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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

29 giugno 2023

Giorgia come Maggie


A Giorgia Meloni non piace essere equiparata a Margareth Thatcher e credo che ciò discenda fondamentalmente da due aspetti, uno caratteriale (a nessuno piace essere considerato "simile" ma ambisce ad una propria individualità e singolarità) ed uno strettamente politico (la Thatcher fu una liberista pura, mentre la Meloni nasce e si forma in quella Destra Sociale romana che, negli aspetti economici e sociali, era più vicina ad una impostazione statalista che liberale).

Ciononostante, dopo le comunicazioni e repliche di ieri della Meloni in Parlamento, non posso non auspicare che, dopo i toni, anche i fatti siano quelli della Thatcher.

Eravamo abituati alle noiose balle esposte con dolente liturgia da Conte2 e Draghi (non contagi e non prendi contagio o il condizionatore come alternativa del diavolo alla pace) privi di qualsivoglia afflato Ideale, perchè loro stessi privi di Valori per i quali combattere.

Due perfetti esecutori delle volontà altrui, insomma, anche quando provocavano danni ingenti all'Italia ed agli Italiani (come vediamo dai buchi di bilancio che si aprono con la progressiva messa al bando dei provvedimenti assunti).

Abbiamo invece ascoltato e visto un Presidente del Consiglio, convinto delle sue Idee, per le quali è disposto a battersi, difendendo l'Interesse Nazionale, nella consapevolezza (quel "per ora" per la non ratifica del Mes è lampante) che la Politica sia l'arte del possibile e che pertanto un compromesso è una strada ragionevolmente obbligata, al quale però non si deve sacrificare l'Interesse Nazionale.


Esattamente come la Thatcher che ad ogni riunione dei vertici unionisti, andava per portare a casa qualcosa.

Celeberrimo il suo "I want back my money", rivoglio i miei soldi, che significava come il Regno Unito non volesse più pagare all'unione più di quanto ricevesse.

E alla fine ottenne i ristorni desiderati (poi, grazie a Farage ed a Boris Johnson il Regno Unito si è ripreso anche la propria Libertà).

La Meloni, ugualmente, si appresta a inchiodare i consigli dell'unione sui problemi che stanno a cuore all'Italia, denunciando l'ignobile comportamento di italiani che, invece di remare nell'Interesse Nazionale, vanno a piagnucolare dai vertici dell'unione lamentandosi di un Governo che persegue il Bene dell'Italia e degli Italiani, per non parlare di chi, nominato a ruoli di vertice dell'unione, invece di difendere i nostri interessi, come fanno tutti gli altri commissari con le rispettive nazioni, lancia moniti e minacce se il Governo Italiano non dovesse genuflettersi davanti ai diktat unionisti.

Non sarà una passeggiata e non possiamo pretendere che ottenga tutto e subito, ma, quello che importa, è che l'Italia finalmente cominci a perseguire riconoscimenti, senza piegarsi supinamente alle pretese di una unione che, comunque vada, prima riusciremo ad abbandonare, meno ci costerà.




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