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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

31 luglio 2022

Quando è l'Uomo a mordere il cane

La vicenda di Civitanova ha ottenuto una copertura da tsunami (dis)informativo sulla carta stampata, le radio, le televisioni e gli strumenti social.

Il motivo è il tentativo della sinistra di imbastire l'ennesima campagna di propaganda, per cercare (non riuscendoci) di mettere in difficoltà il Centro Destra.

Ma la notizia è anche amplificata dal fatto che, eccezionalmente, non è un immigrato a usare violenza contro un Italiano, bensì un Italiano che reagisce con una violenza inconcepibile contro un immigrato.

E' la famosa battuta per cui un cane che morde un Uomo non fa notizia, mentre fa notizia un Uomo che morde un cane.

La vicenda, però, merita un approfondimento che non può esaurirsi in una battuta da 140 caratteri, ma deve necessariamente coinvolgere una riflessione su quale tipo di società vogliamo.

Ed è, sostanzialmente, anche la domanda di base che dovrebbe spingerci a scegliere alle prossime elezioni un partito invece di un altro.

Sarò lunghissimo.

Per quanto ovvio non credo si troverà mai uno scritto o un discorso in cui qualcuno esalti la ferocia con la quale, a mani nude, è stato ucciso il nigeriano a Civitanova.

Credo, anzi, che non esista persona in Italia che possa compiacersi per un tale atto.

E credo che la maggior parte di noi riuscirebbe a fatica ad usare metodi violenti per difendersi (non per offendere, ma semplicemente per difendersi) da una aggressione o una rapina.

Siamo ormai cresciuti con una mentalità snob che, più che altro, è una mentalità rinunciataria, nel senso di rinuncia a far valere i nostri diritti e la Giustizia a prescindere dalle forme e dalle inevitabili lentezze delle procedure legali.

Pur essendo assolutamente legittimo difendersi, difendere i propri cari, i vicini, il prossimo, difendere le proprie proprietà, la Patria.

Personalmente imputo tale atteggiamento rinunciatario alla fine forzata di Tradizioni onorevoli e positive, come quella di andare a caccia da bambino con il padre o la fine del servizio di leva che, come minimo, ci costringeva a prendere in mano un'arma vera, a sparare, a sentire il rumore e l'odore dello sparo.

Abbiamo perso o stiamo perdendo l'anima da cacciatori che consentì all'Uomo di sopravvivere sulla Terra, quando creature meglio attrezzate di noi sono scomparse.

Ecco quindi una prima (parziale) risposta al perchè nessuno sia intervenuto per dividere due che si stavano picchiando: perchè nessuno più sa come fare, senza rischiare le peggiori conseguenze e non abbiamo neppure gli strumenti coercitivi per farlo.

I governi hanno ottenuto di indebolire lo spirito umano, così da non rischiare rivoluzioni, ma hanno anche consegnato alla società uomini deboli che non intervengono, come accadeva una volta, per far cessare una lite.

Ma questa risposta è solo parte della verità, un'altra parte essendo responsabilità esclusiva di un sistema che perseguita chi si difende, chi agisce nel nome di una Giustizia naturale.

Dividere i due litiganti avrebbe imposto l'uso della forza, sino probabilmente ad essere costretti a colpire, per rendere inoffensivi i litiganti stessi.

Non c'è dubbio che chi avesse usato quella forza, sarebbe stato denunciato da uno o entrambi i litiganti e sicuramente persegui(ta)to da un magistrato.

Ed è sempre il sistema vigente che deve assumersi una ulteriore parte di responsabilità a causa di una legislazione che impedisce, anzi punisce i cittadini onesti che possedessero un'arma senza avere tutti i bolli e i timbri richiesti.

Non c'è dubbio che intervenire tra due litiganti, significa mettersi a rischio di essere accoltellato o colpito da un'arma che in genere, chi vive nella violenza e ai margini della società, ha sempre a disposizione.

Intervenire a mani nude che sia tra due litiganti, o per redarguire un gruppo di ragazzini che non pagano il biglietto in autobus e appoggiano i piedi sui sedili (quante volte si vede, ma nessuno scrive nulla !) o per difendere una donna aggredita al parco, diventa quindi un azzardo che i più avveduti (qui non si tratta di coraggio, ma di semplice buon senso: anche nei corsi di pronto soccorso la prima cosa che insegnano è di intervenire ma nella sicurezza del soccorritore che non deve mettersi in una situazione di pericolo) non si assumono.

Diverso sarebbe se anche in Italia esistesse un Secondo Emendamento che consentisse ai cittadini onesti di circolare armati al punto da poter intervenire da una posizione di relativa sicurezza.

Ma non c'è.

Quindi mi sembra ipocrita, ingenerosa e menzognera tutta la retorica contro chi sarebbe rimasto a guardare.

Ma una società civile non può e non deve fondarsi sull'autotutela dei cittadini onesti anche se è un elemento imprescindibile (non può esserci un Poliziotto sempre presente e le telecamere non servono a nulla se per intervenire la Polizia impiega minuti: la vicenda di Civitanova si è conclusa in soli quattro minuti e non è stata usata alcuna arma nè da taglio nè da fuoco !).

Il caso di Civitanova ha le prime pagine per motivi di propaganda (sciacallaggio) da parte della sinistra e perchè rappresenta l'Uomo che morde il cane.

Ma le considerazioni che sto svolgendo sono applicabili a tutte quelle centinaia di casi che vedono il cane mordere l'Uomo, cioè, quando è un immigrato che rapina, violenta, uccide un Italiano o, comunque, un'altra persona.

E i social (non la stampa, radio e televisioni di sinistra perchè non sarebbe funzionale alla campagna elettorale in corso) nella stessa giornata del titolone di prima pagina, hanno dato conto di aggressioni e omicidi da parte di immigrati.

Addirittura, a Monteforte Irpino, con un protagonista in negativo della stessa nazionalità della persona morta a Civitanova.

Ma la comunità nigeriana che si è mobilitata per il caso di Civitanova chiedendo tutele e, ovviamente, benefici, nulla ha detto per contribuire a rendere inoffensivi i propri conterranei violenti.

E allora c'è anche un problema che discende dalla immigrazione senza freni, dalle orde di clandestini che la sinistra ha lasciato colpevolmente entrare in Italia e che vede un magistrato processare chi, come Salvini, ha provato a fermarli.

A Bologna, dove vivo, ogni mattina, nelle strade del centro storico, tra le varie botteghe alimentari, ci sono almeno quattro immigrati che non fanno altro che chiedere soldi, anche in modo insistente, anche picchiettando con il dito su una spalla per attirare l'attenzione.

Nessuno ha reagito, per ora, ma intimare loro di allontanarsi (soprattutto quando si mette mano al portafogli per pagare un acquisto) questo sì.

E' evidente che la totale assenza di Forze dell'Ordine (la famosa Polizia Locale che vedo impegnata a bloccare il traffico ZTL e a fare contravvenzioni per divieto di sosta, ma non a girare nei vicoli del centro) mette a rischio di incremento tale situazione e la politica delle amministrazioni di sinistra che vogliono mostrarsi "accoglienti" è un altro elemento che mette a rischio reazione qualunque episodio del genere, pur senza arrivare alle conseguenze di Civitanova, ma sicuramente con disturbi e rischi per tutti.

Quindi il problema non è nelle persone che vivono su questa terra, ma di chi su questa terra vorrebbe entrare con i suoi usi, costumi, linguaggio, religione, leggi, superstizioni, mentalità.

Il problema è l'immigrazione stessa che, incontrollata e massiccia, non consente l'assimilazione di chi arriva "da fuori" e pone i presupposti per una reazione che sarà sempre, inevitabilmente, sproporzionata perchè giunge a vaso colmo, quando la pressione, un episodio dopo un altro, arriva al massimo ed uno sbotta.

Se non si ferma e poi si filtra l'immigrazione, episodi come quello di Civitanova sono destinati a diventare più frequenti (e quindi passare nelle pagine interne dei giornali, soprattutto dopo le elezioni).

L'immigrazione resta quindi un tema essenziale delle prossime elezioni, perchè le modalità con le quali i partiti intendono affrontarla determineranno quale tipo di società avremo nel futuro.

Il bello è che possiamo decidere in base a ciò che è stato fatto, non in base a promesse.

Sappiamo quello che hanno fatto i ministri dell'accoglienza cattocomunisti, fino alla attuale Lamorgese.

Ma sappiamo anche come e con quali risultati affronterebbe il problema il Centro Destra avendo ormai acquisito alla Storia il risultato di un anno da ministro degli Interni di Matteo Salvini.

Possiamo scegliere a ragion veduta.

Episodi come quello atroce di Civitanova possono essere evitati, se sapremo restituire alla nostra società quella sicurezza e quella omogeneità che in questo momento, scellerate politiche di mera propaganda ideologica hanno severamente compromesso.




1 commento:

Nessie ha detto...

Ti ricordo che il sottosegretario al Ministero degli Interni sia con Conte che con Draghi, è un tale Nicola Molteni della Lega. La sua funzione è quella di collaborare con la Lamorgese:


https://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Molteni

E' quindi miseramente naufragata l'utopia che si possa cambiare le cose dall'interno. In questo caso, dagli Interni.