Non so perchè un Grande della nostra Letteratura, un autentico Padre della Patria, non solo letteraria, come Alessandro Manzoni ebbe l'ispirazione per un'ode su Napoleone.
Giustamente osservò che
Lui folgorante in solio
Vide il mio genio e tacque;
Quando, con vece assidua,
Cadde, risorse e giacque,
Di mille voci al sonito
Mista la sua non ha:
Vergin di servo encomio
E di codardo oltraggio,
Sorge or commosso al subito
Sparir di tanto raggio:
E sicuramente è un onore ulteriore per il Manzoni non aver esaltato Napoleone nei momenti del trionfo e non averlo denigrato in quelli della sconfitta.
Ed ha avuto ragione nel prevedere
E scioglie all’urna un cantico
Che forse non morrà.
Infatti, dopo duecento anni, quando si dice Napoleone, la prima risposta che viene in mente è: ei fu.
La seconda è la domanda che il Manzoni propose
Fu vera gloria? Ai posteri
L’ardua sentenza.
Dopo duecento anni, con buona pace dei francesi che, sciovinisti, onorano Napoleone come si esaltano per un personaggio inventato come Asterix (e adesso per una nazionale di calcio dove i francesi sono marginali e minoritari), possiamo dire che no, non fu vera gloria, fu solo violenza, miseria e morte.
Napoleone sullo stesso piano e precursore dei vari Stalin, Hitler, Mao, Tito, massacratori di popoli, anche del loro popolo.
Una intera generazione (intesa nei termini temporali classici di venticinque anni) perse la vita sui campi di battaglia per le smanie del piccolo corso.
Le sue guerre, furono solo finalizzate a depredare le altrui ricchezze (quante opere d'arte italiane sono finite in Francia e mai più restituite ?) ed a rendere schiavi i popoli sconfitti.
L'Europa non fu più come prima dopo le sue razzie, dicono gli apologeti, ma anche dopo la guerra di Hitler l'Europa non fu più come prima.
Napoleone fu colui che pose fine, con una guerra vergognosa, alla Serenissima Repubblica di Venezia, vendendola poi agli austriaci che, dopo la caduta del tiranno, si rifiutarono di ripristinarla come fecero con tanti altri ducati e principati.
La fine della Serenissima ci insegna anche che davanti ad un despota sanguinario, non valgono i meriti pregressi (Venezia salvò l'Europa dall'invasione musulmana presidiando il mar Mediterraneo) nè le politiche di pace.
Come invece ci insegnò Roma: si vis pacem, para bellum.
Da "postero", quindi, rispondo al Manzoni e no, non fu vera gloria, ma solo ambizione, violenza, morte, oscurità.
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