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No alla deriva

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11 maggio 2021

I clandestini vanno respinti,non sparsi come il prezzemolo ad occupare tutta l'Europa


Nonostante il disperato tentativo dei cattocomunisti di mantenere l'attenzione esclusiva sul virus cinese, noi Italiani,  che ci stiamo risvegliando dal lungo letargo del terrore sanitario, cominciamo a tornare a guardarci intorno.

E vogliamo riavere la nostra Libertà, per ora chiedendo cortesemente e pacificamente che sia abolito il coprifuoco, che si cancelli lo stato di emergenza e che sia possibile circolare senza limiti all'interno del nostro territorio.

E vediamo anche che, nonostante le tante chiacchiere, come dimostra il grafico di copertina, solo durante la gestione di Salvini è stato contrastato in modo efficace l'arrivo dei clandestini.

Tanto vero che Salvini è sotto processo per aver difeso i confini della Patria.

Si ricomincia così con la liturgia dei mandati, a Draghi e alla Lamorgese, per il "ricollocamento" dei clandestini in Europa, nonostante il palese fallimento di tutti i precedenti tentativi (ultimo quello tanto strombazzato del cosiddetto "accordo di Malta"), ma, soprattutto, ignorando che il problema non cambia se le migliaia di clandestini invece di fermarsi in Sicilia e in Italia, vengono sparpagliati come il prezzemolo su tutta l'Europa.

Anzi, il problema si aggrava, perchè più ne (ri)collochiamo, più ne arriveranno perchè saranno incentivati a partire e nessuno può negare che l'Europa, tutta, non può ulteriormente snaturarsi nella sua Etnia, nella sua Identità e nella sua Cultura, oltre a non esserci materialmente posto fisico.

Quindi ha ragione Feltri nel richiedere il ritorno di Salvini agli Interni e la Meloni nel richiedere il blocco navale, che respinga i tentativi dei clandestini di entrare nelle nostre acque territoriali, attribuendo alla Marina regole di ingaggio che contemplino anche l'uso della forza militare se l'ordine di tornare indietro non viene eseguito pacificamente.

Gli esempi sono quelli dell'Australia che rispedisce i clandestini ai porti di partenza e affonda le loro imbarcazioni perchè non vengano riutilizzate, ma anche quello del Regno Unito nel dopo Brexit che impedisce l'ingresso illegale, trattenendo e quindi rimandando a casa anche i cittadini degli stati ancora appartenenti all'unione sovietica europea.

Dei problemi che spingono i clandestini a partire deve farsene carico l'onu e le varie organizzazioni internazionali, sennò cosa paghiamo a fare migliaia di burocrati ?

Devono occuparsene in loco, con le loro risorse, il loro impegno, le loro idee, senza scaricare il problema sull'Italia e sugli stati europei.

Devono aiutare quelle popolazioni perchè è compito dell'onu e le popolazioni stesse, che con il respingimento capiranno che non c'è posto in Europa, saranno costrette a combattere non per la soluzione aleatoria e provvisoria della fuga, ma per costruire, in casa loro, nella loro patria, stabilmente, quello che noi europei abbiamo costruito in centinaia di anni a casa nostra, nelle nostre patrie.

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