiana.

Capisco benissimo le esigenze di essere allineati con gli alleati e, soprattutto con Stati Uniti, Regno Unito e Polonia (pur per motivi differenti) ma credo che lo si potrebbe fare senza sguainare una metaforica sciabola a "difesa" di un soggetto che presenta molte criticità.

Probabilmente la Meloni è sinceramente dalla parte dell'Ucraina e, forse, è a conoscenza di cose che noi non possiamo sapere, ma l'elettorato non perdona se percepisce un qualche disallineamento sulla narrazione della propria parte politica.

Per nostra fortuna, abbiamo, adifferenza dei cattocomunisti, la possibilità di giostrare il voto tra Fratelli d'Italia e Lega, come abbiamo dimostrato quando la Lega raggiunse il 34% per scendere al 9%, mentre Fratelli d'Italia, partiti da meno del 2% sono ora al 26% (con i sondaggi successivi alle elezioni che danno cifre ancora superiori a quelle del 22 settembre).

Spero proprio che l'Ucraina non sia quell'inciampo per la Meloni in cui sperano cattocomunisti e consorterie finanziarie e affaristiche.

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