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No alla deriva

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27 luglio 2022

Il dopo elezioni tra sogno e realtà

Ogni elezione significa che i partiti ripartono da zero, tutti e al momento dello spoglio si vedrà chi risulta più convincente, perchè ognuno raccoglierà quello che ha seminato.

E non certo durante una campagna elettorale che ritengo inutile.

Credo che la maggior parte degli Italiani abbia ben chiaro chi vuole cosa e, quindi, potrebbe essere chiamata al voto da un sabato alla domenica e lo esprimerebbe con cognizione di causa, ovviamente in base alle personali conoscenze, esperienze e preparazione che non muteranno con una campagna elettorale più o meno lunga.

No, ognuno raccoglierà quello che ha seminato non in campagna elettorale, ma durante gli anni della legislatura.

Ci sono quelli che hanno tradito ogni loro parola.

Ci sono quelli che hanno cambiato casacca, anche più di una volta.

Ci sono quelli che hanno vessato il Popolo con provvedimenti restrittivi della libertà personale.

Ci sono quelli che hanno aperto i confini all'invasione dei clandestini.

Ci sono quelli che tentano, ogni due per tre, di introdurre leggi a favore della droga libera, di privilegi per gli omosessuali, di regalie di cittadinanza.

Ci sono quelli che prendono ordini dall'estero e applicano la agenda delle consorterie internazionali dandole (o accentando che le sia dia) il proprio nome.

Tutti quelli che precedono sono praticamente sempre gli stessi e si ritroveranno nelle liste della sinistra, più o meno unita.

E poi ci sono quelli che, faticosamente, talvolta sbagliando, altre volte fallendo, altre ancora riuscendovi, cercano di sostenere un progetto di società che abbia al proprio centro l'Italia e gli Italiani.

L'Identità, la Sovranità, l'Indipendenza, ma anche la salvaguardia della Tradizione e di Costumi che rafforzino e non demoliscano le fondamenta della nostra società civile.

Perfetto, in questo senso, l'articolo odierno di Marcello Veneziani ne La Verità, che ci scrive perchè astenersi è un errore e perchè, pur con tutti i loro difetti, sono da scegliere i partiti del Centro Destra senza lasciarsi fuorviare dalle sirene dei "duri e puri".

Il tutto nella consapevolezza che, se anche il Centro Destra vincesse in modo convincente le elezioni, sarebbe tutto da costruire, tutto da conquistare, tutto da contendere, centimetro dopo centimetro, ai cattocomunisti che godrebbero dell'appoggio di stampa, televisione, Vaticano, burocrazia, tutti al servizio dell'agenda delle consorterie internazionali che non possono tollerare un'Italia, settima potenza industriale e terza grande d'Europa, che si metta alla testa dei piccoli, coraggiosi resistenti come Ungheria e Polonia.

Quindi l'eventuale vittoria (tutta ancora da conquistare nelle urne, ricordiamocelo bene) sarebbe solo una momentanea soddisfazione morale che dovrà essere tradotta in provvedimenti concreti che subiranno ogni tipo di ostracismo.

Non illudiamoci che basti avere il 51% la sera del 25 settembre per risolvere i problemi dell'Italia, incancreniti dopo undici anni di asservimento all'Unione del Male (con l'unica parentesi del 2018-2019 con il governo Conte 1 gialloverde).

Non tutti i provvedimenti che vorremmo saranno approvati e probabilmente tutti quelli approvati subiranno delle modifiche più o meno peggiorative che ne annacqueranno gli effetti desiderati.

Ciò non toglie che solo una maggioranza forte di Centro Destra, potrà fermare la deriva cattocomunista e internazionalista e restituire Dignità all'Italia e agli Italiani.

In campo economico, dove sarà ora di smetterla di erogare "bonus" che non risolvono strutturalmente alcun problema perchè sono sempre legati a spese volute dal potere per sostenere una determinata lobby (le auto, le imprese edili, i mobilifici etc.), per scegliere una riduzione cospicua delle tasse, che metta concretamente più soldi nelle tasche degli Italiani che potremo spendere in base alle nostre reali esigenze e piacere, allontanando per sempre lo spettro di una patrimoniale e, quindi, togliendo la tassazione sulla casa e sui risparmi.

In campo immigratorio, dove si dovrà far cessare ogni arrivo con il blocco navale, per poi provvedere all'espulsione dei clandestini già sul nostro territorio.

In campo energetico, dove non è indipendenza quella di sostituire la Russia con l'Algeria o con un qualsiasi paese africano dal regime instabile ma sicuramente ancor meno democratico di quello russo e, invece, si dovranno riaprire i pozzi di gas chiusi in Italia, iniziare a trivellare nel Mare Adriatico e ricominciare a programmare la costruzione di almeno una centrale nucleare in ogni regione.

Perchè la vera indipendenza energetica è quando l'energia l'abbiamo in casa nostra.

Nella politica estera, dove l'Italia ha la Storia e la Cultura per proporsi come stato aggregante e guida di politiche di pace e rispetto della altrui sovranità, perseguendo l'Interesse Nazionale di commerci liberi e reciproci, cessando di cedere brandelli della nostra stessa sovranità e, anzi, ricominciando a recuperarla a cominciare da quella monetaria.

Sarebbe un dopo elezioni da sogno, ma, intanto, restiamo con i piedi per terra e cerchiamo di conquistare un obiettivo alla volta.

Il primo è vincere bene per escludere i cattocomunisti dal potere per cinque anni.

Sarebbe già un ottimo inizio.

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