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03 maggio 2023

Tasse, clandestini ed Europa dividono gli Italiani

Le manifestazioni e, ancora di più, le esternazioni dei cattocomunisti in occasione della loro "settimana santa" tra il 25 aprile e il primo maggio, hanno dimostrato che le differenze tra Destra e sinistra esistono ancora e saranno sempre presenti.

Se una volta la Destra era la parte politica che faceva riferimento ai notabili della burocrazia, della politica, dell'industria, delle terre, al Vaticano e ad una borghesia in crescita, mentre la sinistra aveva il monopolio del mondo dei lavoratori, oggi non è più così.

Industriali, alta borghesia, Vaticano, praticamente tutta la immensa burocrazia statale e locale impersonata da cinque milioni di dipendenti pubblici, capitalisti di ogni ordine e grado, sono oggi l'ossatura della sinistra che usufruisce di enormi possibilità economiche e mediatiche (la quasi totalità delle radio e televisioni, dei nani e ballerine, dei quotidiani sono organi di propaganda della sinistra).

La Destra invece ha le sue radici nel Popolo produttivo, quello chiamato a pagare le scelte (da quelle ecoambientaliste a quelle assistenzialiste) di chi vorrebbe stravolgere l'intero modello di vita che per millenni ha portato progresso e benessere.

Ma in una Italia dove il Benessere è diffuso anche se in arretramento, i motivi di divisione sono ben altri.

Innanzitutto la divisione portante è data dalla visione dell'Europa che la sinistra, come sempre, sia che si tratti di quella di orientamento socialcomunista che quella clericale, contrappone all'Italia, al concetto stesso di Nazione che è sempre stato osteggiato dai cattocomunisti per motivi differenti (il Vaticano per gli strascichi della perdita del potere temporale, i socialcomunisti nel nome dell'internazionalismo ideologico che guardava alla Mosca dell'Unione Sovietica).

L'Unione del Male, come la chiamo io, è la continuazione, ben più minacciosa e pericolosa, della vecchia Unione Sovietica, con il suo ottuso dirigismo economico, le direttive, le sanzioni, le sovrastrutture burocratiche elevate all'ennesima potenza, i piani quinquennali, le imposizioni di modelli di vita e costumi estranei alle società locali.

La Destra aspira invece ad un'Europa dei Popoli e delle Nazioni, dove le diversità sono poste in evidenza a beneficio comune, dove sia la volontà dei popoli a disporre le leggi che li governano in un armonico contenitore di libero scambio di idee, persone, capitali, che non si trasformi in nuova burocrazia e nuovi obblighi.

Da ciò discendono altri elementi due dei quali prevalenti.

Per funzionare l'Unione del Male, come tutti gli organismi burocratici, divora risorse ed ecco che la principale preoccupazione diventa l'approvvigionamento di denaro tramite una politica fiscale vessatoria che viene imposta agli stati sotto forma di pianificazione del debito e del suo rapporto con il pil.

A loro volta gli stati nazionali sono costretti, per rispettare parametri teorici studiati solo a tavolino, a sottrarre risorse ai cittadini tramite le tasse e da qui la contrapposizione essenziale tra una Destra che cerca di limitare il prelievo statale anche se questo dovesse comportare una frizione continua con l'Europa e una sinistra che, sposando in toto lo spirito distruttivo contro gli stati nazionali dell'Unione del Male, insiste nel proporre patrimoniali, con sempre maggiori prelievi sulle case, sui risparmi e sui redditi degli Italiani, con la scusa della "redistribuzione del reddito" e del "tassare i ricchi".

Infine la bomba clandestini.

Una autentica arma di distruzione di massa, con la quale i teorici della sostituzione etnica, serviti e riveriti dalla sinistra, pensano di trasformare i Popoli in masse amorfe, senza Radici, senza Identità e, quindi, senza quella forza morale per contrapporsi al loro dominio.

Ecco la nuova divisione tra Italiani di Destra e di sinistra.

Tasse, clandestini ed Europa sono i nuovi spartiacque, le nuove barricate della lotta politica in Italia e non solo.

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