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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

03 maggio 2021

Il cantante Fedez conferma, suo malgrado, che il ddl Zan è un bavaglio alle libere opinioni

L'ennesima prova che la nostra Civiltà sta crollando sotto i colpi della deriva in ogni campo, arriva dal tema centrale della due giorni del primo maggio: il comizio antileghista di un cantante, sfruttando il mezzo pubblico televisivo. 

A prescindere dal ridicolo in cui sono caduti i cattocomunisti nel contestare una presunta censura da parte della rete consegnata, sin dalla sua apertura, ai comunisti, il cantante Fedez ha preso posizione a favore del ddl Zan citando una serie di frasi definite omofobe  di esponenti leghisti.

È la conferma che il ddl Zan è finalizzato ad introdurre il reato di opinione contro chi esprime concetti non conformi alla vulgata che vuole imporre il pensiero unico in materia di sessualità e sua normalità.

Le frasi lette dal cantante sono un autogoal, proprio perché erano e restano una libera espressione di opinione, al contrario sarebbero le norme del ddl Zan ad imporre sanzioni, quindi ad usare violenza, verso chi si esprimesse contro l'accettazione delle pretese omosessuali.

I cattocomunisti, che hanno preso dalle due chiese di cui si compongono solo gli aspetti peggiori, violenti, sanzionatori e repressivi (sempre che si riescano a trovare degli aspetti positivi), mostrano al mondo che non hanno rispetto per le opinioni differenti.

E non hanno rispetto, perché ignorano cosa voglia dire Libertà.

La giusta battaglia contro il ddl Zan è quindi una battaglia di Libertà contro ogni repressione delle libere opinioni.

Perché le leggi contro chi agisce con violenza nei confronti di altri cittadini ci sono già e non hanno bisogno di ambigui doppioni che, inoltre, conferirebbero ai magistrati un potere discrezionale e interpretativo inappropriato e pericoloso soprattutto alla luce dell'attuale crisi (di fiducia, di rappresentatività e di credibilità) della magistratura.

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