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08 maggio 2023

Riforme istituzionali

Torna di moda parlare di riforme istituzionali e, in particolare, di presidenzialismo nella duplice forma di elezione diretta del presidente della repubblica o del primo ministro.

Posto che personalmente sarei, senza se e senza ma, favorevole ad una Monarchia sul modello inglese (i perchè li ho scritti più volte ma, in sostanza, se il capo dello stato deve incarnare l'unità della Nazione, questa non potrà mai essere rappresentata da un signore che abbia fatto politica di parte per decenni e, come hanno dimostrato Pertini, Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella, continua a fare politica a favore di una parte, cercando in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote dell'altra che andasse al governo. Un re, un qualsiasi re, di qualsiasi casa regnante, avrebbe certo le sue idee, ma sarebbe per lui più facile presentarsi come simbolo di unità non avendo trascorsi partitici decennali), credo che una elezione diretta dell'una o dell'altra figura rafforzerebbe le capacità decisionali e la efficienza governativa.

Preferirei che ad essere eletto dal Popolo fosse il presidente della repubblica, come negli Stati Uniti, che, quindi, non avrebbe alcun problema di coabitazione con un'altra figura di rilievo come sarebbe nel caso in cui ad essere eletto dal Popolo fosse il primo ministro.

Un primo ministro che, proprio in forza della elezione diretta, avrebbe molta più forza contrattuale verso un presidente della repubblica eletto da un ristretto sinedrio di parrucconi e che pertanto non potrebbe più permettersi le libertà che si sta prendendo Mattarella di rifiutarsi di firmare la nomina di un ministro (nel 2018) o di effettuare comizi di parte proponendo una politica estera alternativa a quella del governo (come sta facendo oggi, a maggior ragione se dovesse accettare di recarsi a Parigi dopo le offese del ministro degli interni francese che il solitamente loquace Mattarella non ha ancora stigmatizzato).

Ma la vera battaglia sarà sul doppio turno o sul turno unico.

Nel primo caso i cattocomunisti avranno una opportunità di vincere mettendo assieme un'armata che non potrà mai governare (e infatti si accuccerà sotto l'ombrello europeo) tranne per provvedimenti fortemente ideologici come il matrimonio, l'adozione omosessuale, l'eutanasia, le patrimoniali etc.

La sinistra infatti, come vediamo nelle città dove vige il doppio turno, ma anche in Francia, è divisa sul da farsi e soprattutto non ha altro per la testa che le peggiori impostazioni ideologiche che non portano Benessere e Sicurezza ai cittadini, ma in tal modo, inseguendo ogni capriccio di ogni minoranza, può raccogliere un consistente bacino di voti.

Un turno unico, invece, darebbe la possibilità al Centro Destra, più coeso e compatibile su programmi concreti e operatività collegiale, di esprimere il presidente o il primo ministro direttamente eletto.

Su questo punto mi auguro che la Meloni, Salvini e Berlusconi non mollino di un centimetro: turno unico.

Poi meglio l'elezione diretta del presidente della repubblica, ma si può arrivare al compromesso con l'elezione diretta del primo ministro.

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