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16 giugno 2023

L'accelerazione liberale nel nome del Cavaliere

Non so se il Consiglio dei Ministri di ieri fosse stato già programmato o se il licenziamento del disegno di legge Nordio, il primo che affronta una vera riforma della giustizia (in attesa di poter scrivere Giustizia con la "G" maiuscola) sia stato calendarizzato in omaggio a Silvio Berlusconi, certo è che con tale provvedimento il Governo imprime una forte accelerazione verso un'Italia più libera e giusta.

E nessuno può negare che tutto ciò avvenga nel nome del Cavaliere.

Fondamentalmente sono tre (forse quattro) gli snodi affrontati da questo primo provvedimento e tutti ci restituiranno una giustiza più rispettosa dell'individuo e meno inquisitoria.

Il primo è l'abolizione dell'abuso di ufficio che è stato utilizzato per incombere sugli atti e le azioni di sindaci e amministratori, con il risultato di bloccare opere pubbliche e private per il timore di ritrovarsi impelagati, magari per un cavillo, in processi che rovinano una vita intera.

Sicuramente non sarà l'unico reato che dovrà essere, come minimo, rivisto, per dare nuovo impulso ai lavori necessari per migliorare la qualità della vita nelle nostre città, ma intanto, dopo tante parole, si inizia a fare qualcosa di concreto.

Così come è finalmente qualcosa di concreto la forte limitazione che, se approvato il ddl, sarà imposta alla diffusione delle intercettazioni telefoniche, spesso lasciate filtrare unicamente per danneggiare la reputazione di persone che si vogliono distruggere, ma senza alcuna attinenza con il reato che si vorrebbe perseguire.

Mi ricordo, nell'anno dei "furbetti del quartierino", la diffusione, totalmente priva di collegamento, ma solo voyeuristica, degli sms tra una coppia di cui lui indagato, ma lei totalmente estranea.

Terzo punto rilevante, per i reati meno gravi, l'impossibilità per il pubblico ministero di impugnare una sentenza di assoluzione.

Questo sgraverebbe i tribuunali di molto lavoro, accelerando i tempi della "giustizia", ma, soprattutto, impedirebbe di mantenere sopra la testa di un indagato la spada di Damocle di anni e anni di udienze, processi, ricorsi, restituendolo ad una piena vita civile.

Sembra poi esserci un quarto punto, che commento con il beneficio di inventario perchè non ne ho letto il testo, che vorrebbe rivedere la carcerazione preventiva, cominciando con il farla disporre non da un giudice monocratico, bensì da un collegio di tre giudici, al fine di garantire massimo scrupolo nell'applicare una misura di restrizione della libertà individuale PRIMA che venga emessa una sentenza.

Altro principio liberale di grande importanza è infatti quello cosiddetto " di innocenza" per cui uno è innocente finchè non è dichiarato colpevole e quindi nessuno deve essere privato della libertà se non a seguito di una sentenza passata in giudicato.

Anche se personalmente ritengo che sia molto difficile rimettere in carreggiata la giustizia italiana, per la quale occorrebbe non una riforma, bensì una rivoluzione che passi dalla sostituzione di tutto il personale che la amministra e del sistema di reclutamento, non posso che applaudire alla scelta della Meloni e di Salvini di licenziare un primo atto per migliorare la giustizia, nel primo consiglio dei ministri dell'Era del dopo Cavaliere.



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