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09 giugno 2023

Ricollocare anche i clandestini porta alla sostituzione etnica

Confesso che non ho capito esattamente quali siano i contenuti dell'accordo trovato dai ministri degli interni sulla questione immigrazione.

Apparentemente sembrerebbe che sia stata recepita, con una formulazione molto fumosa, la linea di Boris Johnson e dei suoi successori, per l'apertura in "paesi terzi di origine o di transito", di centri di raccolta per poi ammettere in Europa, indirizzandoli verso le nazioni che ne abbiano dato disponibilità, solo chi avrebbe diritto ad una protezione.

Se così fosse, i clandestini, quelli che non hanno alcun titolo per chiedere di entrare in Europa, resterebbero a casa loro e da noi arriverebbe solo gente selezionata, con benefici effetti sia sulle quantità, che sui costi e quindi anche in materia di sicurezza.

Ma è così ?

Come ogni compromesso (figuriamoci: tra 27 stati !!!) la chiarezza non esiste, altrimenti qualcuno dovrebbe iscriversi alla lista dei perdenti, mentre con la fumosità ed i rinvii a successive sessioni e precisazioni, tutti possono cantare vittoria.

L'unico punto che sembra chiaro, non è che non arriveranno più i clandestini in Italia, ma che l'Italia, dove arrivano troppi clandestini, non diventerà la discarica ufficiale dell'Europa in cambio di denaro, come capita alla Turchia.

Infatti, opportunamente, Piantedosi ha rifiutato che il pagamento, per ogni clandestino rifiutato nel ricollocamento, entrasse nelle casse italiane, mentre finirà in quel fondo che dovrebbe pagare i famosi "paesi terzi" perchè si tengano quelli che vogliono venire in Europa.

Altra cosa chiara è che nulla viene detto circa gli strumenti per impedire l'accesso all'Europa dei clandestini (anche perchè l'unico mezzo sarebbe l'autorizzazione all'uso della forza militare con un respingimento capillare) e come dobbiamo agire per rispedire a casa loro i clandestini già presenti sul nostro territorio.

Alla fine mi piace molto di più la posizione di Polonia e Ungheria, che non hanno aderito all'accordo, perchè, semplificando, ritengono che i clandestini vadano respinti tout court.

Il ricollocamento, infatti, ancorchè limitato nei numeri, rischia di aprire un pericoloso precedente che porterebbe a consentire l'ingresso di quote sempre maggiori di immigrati che, nel tempo, potrebbero diventare maggioranze in taluni territori, se non in tutta Europa, con le conseguente pretese di diritti, di rappresentanza e di imposizione dei loro usi e costumi.

Il ricollocamento diventerebbe così l'anticamera della sostituzione etnica.

Ed quello che i governi dovrebbero cercare di evitare per fare gli interessi delle generazioni più giovani che, dal canto loro, dovrebbero occuparsi della loro stessa sopravvivenza da uomini liberi e non dell'aria fritta del cambiamento climatico.

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